Omas gegen Rechts (Nonne contro la destra) è un movimento nato nel 2017 che ha conosciuto un forte sviluppo in Austria e in Germania.
Susanne Scholl, una delle fondatrici e delle dirigenti del Movimento, ha accettato di parlare con Sconfinamenti del movimento e di altri aspetti della situazione austriaca ed europea. Susanne Scholl appartiene a una famiglia ebrea austriaca, molti dei cui membri sono stati vittime della barbarie nazista. È stata per molti anni corrispondente da Mosca del servizio pubblico radiotelevisivo del suo Paese. Ha scritto numerosi romanzi e saggi su vari argomenti ed è da sempre attiva sulle tematiche dell’impegno civile e della lotta per i diritti umani
Susanne, com’è nato il movimento Omas gegen Rechts?
L’idea nacque verso la fine del 2017 in Austria come reazione a una situazione politica che stava producendo un governo con la presenza di un’estrema destra pericolosa, tanto più in un Paese che ha conosciuto gli orrori del nazismo e dell’antisemitismo. (Nel dicembre del 2017 si formò il primo governo guidato da Sebastian Kurz , leader dei popolari dell’ÖVP che diede vita a un’alleanza fra ÖVP e FPÖ. con forti connotazioni di destra anche estrema, soprattutto nella componente FPÖ, un partito con tratti apertamente fascisteggianti. Ndr). Monika Salzer creò in quel clima nel novembre del 2017 il gruppo Facebook Omas gegen Rechts. Decisi allora di prendere contatto con Monika, condividendo l’esigenza che la ispirava e divertita dall’ironia insita nel nome stesso del suo gruppo FB che segnalava un approccio nuovo alla politica.
Il clima politico che aveva favorito la formazione di un governo con caratteristiche così pericolose richiedeva la presenza di un movimento di persone che rinnovassero la memoria del passato, segnalassero il pericolo di un ritorno ad esso e trasmettessero questa memoria alle nuove generazioni.
Per persone con trascorsi familiari come i miei, la situazione appariva del tutto insostenibile e il bisogno di far sentire la propria voce irrinunciabile; molte persone della mia età che avevano maturato una certa esperienza della vita e del passato austriaco hanno preso coscienza insieme a noi che un patrimonio di memoria così prezioso non poteva essere sprecato. Sviluppammo insieme allora l’idea originaria dando vita a un vero e proprio movimento che nel maggio 2018 si è costituito in Associazione.
Quali sono stati gli sviluppi successivi?
Proprio il nostro approccio originale alla politica, esplicitamente estraneo alle strutture e alle logiche dei partiti tradizionali anche di opposizione, ha decretato fin da subito il successo delle nostre iniziative; molte persone ci hanno detto di riconoscersi pienamente nel nostro modo efficace e coinvolgente di far politica, con quel pizzico di ironia che fa parte della migliore tradizione austriaca. Del resto, il fatto che attualmente molti movimenti riescano meglio dei partiti tradizionali a incanalare il bisogno diffuso di partecipazione politica, non è certo un fenomeno solo austriaco.
Il movimento si è rapidamente sviluppato non solo in Austria ma anche in Germania. dove esistono numerosi gruppi affiliati mentre altri stanno nascendo a Bolzano e nella Svizzera tedesca.
Quali sono, oltre agli aspetti già delineati, le caratteristiche e gli obiettivi del movimento?
La nostra indipendenza da tutti i partiti ci ha consentito una grande libertà d’azione e la possibilità di concepire la difesa della democrazia anche come salvaguardia dello stato sociale, dello stato di diritto, dei diritti umani che i vari governi europei e le stesse forze di sinistra stanno piano piano dimenticando.
Ad esempio. dal settembre scorso, ogni volta che la situazione pandemica lo consente, facciamo un picchetto davanti alla Cancelleria per chiedere al governo austriaco e ai governanti dell’Ue di accogliere in Europa i migranti che vivono in condizioni disumane nei vari campi profughi o che premono inutilmente alle frontiere dell’Europa.
Tutti i giorni praticamente vediamo esseri umani morire e i nostri governanti non muovono un dito per soccorrerli.
A questo proposito ho appena pubblicato un breve saggio di denuncia della vergognosa situazione di un’Europa incapace di affrontare un problema che sarebbe perfettamente gestibile se solo ci fosse la volontà politica di farlo. (Susanne Scholl, Schäm dich, Europa! Edition Konturen 2021 Ndr).
Dopo un’iniziale tensione, la polizia ora tratta benissimo le partecipanti ai nostri picchetti mostrando comprensione e simpatia e proteggendoli da possibili attacchi. La presenza rassicurante di noi donne fra i settanta e gli ottanta anni costituisce spesso una garanzia che anche manifestazioni numerose con una partecipazione composita si svolgano pacificamente.
