Dio non ha bisogno delle nostre difese

Un punto di vista cristiano contro certi politici che “nominano il nome di Dio invano”.

Dio non ha bisogno di difensori, anzi, più ci penso e più mi convinco anche che la bestemmia non è l’imprecazione del muratore che si è tirato una martellata sul dito o quella dell’ubriaco che è inciampato sullo scalino dell’osteria: certo, sono segni di grave maleducazione e di inaccettabile volgarità, ma non credo che Dio si riferisse a questo quando, sul monte Sinai, dettò i Comandamenti a Mosè.

No, il “Non nominare il nome di Dio invano” doveva riferirsi, almeno nel pensiero originario di Dio, a qualcosa di diverso, di più importante. La Legge è stata data all’Uomo per difendersi dalle passioni che lo rendono schiavo e da quella presunzione, quell’alterigia, quella spocchia che avevano spinto Adamo a rompere la propria amicizia con Dio, illudendosi di poter diventare come Lui.

La violazione di questo precetto si riferisce all’invocazione di Dio per affermare una falsa testimonianza oppure, come è successo molte volte nel corso della Storia, per giustificare guerre sanguinose o pronunciare terribili sentenze (penso alle Crociate e ai roghi delle “streghe”); perfino la Chiesa, in passato, ha abusato del nome di Dio per legittimare la schiavitù, la pena di morte, e perfino alcune dittature.

Propugnare la “difesa di Dio”, come ha dichiarato la Presidente del Consiglio dei Ministri in Ungheria in questi giorni, o affidare alla Madonna, il destino dell’Italia come ha fatto qualche anno fa l’allora Ministro degli Interni e oggi dei Trasporti, sapendo oltre tutto quale Italia essi hanno in mente, significa abusare di Dio (o della Madonna) per piegarli ai propri voleri, anziché impegnarsi a promuovere la dignità di ogni uomo, creato a immagine e somiglianza di Dio.

Forse questi due politici dovrebbero allargare la propria conoscenza verso alcune culture che tanto disprezzano, ma da cui molto avrebbero da imparare.

C’è una parola nell’Islam che definisce bene quale dovrebbe essere il rapporto dell’uomo con Dio, una parola molto conosciuta anche nel mondo non islamico: InshAllah, “se Dio lo vorrà”.

E’ la frase che predispone innanzitutto al credere in un Dio Onnipotente, dal momento che citandola ci si sottopone alla Sua Volontà da cui deve dipendere qualsiasi nostra azione.

Il peggior nemico dell’uomo è il suo Ego, perciò lo sforzo diventa più sopportabile quando lo guida la coscienza della certezza che tutto è nelle mani di Dio. Questa certezza libera l’uomo dalla sofferenza inutile, dal proprio carattere insufficiente, dalla disperazione, permettendogli di risollevarsi.

Se invece di sbraitare dall’alto dei loro scranni si soffermassero sulle parole del Padre Nostro, meditando su tre domande strettamente unite fra di loro: “Sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà”, capirebbero che siamo tutti chiamati e convolti in questo processo di salvezza e di amore per l’umanità intera e che chi ha maggior potere ha anche maggiori responsabilità.

Chissà se questi sedicenti cristiani hanno mai letto il Salmo 8, di Davide:

O Signore, Signore nostro,
quanto è mirabile il tuo nome su tutta la terra!
Voglio innalzare sopra i cieli la tua magnificenza,
con la bocca di bambini e di lattanti:
hai posto una difesa contro i tuoi avversari,
per ridurre al silenzio nemici e ribelli.

Quando vedo i tuoi cieli, opera delle tue dita,
la luna e le stelle che tu hai fissato,
che cosa è mai l’uomo perché di lui ti ricordi,
il figlio dell’uomo, perché te ne curi?
Davvero l’hai fatto poco meno degli angeli,
di gloria e di onore lo hai coronato.
Gli hai dato potere sulle opere delle tue mani,
tutto hai posto sotto i suoi piedi:
tutte le greggi e gli armenti
e anche le bestie della campagna,
gli uccelli del cielo e i pesci del mare,
ogni essere che percorre le vie dei mari.
O Signore, Signore nostro,
quanto è mirabile il tuo nome su tutta la terra!

 

Da questo salmo si evince che l’uomo grande è colui che si fa bambino, che riesce a stupirsi di fronte alle cose create, che sa rimanere a bocca aperta di fronte alla grandezza di Dio.

“… Dalla bocca dei bimbi e dei lattanti ti sei composta una lode a causa dei tuoi nemici, per distruggere il nemico ed il vendicatore…” cioè, dai piccoli, dagli ultimi, dagli indifesi, da quelli che non contano, dai bambini sotto le bombe in Siria o in Yemen, da quelli annegati nel Mediterraneo o in fuga da carestie e persecuzioni, è da loro che nasce un’invocazione di lode autentica, che a Lui si rivolge con cuore puro.

E quando il Salmo parla dell’Uomo dicendo: “… Gli hai dato potere sulle opere delle tue mani, tutto hai posto sotto i suoi piedi: tutte le greggi e gli armenti e anche le bestie della campagna…” non si riferisce, come spesso avviene, ad un potere egoistico, tirannico sul creato e sulle creature (con tutte le conseguenze a cui stiamo assistendo in termini di devastazioni ambientali e ingiustizie sociali), ma perché ne conservi la bellezza, ne scopra i segreti e ne sviluppi le potenzialità.

E poi, chissà se Dio ascolterà la Presidente del Consiglio, il suo vice, o il siriano che è costretto ad abbandonare la sua terra a causa di una guerra per la quale l’Italia ha fornito le bombe (sganciate da aerei americani); o il somalo che non può più pescare in un mare pieno di rifiuti tossici che l’Italia ha scaricato in cambio di armi (ragion per cui anche Ilaria Alpi è stata uccisa); o il giovane eritreo che fugge da una dittatura che lo obbliga al servizio militare permanente (da 17 fino a 60 anni), facendolo lavorare in miniera per 10 € al mese, a tutto vantaggio delle multinazionali; o il contadino senegalese espropriato della propria terra “regalata” dal suo governo all’azienda italiana che produce biocarburanti.

Ovviamente la domanda è retorica, perché la Madonna la risposta l’ha già data nel Magnificat quando dice: “… Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote…

Forse, se certi politici avessero letto il Magnificat prima di andare in giro per l’Europa ad intaccare la laicità dello Stato o ad agitare rosari durante i comizi, avrebbero capito che il loro ruolo dovrebbe essere quello di ricercare le strade della pace, anziché alimentare guerre con continue forniture di armi; di destinare i soldi per le armi che uccidono alla sanità che fa vivere; di tassare gli extraprofitti delle imprese che dalla pandemia alla guerra hanno realizzato guadagni stratosferici e mettere tutto l’impegno possibile nella lotta all’evasione fiscale per redistribuire un po’ di queste ricchezze tra chi fatica a mettere insieme il pranzo con la cena; di gestire sapientemente il fenomeno migratorio favorendo percorsi di inclusione in grado di trasformare un problema in risorsa, tenendo conto del continuo calo demografico, dell’invecchiamento del Paese e del fabbisogno di manodopera segnalato dalle diverse categorie imprenditoriali.

Seguici

Cerca nel blog

Cerca

Chi siamo

Questo blog nasce dall’incontro di tre persone emigrate volontariamente in età adulta dall’Italia in Svizzera e che in questo Paese hanno realizzato esperienze diverse in vari ambiti lavorativi e culturali. 

Ultimi post