Fragilità bianca: perché è così difficile per i bianchi parlare di razzismo

Il vocabolario della lingua italiana Treccani definisce la parola razzismo come il complesso di manifestazioni o atteggiamenti di intolleranza originati da profondi e radicati pregiudizi sociali ed espressi attraverso forme di disprezzo, di emarginazione nei confronti di individui o gruppi appartenenti a comunità etniche e culturali diverse, spesso ritenute inferiori. Nessuno di noi si definirebbe mai razzista, eppure gli episodi di razzismo e discriminazione sono sotto gli occhi di tutti, quotidianamente. La sociologa, statunitense e bianca, Robin DiAngelo ha affrontato questo tema nel libro “Fragilità bianca – Perché è così difficile per i bianchi parlare di razzismo” , pubblicato in Italia dall’editore Chiare Lettere con la traduzione di Elena Cantoni. Il libro è diventato un caso editoriale negli Stati Uniti anche grazie al movimento Black Lives Matter, e sulla eco di questi avvenimenti, il suo successo è giunto fino in Europa.

L’autrice, che da anni tiene seminari sui temi del razzismo e della giustizia sociale per aiutare gli americani a prendere coscienza di come la rimozione aggravi il pregiudizio e la supremazia dei bianchi, in questo libro riesce a smascherare l’ipocrisia, le reticenze e i radicati comportamenti culturali, storici e istituzionali con cui i bianchi alimentano abusi e privilegio. Fa tutto questo attraverso esempi, presi dalla sua vita professionale e personale, oppure da fatti di cronaca e mette in evidenza come, a furia di ripetere frasi quali “per me il colore della pelle non ha importanza”, “le razze non esistono”, “i razzisti sono gente meschina e ignorante”, i bianchi progressisti sono diventati i principali responsabili della discriminazione. Non riconoscersi come razza sopraffattrice ci porta a negare il problema e a perpetrare la disuguaglianza a nostro vantaggio. La DiAngelo mette subito in evidenza che il razzismo è uno dei problemi sociali più complessi che affligge gli Stati Uniti fin dalla loro nascita. In senso biologico le razze non esistono, ma come costrutto sociale hanno un peso enorme. Citando Ta-Nehisi Coates, l’autrice ricorda che la razza è figlia del razzismo, non la madre. In altre parole, significa che noi prima abbiamo sfruttato i popoli per le loro risorse, e soltanto dopo è stata sviluppata una teoria razziale utile a giustificare questo sfruttamento.

Fragilità bianca

E’ importante, per comprendere questo libro e il suo contenuto, la distinzione che l’autrice fa tra pregiudizio, discriminazione e razzismo. Il pregiudizio è un giudizio formato a priori su una persona in base alla sua appartenenza a determinati gruppi sociali. La discriminazione è un’azione basata sul pregiudizio. Può comprendere l’indifferenza, l’esclusione, le minacce, lo scherno, la calunnia e l’ostilità. Quando il pregiudizio collettivo di un gruppo è avallato dall’autorità legale e dal controllo istituzionale si tramuta in razzismo: un sistema capillare che opera a prescindere dalle intenzioni o dalle immagini di sé dei singoli attori.

Robin DiAngelo non fa sconti a nessuno, nemmeno a se stessa, e stigmatizza comportamenti che a tutti è capitato avere, per leggerezza, per imbarazzo, per superficialità. Insegna anche ad ascoltare e ringraziare quando si riceve un feedback sul proprio comportamento. E’ l’unico modo per rendersi conto che, sebbene le intenzioni possano essere assolutamente bonarie, la percezione di chi ascolta può essere offensiva, se non addirittura razzista. Possiamo correggere questo solo essendone consapevoli.

La lettura di questo libro è dura, pur essendo il testo scritto in maniera estremamente scorrevole; ci si rende conto infatti di quante volte si è minimizzato, oppure si è taciuto, in situazioni, se non di vero e proprio razzismo, almeno di esclusione. Perché leggere questo libro, vi starete chiedendo, se non viviamo negli Stati Uniti? Perché questo problema è comune a tutto il mondo occidentale, e per rendersene conto basta guardarsi intorno, quotidianamente. Se osserverete, gli esempi non vi mancheranno.

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