Oro pulito

L’oro rappresenta una forma di investimento particolarmente sicura e redditizia che attrae anche i piccoli investitori. Il suo valore rispetto a trent’anni fa è quasi quintuplicato in termini di valore reale, cioè al netto dell’incremento dei prezzi.

In questo modo il risparmiatore, in un’epoca di turbolenze geopolitiche e di incertezze finanziare, trova nell’oro un bene rifugio affidabile nel tempo, nonostante la volatilità delle sue quotazioni. La maggior parte dell’oro viene ricavato dalle miniere mentre una quantità molto inferiore si ricava da corsi d’acqua misto a sabbia e materiale roccioso o da processi di riciclo. Il 49% dell’oro viene utilizzato per orologi e gioielli. Il 17% per investimenti, il 15% viene acquistato dalle Banche centrali e il 7% inserito in strumenti tecnologici. Una parte dell’estrazione dell’oro avviene in modo totalmente illegale prevalentemente in zone rette da regimi autocratici o al centro di conflitti, ad esempio nella Repubblica democratica del Congo e in Sudan.  Per la Russia l’estrazione e il commercio illegale di oro è una fonte di finanziamento dell’aggressione all’Ucraina che rende possibile attenuare il peso delle sanzioni. L’estrazione e il commercio illegali sono  legati a una rete che comprende altre forme di attività criminali quali il commercio di droga e di uomini.

L’industria mineraria in genere compresa quella dell’estrazione dell’oro è in gran parte affidata a multinazionali che ricevono concessioni da governi delle regioni interessate e che dispongono di un alto livello di meccanizzazione oltre alle quali operano   poi imprese artigianali che dispongono di scarsi strumenti tecnologici.

Per il risparmiatore, tralasciando il possibile investimento in gioielli, è possibile acquistare l’oro in forma fisica o attraverso prodotti finanziari strutturati e in entrambi i casi si pongono problemi dell’eticità dei propri acquisti relativi al fatto che il prodotto acquistato sia estratto e commercializzato nel rispetto dei diritti umani e dell’ambiente.

L’impatto ambientale, soprattutto se non gestito legalmente e correttamente può risultare ingente.  Si può infatti verificare il disboscamento di aree adiacenti alle miniere mentre, nel processo di estrazione, possono essere utilizzate sostanze chimiche come cianuro e mercurio che rischiano di inquinare le riserve idriche della zona e di compromettere gli ambienti acquatici circostanti. L’istallazione degli impianti funzionali alla miniera può causare dislocazioni forzate di interi gruppi umani e di compromissione della qualità della loro vita e delle attività economiche preesistenti, compensati in modo del tutto inadeguato   dall’impiego di manodopera locale nella miniera; i grandi profitti dell’estrazione e del commercio dell’oro finiscono quasi sempre a gruppi estranei dai luoghi di estrazione. Le miniere, non solo quelle illegali, sono inoltre  luoghi di sfruttamento della manodopera anche minorile.  

Per questo l’acquirente deve accertarsi della provenienza del metallo, delle condizioni di lavoro di chi lo estrae in termini di salute, della corresponsione di salari equi per i minatori, dell’  assenza di lavoro minorile e del fatto che nelle miniere non venga fatto uso di procedimenti devastanti per gli ecosistemi. La filiera del prodotto dall’estrazione al consumatore deve inoltre rispondere a criteri di trasparenza. Ovviamente il singolo risparmiatore non può indagare in modo individuale la rispondenza dell’oro acquistato ai criteri sopra esposti e deve perciò affidarsi ad associazioni che forniscano informazioni e garanzie al riguardo  Un marchio internazionale che garantisce l’eticità dei propri acquisti è Fairtrade,  un consorzio internazionale   che rilascia il marchio di commercio equo e solidale ad aziende attive  in diversi settori in modo da favorire il loro inserimento nei circuiti del mercato globale con criteri di correttezza e trasparenza. Anche il rispetto dell’ambiente è un criterio importante per ricevere il marchio Fairtrade. Per quanto riguarda l’oro, Fairtrade garantisce, con modalità e in misura diverse da un Paese all’altro, la produzione e la commercializzazione   del metallo destinato sia alla produzione di gioielli   che agli investimenti, controllando e certificando tutti i livelli della filiera. Fairtrade   collabora con piccole imprese minerarie che s’impegnano a estrarre l’oro con il minimo impatto ambientale possibile nel rispetto dei diritti umani, di quelli sociali e della salute dei minatori, delle loro famiglie e delle popolazioni che vivono nei pressi delle miniere. Le piccole imprese minerarie vengono poi sostenute nell’accedere in modo vantaggioso ai mercati di tutto il mondo, sottraendosi a intermediazioni svantaggiose e opache.

La trasparenza di tutta la filiera secondo i principi stabiliti da Fairtrade è garantita da controlli rigorosi.; tutto questo è possibile anche perché il consumatore si impegna corrispondere un leggero sovrapprezzo.

Al di fuori del marchio Fairtrade esistono prodotti offerti da banche e agenzie specializzate che offrono oro fisico e derivati secondo criteri di sostenibilità umana e ambientale meno rigorosi di quelli che possono fregiarsi del marchio Fairtrade che corrispondono a criteri riconosciuti a livello internazionale con il marchio Environmental Social Governance (ESG).

Insomma, le informazioni non mancano e anche ogni consumatore è chiamato a fare la propria parte per ridurre la sofferenza del mondo.

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Questo blog nasce dall’incontro di tre persone emigrate volontariamente in età adulta dall’Italia in Svizzera e che in questo Paese hanno realizzato esperienze diverse in vari ambiti lavorativi e culturali. 

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