Un romanzo fuori dagli schemi: Tutti i giorni

Ci sono romanzi diversi, perché difficilmente catalogabili in un genere letterario specifico, o perché hanno una prosa che non ci risulta familiare, o per una trama intricata e complessa. E’ tutte queste cose il libro di Terèzia Mora “Tutti i giorni”, uscito nel 2004 e recentemente ripubblicato dall’editore Keller, con l’ottima traduzione di Margherita Carbonaro. La Mora è una cinquantenne nata e cresciuta in Ungheria da una famiglia appartenente alla minoranza etnica tedesca. Nel 1990, subito dopo la caduta del muro, si è trasferita a Berlino, ed è in lingua tedesca che ha sviluppato tutta la sua produzione letteraria (romanzi ma anche opere teatrali, e traduzioni di testi dall’ungherese), produzione spesso premiata, non solo dai lettori ma anche dalla critica. Il libro che vi presento, tradotto in 10 lingue, vinse, tra gli altri, il Premio della Fiera del Libro di Lipsia. Per l’intera produzione letteraria l’autrice ha ricevuto, dall’Accademia di Lingua e Letteratura tedesca, il prestigioso premio Georg Buechner, uno degli onori letterari più importanti in Germania.

Il romanzo “Tutti i giorni” racconta la storia di Abel Nema.

L’hanno trovato in fin di vita appeso a testa in giù in un parco cittadino.
È un uomo bello, silenzioso e capace di parlare perfettamente dieci lingue senza tradire il suo accento. Allo stesso tempo Abel è un giovane uomo ambiguo, misterioso… C’è chi dice che sia un genio, e per questo lo ama. Chi, per le stesse ragioni, lo detesta.
Questo romanzo ci porta alla scoperta di un personaggio unico, iconico, quasi biblico, di cui sappiamo poco. Sappiamo che Abel Nema è fuggito da una guerra civile, da un paese che non esiste più, e che è approdato nella città occidentale di B. dove vive a contatto con un’umanità che gli somiglia: musicisti balcanici, bande di ragazzini rom, ma anche la dolce Mercedes – che lo sposa con l’intento di salvarlo – e il suo bizzarro bambino Omar che ha rinunciato a un occhio in cambio della saggezza… Leggendo il romanzo scopriremo tante altre cose su di lui, sulla sua infanzia, sul suo peregrinare, sulle sue amicizie, e anche qualche piccolo segreto. Ma scopriremo le cose sempre superficialmente, sempre restando sospesi, in uno spazio e un tempo indefiniti. Il libro non è di facile lettura, perché caratterizzato da una prosa ricca, ma anche da continui salti temporali. E’ un libro da non leggere tutto d’un fiato, ma da assaporare a piccoli sorsi, per apprezzarlo completamente. Durante la lettura ho provato sentimenti contrastanti per Abel, sempre imperturbabile, quasi abulico. Alla fine della storia, non potevo far a meno di voler bene a questo giovane uomo. Altra figura che non si può amare è il piccolo Omar, così saggio e con i piedi per terra, uno dei pochi a esprimere amore puro per Abel.

Un libro che richiede il suo tempo di lettura, ma assolutamente da non perdere.

Seguici

Cerca nel blog

Cerca

Chi siamo

Questo blog nasce dall’incontro di tre persone emigrate volontariamente in età adulta dall’Italia in Svizzera e che in questo Paese hanno realizzato esperienze diverse in vari ambiti lavorativi e culturali. 

Ultimi post