Bambini in guerra

In tutte le guerre moderne la popolazione civile e soprattutto i bambini subiscono pesantemente le conseguenze del conflitto; non fanno certo eccezione i bambini ucraini e, in misura diversa, quelli russi.

Fin dall’inizio della guerra Amnesty International ha denunciato deportazioni illegali di popolazione civile dai territori occupati verso la Russia e la separazione di  minori  dai loro genitori con la conseguente accusa di crimini di guerra e probabilmente di crimini contro l’umanità. Le autorità ucraine in particolare parlano di ventimila minori ucraini sottratti alle loro famiglie e trasferiti in territorio russo. Si tratterebbe di trasferimenti forzati in orfanotrofi o di adozioni illegali da parte di genitori russi con imposizione forzata della cittadinanza russa e dell’internamento in campi di “rieducazione” e di addestramento paramilitare.

La Procura della Corte Penale Internazionale ha iniziato fin dal 2022 un’indagine a questo riguardo e nel marzo 2023 ha emesso mandati di arresto nei confronti dello stesso Presidente russo e della Commissaria russa per i diritti del bambino. Questo tipo di accuse emerge anche da inchieste condotte dall’OHCHR, l’Ufficio delle Nazioni Unite per i diritti umani, da indagini condotte per conto del Parlamento europeo e da ulteriori inchieste di organizzazioni indipendenti. Esistono incertezze sul numero esatto di bambini ucraini coinvolti anche per la difficoltà di svolgere indagini in Russia e nei territori occupati dalla Russia.Il Vaticano è attivamente impegnato per favorire il ritorno a  casa del maggior numero possibile di bambini

Sempre Amnesty ha denunciato la pervicace volontà russa, fin dall’inizio della guerra, di colpire con criminali interventi mirati i civili, compresi i bambini, che pure secondo il diritto internazionale dovrebbero fruire di una particolare protezione, Particolare è stato l’accanimento contro le strutture sanitarie in generale, senza esclusione per quelle rivolte in particolare ai bambini.

L’organizzazione mondiale della Sanità ha documentato, dall’inizio della guerra, 1682 attacchi ai sistemi sanitari ucraini, con 128 morti e 288 feriti. In particolare, l’8 luglio del 2024   un missile russo ha colpito il principale ospedale pediatrico di Kyiv, causando danni ingenti alle strutture e il ferimento un centinaio di persone, fra cui molti   bambini.   Save the children nel febbraio di quest’anno, basandosi su dati Onu ha denunciato  la morte di 733 e il ferimento di 2.285 bambini ucraini, nel contesto di una recrudescenza di attacchi mirati alla popolazione civile.

Alle difficoltà nel mantenere la continuità del sistema d’istruzione all’interno dell’Ucraina   si tenta di sopperire, anche con l’aiuto di associazioni umanitarie, con un sistema ibrido di lezioni in presenza e online, dovendo tuttavia fare i conti con la distruzione di edifici scolastici, la carenza di rifugi sicuri e le interruzioni di corrente e di collegamenti internet. Per i bambini rifugiati fuori dall’Ucraina si cerca da un lato di favorire processi di inclusione nel Paese ospitante, dall’altro di mantenere un legame con il sistema educativo ucraino. Sia per i bambini rimasti in Ucraina che per quelli ospitati in altri Paesi il recupero degli inevitabili deficit di apprendimento sarà un impegnativo obiettivo da perseguire dopo la fine della guerra.

Le strutture di Emergency che operano in Moldova hanno inoltre rilevato importanti problematiche psicologiche nella popolazione in fuga dalla vicina Ucraina; i bambini in particolare risentono dei traumi della guerra manifestando panico, ansia e stress perdurante.

Su un altro piano anche i bambini russi subiscono le conseguenze della guerra. “Le scuole indottrinano i bambini con false narrazioni imposte dal Governo e denunciano direttamente alla polizia o ai servizi di sicurezza coloro che hanno opinioni dissenzienti” ha dichiarato Oleg Kozlosky ricercatore russo di Amnesty. Una particolare pressione subiscono i bambini di famiglie sospettate di esprimere dissenso dal regime russo, in particolare riguardo alla guerra. Si può arrivare a minacciare o in alcuni casi ad attuare l’affidamento di minori o addirittura a procedimenti penali nei confronti dei minori e delle loro famiglie, con conseguenti gravi danni psicologici, in soggetti particolarmente fragili.

Non è evidentemente un caso che Amnesty, anche a causa delle sue  circostanziate denunce, sia stata dichiarata “organizzazione indesiderabile” in Russia, il  che comporta  per l’organizzazione l’impossibilità di svolgere qualsiasi attività all’interno del territorio russo  mentre qualsiasi forma di collaborazione con essa viene considerata un reato. Analoga sorte è toccata ad altre organizzazioni umanitarie e per i diritti umani.

Le sofferenze inflitte  deliberatamente  alle alle infrastrutture civili, alle persone e in particolare ai bambini sono un segnale inquietante della crisi di civiltà in cui gran parte dell’umanità sta sprofondando.

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Questo blog nasce dall’incontro di tre persone emigrate volontariamente in età adulta dall’Italia in Svizzera e che in questo Paese hanno realizzato esperienze diverse in vari ambiti lavorativi e culturali. 

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