In Europa tira una brutta aria

Il titolo non allude alla situazione politica ed economica del continente, che pure lo giustificherebbe, ma si riferisce proprio all’aria che respiriamo.

Il quotidiano britannico The Guardian riporta infatti i risultati di un’indagine condotta per conto della Commissione europea secondo la quale il 98% della popolazione europea vive in zone a forte inquinamento atmosferico.

https://www.theguardian.om/environment/2023/sep/20/revealed-almost-everyone-in-europe-breathing-toxic-air

L’indagine si basa su immagini satellitari e su dati di ottenute da oltre 1.400 stazioni di rilevazione della qualità dell’aria. Gran parte dell’aria che respiriamo è interessata dalla presenza di quantità nocive di particolato fine, cioè di un   un insieme di sostanze solide o gocce liquide invisibili a occhio nudo che, pur non risultando l’unica forma di inquinamento atmosferico, si rivela particolarmente diffuso e insidioso. Il particolato fine o Pm 2,5 rimane sospeso a lungo nell’aria ed entra nell’apparato respiratorio e nel sistema circolatorio degli esseri umani, causando danni alla salute, specie se introdotto in grandi quantità in quanto è in grado di colpire in modo letale gli organi vitali dell’organismo umano. L’esposizione prolungata ad agenti inquinanti, oltre a produrre di per sé un elevato tasso di malattie respiratore e cardiocircolatorie, sembra inoltre rendere le persone che la subiscono più vulnerabili anche a ogni tipo di infezione che colpisce l’apparato polmonare. Nella fase più acuta della crisi del Coronavirus è stata ipotizzata una maggiore mortalità fra le popolazioni sottoposte a quantità nocive di Pm 2,5 per la presenza di molti soggetti, specie anziani il cui sistema respiratorio risultava già compromesso da questo tipo di nocività ambientale.

Le cellule di particolato fine sono prodotte  dalla  combustione causata dai motori dei veicoli a combustione interna, dagli impianti per la produzione di energia, dagli incendi boschivi, dal riscaldamento a legna e da molti altri processi industriali.

L’Organizzazione mondiale della sanità, che stima in sette milioni il numero di morti premature causate ogni anno dall’inquinamento atmosferico, ha stabilito che le concentrazioni medie di particolato, per non essere nocive, non dovrebbero superare la quantità di 5 microgrammi per metro cubo. I dati raccolti dal quotidiano inglese dimostrano appunto che solo il 2% della popolazione mondiale vive in zone in cui questo limite viene effettivamente rispettato mentre 2/3 degli europei sono sottoposti a una quantità doppia rispetto ad esso.

La parte orientale del continente risulta la più inquinata con la Macedonia del Nord che risulta al primo posto per quanto riguarda la concentrazione di particolato fine che in due terzi del Paese supera di quattro volte i limiti indicati dall’Oms.

Considerando che i Paesi che seguono in questa triste classifica sono Serbia, Polonia, Ungheria, Slovacchia e Albania, si deve constatare che i Paesi con il reddito più basso sono quelli più colpiti da questa forma di inquinamento.

Tuttavia, anche aree dell’Europa occidentale fortemente industrializzate sono pesantemente investite dal fenomeno.

In Italia troviamo alte concentrazioni di particolato fine soprattutto nella Pianura padana dove in generale la qualità dell’aria risulta pessima anche per fattori geoclimatici che non favoriscono la circolazione dell’aria.

In Italia più in generale il 18% della popolazione vive in zone interessate da una concentrazione di Pm2,5 quattro volte e un altro 16% di tre volte superiori ai limiti Oms.

Padova e Verona risultano le città più colpite da questa forma di inquinamento atmosferico con punte di superamento della soglia che in alcuni giorni dell’anno sono di tredici volte.

Anche in Germania e nel Regno Unito la maggior parte della popolazione vive in zone fortemente inquinate.

Le città della Polonia hanno comunque ridotto l’inquinamento atmosferico, come risulta da un confronto con i dati del 2018, grazie a un piano di ammodernamento dei sistemi di riscaldamento domestico mentre nelle città padane la situazione rimane sostanzialmente invariata e in alcune si registra addirittura un peggioramento.

Il Parlamento europeo ha recentemente votato, in un quadro più generale di lotta contro l’inquinamento ambientale, un impegno per l’adeguamento generalizzato di tutto il territorio europeo alla soglia stabilita dall’Oms per il particolato fine in modo da ridurre al massimo i rischi non solo per la salute umana ma anche per la salvaguardia degli ecosistemi e della biodiversità.

https://www.europarl.europa.eu/news/it/press-room/20230911IPR04915/inquinamento-atmosferico-limiti-piu-severi-per-inquinamento-zero-entro-il-2050

 

Seguici

Cerca nel blog

Cerca

Chi siamo

Questo blog nasce dall’incontro di tre persone emigrate volontariamente in età adulta dall’Italia in Svizzera e che in questo Paese hanno realizzato esperienze diverse in vari ambiti lavorativi e culturali. 

Ultimi post