Omas gegen Rechts si batte anche per la giustizia climatica e si propone come ponte fra generazioni diverse.
La battaglia contro il riscaldamento globale e per la giustizia climatica rientra a pieno titolo nella nostra idea di difesa della democrazia, dei diritti e per la salvaguardia del futuro dei nostri figli e dei nostri nipoti. Questo crea una corrente di simpatia verso le Omas da parte dei più giovani che spesso ci aiutano e partecipano alle nostre manifestazioni.
In questo modo si realizza in effetti un’alleanza fra le generazioni in un momento in cui la pandemia tende invece a creare delle crepe fra di esse, che in Austria si avvertono soprattutto riguardo alla campagna vaccinale, rispetto alla quale i più giovani si sentono un po’ messi in secondo piano
Il nome stesso del movimento segnala una chiara impronta femminista.
Ci rendiamo conto con preoccupazione che le giovani donne sono oggi costrette a battersi per gli stessi obiettivi per cui ci siamo battute noi e questo arretramento ci appare inaccettabile. Noi “nonne” ci sentiamo perciò obbligate a sostenere le nuove generazioni di donne nella conquista dell’eguaglianza a tutti i livelli.
Per questo abbiamo voluto creare un movimento di donne, nonostante le sollecitazioni a coinvolgere anche “i nonni” che eventualmente devono organizzarsi in modo autonomo; nel frattempo possono naturalmente partecipare alle nostre iniziative ma il movimento deve rimanere in mano alle donne.
Dall’inizio del 2020 si è formata una coalizione, sempre guidata da Kurz fra i popolari dell’ÖVP e il partito dei Verdi austriaci che appare un po’ anomala.
Die Grünen, i Verdi austriaci, aderendo alla coalizione guidata dal cancelliere Kurz, hanno tradito molte aspettative dei loro elettori, condividendo, per esempio in materia di accoglienza dei migranti, le politiche restrittive dell’attuale governo e venendo meno a uno dei punti caratterizzanti della loro precedente linea politica.
Il gruppo dirigente dei Verdi giustifica la sua sostanziale subalternità alla destra come un modo per frenarne le spinte più estreme ma questo non trova riscontro nella realtà di tutti i giorni in cui appare al contrario sempre più evidente l’incapacità del partito ecologista di tenere testa a un alleato ben più navigato nei giochi politici e istituzionali. Molti elettori dei Verdi si mostrano delusi ed è probabile un tracollo del partito nelle prossime consultazioni elettorali.
Questa difficoltà non riguarda solo i Verdi austriaci.
Un po’in tutta Europa i partiti ecologisti sono confrontati con la necessità di collocare le tematiche ambientaliste in una prospettiva più ampia di difesa dei diritti di tutti gli esseri umani. Il venir meno di questa prospettiva complessiva rischia di snaturare completamente gli aspetti caratterizzanti di un’incisiva politica ambientale che è stata il punto di forza dei Verdi un po’ in tutto il mondo. Alexander Langer, il cui pensiero ha influenzato la riflessione ecologista di papa Francesco, aveva intravisto con grande lungimiranza i problemi con i quali oggi i Verdi si devono misurare nei loro rapporti col potere. Questo avviene in un momento in cui le tematiche ambientali sono molto sentite soprattutto fra i giovani, in Austria e nel mondo ma il referente di questa accresciuta sensibilità sono attualmente più movimenti come Fridays for Future che i vari partiti ecologisti.
Sulle politiche migratorie indignarsi non basta: che cosa si può fare per cambiarle radicalmente?
Come questo possa avvenire non appare al momento chiaro ma non bisogna cedere alla rassegnazione e non dobbiamo mai stancarci di essere molto “rumorosi” e proclamare in tutte le sedi possibili la nostra pressante richiesta di politiche migratorie rispettose dei diritti umani. Oltretutto in molti casi l’Europa vende spesso armi a Paesi in guerra producendo in tal modo vittime di cui poi non si occupa. Inoltre, l’Europa finisce per tradire i principi democratici e umanistici su cui dovrebbe essere fondata la sua esistenza.
La politica tradizionale ha fallito clamorosamente a questo riguardo e non resta che agire per mutare l’atteggiamento dell’opinione pubblica come facciamo noi cercando di sensibilizzare le persone una per una durante i nostri picchetti.
La sinistra, in nome di un presunto realismo, ha assecondato la destra nelle sue ottuse politiche di chiusura verso i migranti; in questo modo non solo tradisce la sua natura ma finisce anche per perdere consensi. Anche in questo ambito, come in altri, è necessario uno sguardo lungo, che affronti i problemi di fondo e non si limiti a tenere d’occhio i sondaggi in vista delle prossime elezioni.