Maregrigio: i dolori del sesso

Da pochi giorni ho scoperto un nuovo scrittore, Vincenzo Restivo, docente di lingue e letterature straniere, mediatore linguistico e culturale, interprete e traduttore, e anche attivista per i diritti degli omosessuali. Ha esordito come scrittore nel 2013, con la “Trilogia degli insetti”, serie di romanzi di formazione a tematica LGBT. Anche i romanzi successivi, “Storia di Lou”, sulla perdita dell’innocenza e sull’identità di genere, e poi “La Santa piccola”, sulla prostituzione minorile e sull’omosessualità, confermano l’attenzione dell’autore a queste tematiche.

Questi argomenti si ritrovano, insieme a diversi altri, nel suo ultimo romanzo, Maregrigio, pubblicato dall’editore indipendente casertano “Milena Libri”. Si tratta di un romanzo corale, ambientato nel paese immaginario di Dragona, nella prima metà di giugno, quando fervono i preparativi per i festeggiamenti della Madonna sull’acqua, dalla quale i più devoti si aspettano un miracolo. I protagonisti di questo libro sono tutti, in modi diversi, infelici, e la loro infelicità ha sempre a che fare con il sesso o con la sessualità.

Ezio, un ragazzo sedicenne, vive come una colpa la scoperta della propria omosessualità, e anche l’innamoramento verso il coetaneo Francesco, ufficialmente eterosessuale e fidanzato, che di nascosto si concede a lui, ma resta comunque omofobo. Con altri ragazzini, che costituiscono una delle baby gang del paese, scrivono sui muri delle frasi ingiuriose su Ezio. Il padre di Ezio ritiene perciò necessario lavare l’onta, mostrando all’intera comunità che il figlio è un uomo vero, e perciò organizza un incontro con la giovane Teresa.

Teresa è una ragazzina che si sente disagio nel suo corpo di donna, detesta i suoi seni, avrebbe voluto fin da bambina giocare a calcio, ma, si sa, questo è uno sport per maschi, per cui non è possibile. Le uniche volte in cui i ragazzini suoi coetanei hanno fatto eccezione e l’hanno ammessa a giocare una partita sono state quelle in cui Teresa ha “accettato di eseguire” alcuni giochetti sessuali con loro e per loro. Dopo la morte della madre, il padre ha costretto Teresa a prostituirsi.

Diego e Stefano, i fratelli preadolescenti di Ezio, cominciano ad avere le prime curiosità sessuali, ma hanno atteggiamenti opposti: mentre Diego è già imperniato di tutta la cultura patriarcale e vive il corpo femminile come mero oggetto sessuale, Stefano si rende conto che non è questo il modo di vivere.

Infine Marisa, madre quarantenne di Ezio, Diego e Stefano, che intreccia una relazione sessuale con il fidanzatino della nipote della vicina; anche questa relazione avrà delle conseguenze dolorose.

Tutti i personaggi trasudano infelicità, causata dall’incapacità di essere se stessi in un paese dove vigono le leggi del patriarcato, dove esiste un solo modo di essere uomini ed è vietato amare fuori dagli schemi prestabiliti.

Leggendo il romanzo ho provato spesso una sensazione di claustrofobia, cosa insolita nei luoghi di mare, ma il mare di Dragona è, appunto, grigio, pieno della torbidità e delle bassezze dell’animo umano. E’ un romanzo da leggere, per capirsi, per capire, per rendersi conto di quanto non solo le azioni omofobe, ma anche il silenzio e l’indifferenza possano fare tanto male alle persone che ci circondano. In un Paese in cui ancora tante, troppe persone pensano che approvare una legge come quella proposta dal deputato Zan non sia una priorità, la lettura di questo romanzo può aiutare a capire, attraverso la finzione letteraria, la realtà che effettivamente ci circonda.

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