L’elettorato della città di Zurigo ha respinto con il 57% dei voti l’iniziativa popolare indetta a livello cittadino e denominata Tschüss Gendernstern! (Addio asterisco di genere!). L’iniziativa, promossa da un comitato indipendente e appoggiata dalle forze politiche di centro e di destra, intendeva costringere l’amministrazione cittadina a rinunciare nella propria comunicazione all’uso dell’asterisco inteso a rispettare le diversità di genere.
Le regole confermate dal voto popolare prevedono infatti l’uso dell’asterisco accanto alla forma del maschile e del femminile. (Esempio Student*in)
L’amministrazione di Zurigo guidata da una maggioranza rosso-verde dichiara di aver introdotto da circa trent’anni regole di comunicazione pubblica che mirano a garantire la parità di genere; nel 2022 il regolamento in materia è stato integrato con l’introduzione del cosiddetto asterisco di genere per rispettare in pari misura donne, uomini e persone non binarie che non si riconoscono o si riconoscono solo parzialmente nel genere femminile o in quello maschile. L’amministrazione comunale ritiene infatti che l’uso generalizzato da parte della pubblica amministrazione di un linguaggio rispettoso delle diversità di genere sia una forma adeguata a contribuire al rispetto per tutte le persone.
Queste regole valgono per testi dell’amministrazione cittadina con esclusione di testi a carattere legale o per pubblicazioni a carattere elettorale.
Il testo dell’iniziativa riteneva che l’uso dell’asterisco rendesse il linguaggio amministrativo talora incomprensibile o comunque di difficile o ambigua interpretazione e contrario alle regole grammaticali della lingua tedesca. Inoltre, in questa scelta linguistica veniva individuata un’indebita politicizzazione del linguaggio amministrativo.
Senza voler esagerare il significato di questa vittoria delle forze progressiste occorre sottolineare che il risultato, forse superiore alle aspettative. è talmente netto da scoraggiare o da rendere problematiche , almeno nel breve periodo, ulteriori iniziative nella stessa direzione non solo nella città di Zurigo ma anche in altre località del Paese e a livello confederale. Al contrario ne escono rafforzate, a partire da questa scelta espressiva, le tendenze ad affermare in modo ancora più incisivo la dignità e i diritti di tutte le persone in ogni ambito della vita sociale.
Il timore della vigilia negli ambienti cittadini contrari all’iniziativa era che essa potesse fare breccia anche in quella parte dell’elettorato progressista incline a forme di benaltrismo, propenso cioè a considerare l’attenzione anche linguistica al rispetto delle persone come una questione secondaria rispetto appunto a ben altre che possono garantire più concretamente tale rispetto.
La virulenza con cui le forze di destra si accaniscono contro aspetti linguistici di rispetto delle persone sottintende la volontà di sottovalutare se non di contrastare apertamente ogni sforzo per riconoscere e valorizzare il rispetto della diversità in questo e in altri ambiti.
Al contrario con l rigetto dell’iniziativa viene ribadita l’importanza che l’uso del linguaggio ha nel modo in cui ogni persona concepisce la realtà ed è importante che il buon esempio venga da chi ci governa e ci amministra.
Si è trattato del primo esempio al mondo di un pronunciamento poplare su una questione di questo tipo e questo rende ancora più importante il segnale che viene da una città che in termini culturali, economici e politici ha un ruolo fondamentale nella realtà svizzera e oltre.