La crisi della sinistra nelle sue varie coloriture in tutta Europa è un dato di fatto generalizzato; le recenti elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo hanno dimostrato quanto questo arretramento interessi tutto il vecchio continente e le successive tornate elettorali nei vari Paesi confermano questa tendenza che coincide anche con un netto spostamento di elettorato popolare verso l’estrema destra.
Fanno eccezione le recenti elezioni in Gran Bretagna dove i laburisti sono tornati al potere con un programma peraltro ultramoderato e grazie anche a un alto tasso di assenteismo e soprattutto anche a una grave crisi dei conservatori.
Sporadici successi in alcune realtà nazionali o la sopravvivenza precaria di un governo di sinistra in Spagna non contraddicono questa realtà.
Le cause di questa diffusa crisi di consenso della sinistra nelle sue varie forme sono legate alla difficile situazione economica del vecchio continente, aggravata dalle guerre in corso e dalla crisi climatica, cui fa riscontro l’incapacità dei gruppi dirigenti della sinistra di gestire questi problemi, difendendo gli interessi delle classi disagiate e dei ceti medi. Molti elettori di sinistra si sono rifugiati nell’astensionismo o hanno ceduto alle i promesse della destra populista di garantire sicurezza sociale ed economica.
Di fronte a questa situazione una parte della sinistra ha tentato di dare una risposta sia alla crisi dei gruppi dirigenti della tradizionale sinistra socialdemocratica sia all’incapacità dei gruppi di sinistra radicale di recepire questo malcontento
Capofila di questa tendenza che qualcuno ha maliziosamente definito rossobruna si può considerare la tedesca Sahra Wagenknecht che preferisce parlare di sinistra conservatrice: la popolare esponente politica tedesca ha abbandonato Die Linke, il raggruppamento di sinistra che aveva contribuito a fondare per creare un nuovo movimento politico (Bündnis Sahra Wagenknecht, BSW) che nella sua stessa denominazione rivela una forte connotazione personalistica; la BSW ha ottenuto un rilevante consenso nelle elezioni per il rinnovo dei parlamenti regionali della Sassonia e della Turingia e si pone come soggetto politico di rilevanza nazionale.
Oltre all’impegno politico diretto Wagenknecht ha compiuto uno sforzo teorico per esporre i fondamenti della sua linea politica in molti interventi pubblici e in diverse pubblicazioni, fra cui un saggio tradotto anche in italiano.
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Wagenknecht analizza dunque le cause dell’abbandono della sinistra da parte dell’elettorato popolare, individuandole prima di tutto nel fatto che la sinistra socialdemocratica ha di fatto abbracciato le politiche neoliberiste, diventando in tal modo corresponsabile di un diffuso disagio sociale. D’altra parte la leader della BSW accusa anche la sinistra radicale di essere a sua volta subalterna alle élite borghesi dominanti, privilegiando la difesa dei diritti civili a scapito di quelli sociali; anche i Verdi, al governo in Germania, sono di fatto una forza organica al sistema anche in quanto propugnatori di una svolta ecologica ritenuta dannosa per gli interessi popolari.
Il tema dell’immigrazione è un altro tema caldo della politica tedesca e un ulteriore elemento di disagio per le classi popolari che temono la concorrenza dei migranti sul mercato del lavoro.
Wagenknecht ritiene che un massiccio afflusso migratorio dai Paesi più poveri verso l’Europa finisca per impoverire i primi, oltre a minacciare il livello salariale dei lavoratori europei in generale e tedeschi in particolare; propone perciò una rigorosa regolamentazione dell’immigrazione, funzionale alle esigenze economiche della Germania e tale da non costituire una minaccia per il benessere dei lavoratori tedeschi. Chi non può essere accolto in Germania dovrà essere al massimo “aiutato a casa propria”.
In questo ambito Wagenknecht riecheggia nella sostanza soluzioni non lontane da quelle della destra tedesca ed europea, pur dichiarandosi avversa a ogni forma di razzismo.
In campo sociale propone un sostanziale miglioramento delle condizioni dei lavoratori, propugnando anche un forte intervento pubblico in campo economico.
In politica estera si mostra contraria qualsiasi appoggio alla resistenza ucraina e auspica una riappacificazione con la Russia di Putin, in vista anche di una ripresa delle relazioni economiche fra i due Paesi; li venir meno dell’approvvigionamento di gas russo è considerata una delle cause della difficile situazione economica, con gravi ripercussioni sociali, in cui la Germania è precipitata con lo scoppio della guerra.
In generale le tesi politiche di Wagenknecht sono improntate a un forte nazionalismo corroborato anche dalla tesi per cui gli interessi popolari si possono difendere meglio solo all’interno nella cornice istituzionale dello Stato nazione; ne consegue ovviamente anche un atteggiamento a dir poco tiepido verso la costruzione europea.
Wagenknecht accusa poi la sinistra di aver anteposto l’espansione dei diritti civili alla difesa degli interessi dei lavoratori, pur non dichiarandosi contraria ai primi.
A prescindere dalla figura della stessa Sahra Wagenknecht piuttosto divisiva e segnata da marcate simpatie non solo giovanil per il regime comunista dell’ex Germania est, è opportuno non demonizzare le posizioni dell’elettorato popolare e di sinistra che segue con entusiasmo la sua esperienza politica; nonostante alcune inquietanti convergenze con la destra occorre mettere alla prova l’asserita i contrarietà a qualsiasi forma di alleanza fra BSW e AfD; pur con tutte le contraddizioni e i pericoli segnalati la sedicente sinistra conservatrice ha in qualche modo frenato un successo ancora maggiore dell’ Afd nelle recenti consultazioni popolari.
Al di là delle affermazioni di principio il programma della BSW è improntato a un economicismo e a un industrialismo di stampo veterocomunista che di fatto relega in secondo piano l’espansione dei diritti civili e la lotta ai cambiamenti climatici.
Le inadempienze delle sinistre tradizionali sono reali ma la soluzione va cercata correggendo i propri errori con proposte all’altezza dei tempi.
Si tratta ad esempio di perseguire una giustizia climatica che non faccia pagare alle classi popolari il contrasto ai cambiamenti climatici che deve comunque restare prioritario.
La lotta per i diritti sociali e civili deve essere praticata senza creare improponibili gerarchie fra di essi ma riconoscendo il loro legame inscindibile.
Le politiche migratorie devono essere rimodulate con un necessario carattere di equità e d reciprocità fra Paesi ricchi e Paesi poveri, con reali proposte di riequilibrio delle diseguaglianze economici anche a livello internazionale,
Solo la buona politica di una sinistra in grado di correggere i propri errori e al tempo stesso di non rinunciare ai suoi valori di fondo in nome della momentanea richiesta del mercato politico potrà davvero contrastare efficacemente l’onda nera che sembra travolgere l’Europa.