No vax e ombre del passato

Il variegato mondo che in diverse parti d’Europa e del mondo si oppone alle politiche vaccinali dei governi ha anime diverse, con alcune delle quali un dialogo è possibile, anche da parte di chi pensa che una vaccinazione di massa sia l’unica barriera che siamo in grado di elevare contro la persistente pandemia.

 Il nucleo duro dei movimenti No vax   cela invece spesso retaggi di ideologie storicamente radicate e non prive di inquietanti risvolti, spesso collegate a teorie complottistiche che trovano in questi ambienti un terreno fertile. 

Il complottismo, del resto, è una tentazione perenne quando si tenta di fornire spiegazioni semplificate a fenomeni complessi o, più nello specifico, di dare un nome e un volto a un nemico invisibile.

In Germania l’opposizione alle vaccinazioni ha sempre conosciuto un ampio seguito e questo ha storicamente rallentato il successo delle campagne vaccinali, come avviene del resto anche oggi.

Nel 1874 in Germania venne introdotto l’obbligo vaccinale per i bambini, con lo scopo di frenare la diffusione del vaiolo che nei tre anni precedenti aveva causato nel Paese migliaia di morti e di infermità permanenti. La campagna ebbe un sostanziale successo, rallentato tuttavia dall’opposizione di movimenti che facevano riferimento alla cosiddetta “medicina alternativa” in cui era presente e influente una componente antisemita. Questo tipo di medicina era polemicamente contrapposto alla cosiddetta Schulmedizin, la moderna medicina basata su parametri scientificiche propugnava anche la necessità delle vaccinazioni. 

Nel 1881   Eugen Dühring pubblicò un libro in cui definiva il vaccino una forma di superstizione inventata da medici ebrei con lo scopo non solo di arricchirsi, ma anche di inquinare il sangue tedesco. Questo delirante pregiudizio ebbe ampio seguito negli anni successivi se, nel 1911, Theodor Fritsch, partendo da analoghe premesse, si spingeva ad affermare che le madri ebree non vaccinavano i loro figli per non avvelenarli.

Nel 1914 un’associazione nazionale di opposizione ai vaccini denominata Reichsverband zur Bekämfung der Impfung contava 300.000 aderenti e alcuni suoi influenti membri facevano propri i citati pregiudizi antisemiti.

Il nazismo attinse a piene mani a questa nefasta tradizione culturale, teorizzando la creazione di una medicina “ariana” da contrapporre alla “verjudete Schulmedizin”, e riallacciandosi alla tradizione antisemita anche nel rifiuto dei vaccini.

Nel secondo dopoguerra la fiducia nei vaccini crebbe anche in Germania ma una certa diffidenza è sopravvissuta e sembra aver trovato nuovo vigore, anche al di fuori del mondo tedesco, negli odierni movimenti No vax più radicali. 

In quest’ambito, anche con la sapiente regia di gruppi di chiara ispirazione neonazista, le teorie complottistiche   riprendono spesso e volentieri i più famigerati stereotipi antisemiti, non solo in Germania.

In Italia, ad esempio, Pasquale Bacco e Angelo Giorgianni nel loro Strage di Stato. Le verità nascoste del Covid-19, dopo aver vaneggiato del Covid come “banale influenza”, inventata allo scopo di giustificare un colpo di stato orchestrato per dominare il mondo, aggiungono: “Vogliamo dire chi comanda nel mondo? Comandano gli ebrei! Sta tutto in mano a loro! Tutte le lobby economiche e le lobby farmaceutiche hanno tutto in mano loro!”

Dal Rapporto sull’antisemitismo, pubblicato dalla Federazione svizzera delle comunità israelite emergeva che nel 2020 circa metà delle esternazioni complottistiche antisemite, registrate nella Confederazione, facevano riferimento alla pandemia.

Il complottismo No vax può assumere anche sfumature diverse, dimostrando una capacità camaleontica di pescare nel cascame ideologico del passato e al tempo stesso di legarsi alle paure e ai pregiudizi del presente

In questa logica sarebbe un’élite mondiale, variamente definita. che complotterebbe attraverso la diffusione del vaccino per perseguire illeciti profitti economici o loschi progetti politici, quali la famigerata sostituzione etnica, un presunto piano per sostituire alle popolazioni occidentali “orde” di migranti.  

Il criminologo Alessandro Meluzzi, recentemente espulso dall’Ordine dei medici, è arrivato ad affermare che gli appartenenti a questa élite si farebbero somministrare dei placebo al posto dei vaccini per salvaguardare la loro salute, mentre alla gente comune sarebbero somministrati vaccini, da lui ritenuti letali, con lo scopo di ridurre la popolazione mondiale. 

Ovviamente, non ogni forma di diffidenza o addirittura di avversione al vaccino è assimilabile a forme più o meno velate di rigurgiti neonazisti ma sta di fatto che in situazioni di crisi complessiva come quella indotta dall’attuale pandemia, c’è sempre chi è pronto a soffiare sul fuoco del pregiudizio e dell’intolleranza; la vigilanza è sempre necessaria qualunque sia la nostra posizione riguardo alle politiche vaccinali dei vari governi. I critici in buona fede di queste politiche dovrebbero almeno evitare di farsi coinvolgere in strumentalizzazioni volte a discriminare interi gruppi umani, siano essi gli ebrei o i migranti come “untori” e fruitori di presunti vantaggi che la pandemia produrrebbe.

Anche chi è convinto, a buon diritto, che determinati rimedi naturali possono, in certi casi, contribuire al benessere delle persone, dovrebbe dissociarsi nettamente da strumentalizzazioni basate su un’assurda contrapposizione fra due concezioni diverse della medicina. 

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Questo blog nasce dall’incontro di tre persone emigrate volontariamente in età adulta dall’Italia in Svizzera e che in questo Paese hanno realizzato esperienze diverse in vari ambiti lavorativi e culturali. 

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