Meravigliosamente contraddittoria: la Svizzera in mostra

Quando pensate alla Svizzera che cosa vi viene in mente? Cioccolata, banche, Croce rossa, puntualità, neutralità, Guglielmo Tell… insomma, soprattutto se non ci vivete, probabilmente una serie di stereotipi talvolta fra di loro contraddittori che, come tali, generalizzano e isolano alcuni aspetti del Paese che pure esistono realmente.

Wunderbar wiedersprüclich (Meravigliosamente contraddittoria) è il titolo di una piccola, piacevole mostra attualmente in corso al Museo nazionale svizzero di Zurigo, centrata sull’immagine che gli svizzeri hanno del loro Paese e su quella che gli stranieri hanno della Svizzera.

La Svizzera è un piccolo Paese la cui importanza è nettamente superiore alle sue dimensioni, anche nell’immaginario di molti. Lo stesso manifesto della mostra illustra questa realtà; un piccolo gnomo proietta un’ombra gigantesca e dall’aspetto muscoloso.

A livello economico, ad esempio, la presenza di colossali istituti finanziari e il fatto di ospitare la sede centrale di multinazionali operanti in tutto il mondo fanno della Confederazione una potenza economica.

La Svizzera ha una lunga tradizione umanitaria; fu uno svizzero a creare la Croce Rossa che non a caso riproduce, invertendo i colori fra la croce e lo sfondo, la bandiera nazionale. 

La secolare tradizione di neutralità della Confederazione, la rende idonea a ospitare istituzioni internazionali, fra cui spicca la sede europea dell’Onu.

In Svizzera vengono ratificati importanti accordi internazionali e Il Paese viene spesso chiamato a mediare i conflitti. Dal 1953, ad esempio, la Svizzera controlla il rispetto del cessate il fuoco fra le due Coree; la mostra espone le calzature con i colori della Svizzera con i quali l’allora consigliera federale Micheline Calmy -Rey varcò la linea di demarcazione fra Corea del Sud e Corea del Nord nel 2003.

Ma al tempo stesso è un Paese dove spesso il denaro non ha odore se si pensa alle ricchezze di provenienza illecita che trovano ancora facile accoglienza nelle banche svizzere. 

La Svizzera è il Paese in cui i cittadini vengono chiamati quattro volte all’anno ad esprimere, tramite referendum nazionali, regionali o locali la propria opinione su provvedimenti decisi dai vari Parlamenti o anche a introdurre direttamente importanti innovazioni legislative.

Ma è anche il è il Paese in cui alle elezioni per eleggere i due rami del Parlamento nazionale partecipa a malapena la metà degli elettori e dove agli stranieri residenti, che costituiscono circa il 25% della popolazione complessiva, non è concesso il diritto di voto, con poche eccezioni in alcune realtà locali.

Nessuno mette in discussione il carattere democratico della Svizzera; eppure, fra gli anni cinquanta e la fine degli anni ottanta numerose personalità e militanti politici, svizzeri e stranieri, soprattutto di sinistra, furono schedati minuziosamente dallo Stato per la loro attività politica legale.

L’attività di sorveglianza provocò gravi conseguenze per molti fino alla perdita del lavoro e del permesso di soggiorno.

A partire dal 1990 le schedature furono rese pubbliche ai diretti interessati, fra cui figurava anche lo scrittore Max Frisch,   e così fu in qualche modo posto fine allo scandalo.

La difesa della propria sfera privata è considerata da ogni svizzero un bene prezioso ma questo non esclude forme ambivalenti di controllo sociale che, se, da un lato favoriscono comportamenti civici virtuosi, dall’altro possono risultare una pesante intromissione nella sfera privata altrui.

Il confronto con alcune di queste contraddizioni può essere per tutti un importante momento di riflessione e condurre sia chi vive in Svizzera sia chi la vede da fuori a una visione più equilibrata della realtà.

Alcune contraddizioni fanno parte della vita e fanno di questo piccolo Paese una realtà interessante mentre la presa di coscienza di aspetti meno accettabili può essere un incentivo, soprattutto, per chi ci vive, a rendere migliore il Paese.

La mostra presenta tutto il materiale, composto da cartelloni esplicativi documenti, vignette, libri, audiovisivi ecc. nelle tre principali lingue confederali e in inglese e resterà aperta fino al 24 aprile. Il visitatore può anche sintetizzare, scegliendole   da una lista, le cinque parole che meglio esprimono la propria immagine della Svizzera; al termine della mostra verranno rese note le parole che hanno ricevuto il maggior numero di consensi. Il prezzo d’ingresso è modico e consente come al solito di visitare l’esposizione permanente del museo e le altre attuali esposizioni provvisorie.

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Questo blog nasce dall’incontro di tre persone emigrate volontariamente in età adulta dall’Italia in Svizzera e che in questo Paese hanno realizzato esperienze diverse in vari ambiti lavorativi e culturali. 

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