Una vittoria dell’Europa solidale

Un destino comune li accomuna da tempo, prima per aver salvato o integrato i migranti diretti o sbarcati in Italia e poi per aver subito conseguenze processuali per i “reati di solidarietà” da loro perpetrati. Ora, dopo aver superato le rispettive vicissitudini processuali siederanno accanto sui banchi del Parlamento europeo, come rappresentanti dei rispettivi Paesi, per il gruppo della Sinistra europea

 L’ elezione di Mimmo Lucano e Carola Rackete ci consegna un barlume di speranza in un quadro fosco caratterizzato dall’avanzata massiccia dell’estrema destra portatrice, fra le altre cose, di una politica ferocemente persecutoria verso i migranti, alimentata dall’incapacità dei governi e delle istituzioni europee di concordare e gestire in modo umano ed efficace il fenomeno migratorio.

Lucano ha portato avanti fin dal 1999, prima come privato cittadino, poi come consigliere comunale e come sindaco, un progetto di accoglienza verso gruppi di migranti basato sul recupero di abitazioni abbandonate e di antichi mestieri.  Si è trattato di un programma concreto di inclusione che al tempo stesso ha favorito il rilancio e la valorizzazione di un territorio altrimenti destinato all’abbandono e allo spopolamento. L’esperienza ha avuto una positiva risonanza mondiale ma è stata inopinatamente interrotta da una serie di accuse contro Lucano che andavano dalla   truffa aggravata alla concussione, all’ abuso d’ufficio, al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.  Privato di ogni incarico e trattato alla stregua di un criminale, Lucano è stato infine rinviato a giudizio e condannato a ben 13 anni e due mesi di reclusione, quasi il doppio di quanto richiesto dal Pubblico Ministero, e a una pena pecuniaria di 700.000 euro. Fra l’altro in nessuna fase dell’iter processuale   è mai emerso nemmeno il sospetto che Lucano abbia agito perseguendo interessi personali.

La sentenza ha suscitato un vasto movimento di opposizione non solo in ampi settori di opinione pubblica ma anche in ambito giuridico. Inevitabilmente nell’ottobre del 2023 in appello la sentenza è stata praticamente ribaltata e Lucano ha ottenuto giustizia.

 Lo scorso 9 giugno è stato rieletto anche sindaco di Riace e potrà ora portare avanti con ancor maggiore risonanza e appoggio internazionali il suo programma di accoglienza, del resto mai del tutto abbandonato.

Carola Rackete nel 2019, al comando della nave Sea Watch 3, dopo aver salvato 53 migranti davanti alla costa libica, si è trovata di fronte alla chiusura dei porti italiani per decisione dell’allora ministro degli interni Matteo Salvini. Dopo un’inutile e estenuante attesa che la situazione si sbloccasse, la capitana tedesca ha deciso comunque di attraccare senza autorizzazione nel porto di Lampedusa, giudicando insostenibile la situazione dei migranti stremati dopo oltre 15 giorni di permanenza in mare. Arrestata al momento dello sbarco è stata liberata dopo 4 giorni di arresti domiciliari e il successivo rinvio a giudizio si è concluso nel 2021 con l’archiviazione e il riconoscimento di uno sbarco avvenuto in stato di necessità.

Rackete non esercita più da anni la sua attività di comando di navi impegnate nei salvataggi nel Mediterraneo ma ha costantemente mantenuto il suo impegno in campo ecologico e di difesa dei diritti umani; insieme a  Lucano costituirà una presenza preziosa nel nuovo Parlamento di Strasburgo in quanto entrambi sono una testimonianza vivente di azioni incisive a favore dei migranti.

 Anche le poche forze politiche e sociali impegnate a trovare soluzioni adeguate da contrapporre al fallimento delle politiche migratorie europee non sono andate spesso oltre a una sterile protesta senza riuscire a incidere sulla realtà.

Rackete e Lucano sono stati invece in grado di mettere in atto soluzioni concrete; la capitana tedesca    con coraggio e pagando il prezzo di una vera e propria persecuzione politica e giudiziaria, ha affermato concretamente il principio che le vite umane vanno salvate sempre e comunque, senza nessuna remora o calcolo politico. Questa è l’unica risposta possibile ai governi che ogni giorno di fatto utilizzano la morte come deterrente per tentare inutilmente di frenare un fenomeno che va invece governato con saggezza e umanità.

Lucano conduce con tenacia un progetto di accoglienza in grado di apportare benessere e sviluppo anche in zone altrimenti destinate alla miseria e all’abbandono, creando legami fondati su una comune base umana e materiale fra gli abitanti del piccolo paese di Riace e i nuovi arrivati.

Certo questi esempi non sono in grado di dare risposte complessive ai problemi delle migrazioni che richiedono interventi statali di ben altro spessore e complessità.  Ma indicano comunque una strada concreta da percorrere e sono un antidoto concreto all’intolleranza dilagante.

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Questo blog nasce dall’incontro di tre persone emigrate volontariamente in età adulta dall’Italia in Svizzera e che in questo Paese hanno realizzato esperienze diverse in vari ambiti lavorativi e culturali. 

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