La coperazione internazionale è sotto attacco

Qual è il futuro della cooperazione e dei finanziamenti allo sviluppo destinati ai Paesi del Sud globale?

Questa drammatica domanda appare di stretta attualità in un momento in cui assistiamo a un drastico e generalizzato taglio dei finanziamenti finalizzati a questo scopo un po’ in tutti i Paesi economicamente più prosperi, con gravissime conseguenze per il destino di milioni di esseri umani. Oltretutto questo si colloca in una situazione in cui l’obiettivo dei Paesi donatori di stanziare lo 0,70% del loro Pil per l’aiuto allo sviluppo, come previsto dall’Agenda 2030 dell’Onu, appare nella maggior parte dei casi ben lungi dall’essere raggiunto.

“In trent’anni di carriera non ho mai assistito a tagli di bilancio così drastici “ha dichiarato recentemente con sgomento Barbara Hintermann, direttrice di Terres des hommes che prevede un taglio del 20% del bilancio annuale della propria organizzazione,

Il problema dei tagli ai finanziamenti allo sviluppo è apparso con particolare drammaticità dopo l’inizio del secondo mandato di Donald Trump che ha proceduto al sostanziale smantellamento di Usaid, l’agenzia statunitense per lo sviluppo.

Alla data del 13 marzo circa l’83% dei fondi di Usaid sono stati cancellati con la conseguenza sospensione di interventi già in corso o progettati, anche a causa della messa in congedo di buona parte del personale dell’agenzia.

Nel 2024 il governo degli Stati Uniti è risultato, con 64 milioni di dollari di contributi, pari al 43% di finanziamenti totali, il maggior finanziatore di interventi umanitari e di cooperazione,

L’uomo più ricco del mondo che uccide i bambini poveri” così Bill Gates, il miliardario fondatore di Microsoft, ha duramente attaccato Elon Musk che, in quanto stretto collaboratore del Presidente Usa, ha concretamente operato per i tagli a Usaid in nome di una visione allucinata di “efficienza” della spesa pubblica

Il settore degli aiuti umanitari sta affrontando uno scossone straordinario, una crisi esistenziale a tutti gli effetti.”  dichiara Silvia Mancini, responsabile degli affari umanitari della sezione italiana di Medici senza frontiere. Anche altri Paesi come Gran Bretagna, Francia e Svizzera hanno tagliato questo tipo di fondi.  Il governo svizzero ha deciso dal canto suo di tagliare, entro il 2025, 2500 milioni di franchi destinati all’aiuto allo sviluppo, una parte dei quali saranno destinato alle spese per la difesa per le quali invece è previsto un cospicuo aumento.

Gli effetti dei tagli ai finanziamenti da parte degli Usa e di altri Stati si ripercuote anche su organizzazioni che, come MSF, hanno scelto di non percepire fondi governativi per non subire condizionamenti politici. Ma il mondo degli aiuti umanitari è fatto di interdipendenze per cui venendo meno un tassello importante rischia di collassare l’intero sistema.

Dietro la freddezza delle cifre si celano drammatiche conseguenze per milioni di esseri umani. “Abbiamo stimato che non riusciremo ad assistere fra gli otto e i dieci milioni di bambini” spiega Daniela Fatarella di Save the Children.

Secondo Dina Hajiar, operatrice di Caritas in Libano, i tagli previsti rischiano di compromettere gli interventi umanitari in situazioni già gravissime come quelle del Libano e della Siria dove l’aggravarsi delle sofferenze può produrre un ulteriore indebolimento delle istituzioni.

E quelli citati sono solo un paio alcuni esempi della situazione che si sta determinando in molte situazioni di crisi.

Come tentare di far fronte almeno parzialmente a questa situazione disastrosa?  “Noi cerchiamo di diversificare le nostre fonti di finanziamento e di trovare nuovi donatori” afferma Barbara Hintermann che prospetta anche un’ottimizzazione di determinati interventi al fine di ridurre le spese, obiettivo che può essere raggiunto anche con una maggiore collaborazione fra le Ong.

A lungo termine bisognerà puntare a migliorare la capacità delle nazioni più povere do contare sulle proprie forze in una situazione di ridotti aiuti internazionali.

Tutti questi accorgimenti potranno alleviare ma non certo risolvere una crisi che nel breve periodo rischia di assumere aspetti drammatici.

È necessario fare pressione sui governi perché rivedano almeno in parte la loro miope politica di tagli che in definitiva si rivela, oltre che disumana, anche contraria ai loro stessi interessi

La cooperazione allo sviluppo proprio in quanto allevia la condizione di milioni di esseri umani è anche un contributo importante per la stabilità di molti Stati e per la prevenzione o limitazione di molti conflitti; ridurre gli aiuti allo sviluppo e al tempo stesso procedere a un riarmo generale sono due aspetti di una pericolosa logica bellicista.

 Lottare contro il riarmo e per il ripristino degli aiuti allo sviluppo significa battersi una pace vera e duratura fondata sulla giustizia.

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Questo blog nasce dall’incontro di tre persone emigrate volontariamente in età adulta dall’Italia in Svizzera e che in questo Paese hanno realizzato esperienze diverse in vari ambiti lavorativi e culturali. 

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