Onu: una riforma necessaria

L’Onu è strutturata da un punto di vista organizzativo secondo un modello che tiene conto degli equilibri fra le potenze emersi dopo la Seconda guerra mondiale.

Da quell’epoca sono avvenuti mutamenti profondi di ogni genere che impongono un adeguamento anche delle strutture del più grande organismo mondiale che altrimenti rischia di perdere di giorno in giorno efficacia e rappresentatività.

Non a caso nel corso del biennio in cui la Svizzera fa parte come membro provvisorio del Consiglio di sicurezza tre accademici svizzeri hanno elaborato una proposta di riforma che investe il Consiglio di sicurezza, l’organo esecutivo dell’organizzazione a cui sono demandati in primo luogo i tentativi internazionali di mantenere o ristabilire la pace. https://www.faz.net/aktuell/politik/staat-und-recht/eine-reform-des-un-sicherheitsrats-ist-moeglich-18963691.html

Attualmente le 5 potenze uscite vincitrici dalla Seconda guerra mondiale sono membri permanenti del Consiglio e il fatto che anche   una sola di esse possa esercitare  il diritto di veto bloccando in tal modo qualsiasi risoluzione  ha impedito finora un’azione efficace di questo organismo. 

La proposta dei tre accademici ha un carattere pragmatico in quanto punta a una maggiore rappresentatività e funzionalità del Consiglio di sicurezza, tenendo però anche realisticamente conto del peso delle nazioni più potenti. 

La riforma prevede che il Consiglio aumenti a 25 il numero di Stati che lo compongono che attualmente sono 15; i membri permanenti passerebbero da 5 a 10 e quelli provvisori da 10 a 15.

I nuovi criteri per la scelta dei membri permanenti si basano sul peso demografico di ciascun Paese, sulla sua rilevanza economica e sull’ammontare del contributo volontario che ogni Stato versa per il finanziamento dell’Onu.

Ogni area geografica del mondo dovrebbe inoltre avere almeno un rappresentante fra I membri permanenti.

Per accrescere le possibilità di successo della proposta di riforma gli attuali membri del Consiglio dovrebbero conservare il loro seggio nel Consiglio, anche se la Francia non sembra corrispondere ai criteri sopra esposti.

Tenendo conto di tutte queste considerazioni il nuovo Consiglio sarebbe composto come membri permanenti da Brasile, Cina, Francia, Germania, Giappone, Gran Bretagna, India, Nigeria, Russia e Usa.

La lista dei membri permanenti dovrebbe essere rivista e approvata ogni 15 anni con un voto a maggioranza semplice. 

Le risoluzioni del Consiglio dovrebbero essere prese a maggioranza semplice con il voto contrario di non più di due membri permanenti. Il diritto di veto si applicherebbe dunque solo nel caso di opposizione di almeno tre membri permanenti.

Quanto alla possibilità che la proposta possa essere affossata proprio dal ricorso al diritto di veto, i tre accademici fanno presente che esso potrebbe essere esercitato solo alla fine del processo di riforma; in primo luogo sarebbe necessaria l’approvazione della proposta da parte dei 2/3 dell’Assemblea generale, riunita in un Conferenza straordinaria con il potere di sottoporla al Consiglio di sicurezza che sarebbe in tal modo sottoposto a una forte pressione diplomatica non facilmente superabile..

Naturalmente la crisi attuale dell’Onu e di molte altre istituzioni internazionali è essenzialmente di natura politica ed è legata a una rischiosa fase storica di transizione verso nuovi, al momento alquanto imperscrutabili, equilibri mondiali. Non si tratta certo di una transizione indolore ma al contrario di un processo che acuisce e moltiplica le tensioni ma questo non impedisce che proposte come questa che tendono realisticamente a far avanzare il rispetto dei diritti dei popoli senza ignorare gli interessi geopolitici delle varie potenze in gioco, possano dare un contributo positivo al consolidamento di nuovi equilibri di coesistenza pacifica

Seguici

Cerca nel blog

Cerca

Chi siamo

Questo blog nasce dall’incontro di tre persone emigrate volontariamente in età adulta dall’Italia in Svizzera e che in questo Paese hanno realizzato esperienze diverse in vari ambiti lavorativi e culturali. 

Ultimi post