Trovare buoni esempi per non cadere nei buoni propositi

Ammettiamolo: quanto piacere proviamo nel prenderci quel tempo tutto nostro in cui stilare mentalmente o per iscritto la più importante delle liste annuali, quella dei buoni propositi? 

Ci sono delle eccezioni, lo riconosco quasi con invidia, di chi riesce a iniziare l’anno nuovo senza la necessità di seminarlo di buone, e a volte utopiche intenzioni.

Cosa ci rende a gennaio così ottimisti e motivati al cambiamento? Credo abbia a che fare con il controllo. Preso atto di tutti i rimpianti, il vecchio calendario viene archiviato, portandosi via le nostre indulgenze, le occasioni perdute e tutto il tempo che sappiamo di aver perso in cose di non troppa importanza. Non abbiamo raggiunto gli obiettivi dei buoni propositi precedenti, non siamo diventate persone migliori, ricaduti negli stessi vizi e imperfezioni, ma la rinnovata certezza che questo anno sarà diverso ci annebbia più della consapevolezza di aver tendenzialmente fallito. Ad ogni nuovo inizio, anche se puramente simbolico, si ha la sensazione che tutto sia possibile e siamo noi a determinarlo. Purtroppo non basta e non lo dico io ma le statistiche. La maggior parte dei buoni propositi di inizio anno non superano le prime due settimane, ma resta un buon punto di partenza prendere atto delle proprie intenzioni e dichiararle. Cosa può aiutare ad avvicinarsi al proprio ideale concetto di felicità, più del progetto astratto che non si radica e si disperde lungo il percorso? Con me ha funzionato l’esempio concreto. Siamo esseri che imparano per imitazione, già dai primi mesi di vita e continuiamo a farlo da adulti, ricercando costantemente modelli di riferimento. Provare ammirazione o invidia per qualcuno che ai nostri occhi ha vinto dove noi stiamo ancora lottando è una potentissima spinta all’azione. Dedicare una lista a persone invece che a obiettivi a cui guardare, mi ha aperto gli occhi su un altro aspetto interessante che credo stia alla base delle motivazioni piu solide: l’urgenza. 

A questo proposito vi  vorrei raccontare la storia di un dentista. Immagino già lettori storcere il naso, ma se avrete la pazienza di seguirmi capirete presto che non si tratta di un dentista qualunque. È il medico che segue nostra figlia per una patologia rara che le è stata diagnosticata alcuni anni fa. Proprio in quanto rara necessità di cure e controlli periodici da parte dei migliori specialisti del settore che nel caso di Zurigo si trovano presso l’ospedale universitario della città. Il nostro medico non è svizzero ma siriano e da cosa ci è stato raccontato quando è giunto in Svizzera ha dovuto ripetere gran parte del suo percorso di laurea in quanto non riconosciuta. Ricapitoliamo: ha lasciato il suo paese d’origine per ragioni non difficili da immaginare, ha imparato una nuova lingua e ha ripetuto i suoi studi in Odontoiatria. Basterebbe già questo per definirlo un esempio di grandissima forza e tenacia. Ma lui non si è fermato, ottenendo un posto all’interno di uno dei luoghi più ambiti da qualunque dentista svizzero, dove la selezione è rigida e le posizioni a disposizione estremamente ridotte. 

Lui lavora lì, è il nostro medico di riferimento e anche uno dei miei buoni esempi cui tengo di più. Perché cadiamo di fronte a obiettivi semplici che non necessitano in fondo di un coinvolgimento di energie così esose, mentre persone come lui riescono nonostante tutte le forze avverse a perseverare nei propri scopi e raggiungere addirittura l’eccellenza? Perché l’urgenza è la spinta vitale che tutto può. Fateci caso, quanti esempi conoscete di persone benestanti, con vite agiate e molto tranquille, senza traumi alle spalle o passati difficili, che siano riusciti in grandi imprese esistenziali, con la sola forza della loro motivazione?

Io poche, perché è nella difficoltà e nella privazione che si testa la verità delle proprie urgenze. Quando puoi giocarti tutto, perché quel tutto sei solo tu: o ti salvi o sprofondi. Non ci saranno scappatoie, aiuti esterni, palliativi, sei solo tu con la tua urgenza. 

Non so se il 2022 sarà un anno migliore del 2021, ma so per certo qual è la mia urgenza. L’ho testata e messa alla prova per anni, ripudiata, creduta persa e poi ritrovata perché me la merito e da un senso a ogni mia battaglia. Auguro ad ognuno di voi di poter mettere a tacere tutti i buoni propositi che vi faranno sentire inadeguati e falliti in partenza e possiate cominciare a cercare esempi intorno a voi, donne e uomini che possano convincervi del contrario. Circondatevi di piccoli e grandi successi, non saranno i nostri, ma ci convinceranno che sono possibili.

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Questo blog nasce dall’incontro di tre persone emigrate volontariamente in età adulta dall’Italia in Svizzera e che in questo Paese hanno realizzato esperienze diverse in vari ambiti lavorativi e culturali. 

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