Psicologia in tempo di guerra

Il centro di salute mentale ucraino denominato The Soul esiste dal febbraio del 2021, come associazione professionale di psicologhe impegnate in ambiti e con formazione e orientamento diversi, per offrire assistenza psicologica al numero più vasto possibile di persone.

https://ukrainiancircle.com.ua/en

Un anno dopo l’inizio dell’invasione russa nel   febbraio del 2022, le psicologhe fondatrici hanno aperto un Centro di crisi, che dal 2023 opera come Ong per offrire gratuitamente servizi di salute mentale alle persone colpite o traumatizzate dalla guerra. Inizialmente l’attività del gruppo si svolgeva a Kiev, con terapie personali e di gruppo, in seguito si è reso utile e necessario organizzarla online, con il supporto di sponsor internazionali. Il servizio si rivolge, nei limiti del possibile, sia a chi è rimasto in Ucraina sia alle persone che hanno dovuto abbandonare il Paese, che sono oltre sei milioni.

Alle due fondatrici si sono presto aggiunte altre due collaboratrici; a seguito degli eventi bellici   una psicologa   si è stabilita in Belgio e un’altra a Singapore ma la distanza non impedisce un lavoro di équipe. Data l’enorme a richiesta di questo tipo di assistenza dopo l’attivazione del servizio online, è stato necessario   in seguito integrare il gruppo con altri cinque specialisti in grado di lavorare con persone dentro e fuori l’Ucraina.

La missione dichiarata del Centro è di aiutare a sopravvivere mentalmente ai traumi bellici e a costruire un sistema di resilienza che consenta di immaginare e costruire un futuro per se stessi, per il Paese e per le prossime generazioni.

L’attività online è iniziata nel l’autunno del 2022 con una serie di gruppi tematici di supporto denominati  Meetings with The Soul, che hanno approfondito ogni volta una tematica particolare e si svolgevano ogni sabato alle 11, con la possibilità per gli interessati di collegarsi via Zoom. Lo scopo di queste sessioni era di aiutare le persone a esprimere ed elaborare i propri sentimenti, a prendere decisioni importanti, a condividere le proprie esperienze di vita per ricevere supporto dagli altri partecipanti e dagli psicologi.

Il lavoro si è sviluppato   in stretta collaborazione con organizzazioni internazionali attraverso un comune impegno che ha portato il gruppo ucraino a partecipare alla predisposizione di programmi educativi rivolti all’elaborazione della perdita e del dolore.

A partire da giugno 2023 è stato creato, con il supporto di Telegram, un progetto online rivolto a ucraine e ucraini e consistente in sessioni di crisi individuali e altre forme di   attività psicoterapeutiche.

La genesi, l’articolazione e le linee programmatiche di questo programma sono state illustrate, in una recente intervista rilasciata al quotidiano svizzero Tages Anzeiger, da Mariya Vynnytska, cofondatrice del gruppo, attualmente rifugiata a Singapore.

Anche lei, come le sue colleghe e come i pazienti, hanno dovuto inizialmente affrontare il trauma costituito dallo scoppio della guerra, anche con l’aiuto di colleghe e colleghi stranieri.

Vynnytska è   convinta che, superato lo choc traumatico iniziale, proprio l’impegno psicologico le stia dando la forza e il sostegno necessari per affrontare una situazione che rimane anche per lei drammatica.

Il lavoro di gruppo online si articola in sei moduli, ciascuno della durata di due settimane e si avvale di video, podcast liberamente accessibili; sulla base delle suggestioni suggerite ai partecipanti da questo materiale, si svolgono gli incontri settimanali di gruppo in cui vengono affrontate tematiche relative alla saluta fisica e mentale alla gestione dei traumi e delle perdite, ai rapporti umani.

Per quanto possa sembrare strano si parla  anche di denaro e di carriera perché le persone, pur consapevoli della precarietà in cui sono immerse, hanno bisogno di normalità e di una prospettiva esistenziale anche materiale. In mezzo alla mostruosa anormalità della guerra, bisogna restituire alle persone un minimo senso di normalità e di quotidianità e la sensazione di riacquisire una parte di quel controllo sulla propria esistenza che la guerra ha sottratto; il lavoro psicologico si propone appunto di produrre strategie e di fornire strumenti per questo scopo.

Chi è in qualche modo vittima della guerra è preda di un comprensibile odio e di un desiderio di vendetta verso il nemico che, secondo la psicologa ucraina, potranno essere   essere elaborati e superati, col tempo con la solidarietà di tante persone nel mondo, più che con il ravvedimento degli invasori russi, quando la guerra avrà finalmente termine. Questa solidarietà che gli ucraini hanno sentito soprattutto all’inizio della guerra e che è stata un ausilio prezioso non deve venire meno per un senso di assuefazione ad essa che non ha ragione di esistere.

A chi, almeno per il momento, non è direttamente coinvolto negli eventi bellici spetta questo ruolo attivo di sostegno e aiuto, non quello passivo di spettatori di un tragico show.

 

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Questo blog nasce dall’incontro di tre persone emigrate volontariamente in età adulta dall’Italia in Svizzera e che in questo Paese hanno realizzato esperienze diverse in vari ambiti lavorativi e culturali. 

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