“Àncora… devo trovare un’ àncora.
Qualcosa che mi aiuti a ricordarmi, che posso stare come voglio in qualsiasi momento.”
Mi piace pensare che questa poteva essere la riflessione del giovane Leonard Want,
protagonista della trilogia “La parola magica”, di Paolo Borzacchiello.
Buongiorno a te, come hai trascorso questa settimana?
Questo inizio così immersivo serve a introdurre l’argomento con cui ci eravamo salutati settimana scorsa.
Come scegliere un’àncora?.
Questa domanda è bellissima, specie se fatta da te, chiunque tu sia; sono più che certa che sei strapieno di ancore.
Perché?
C’è una canzone che ti riporta a uno specifico momento ed emozione, nella tua vita?
Piuttosto che un profumo o un ricordo , che ti fa fare un viaggio nel tempo?
Ecco, questi sono tutti ancoraggi.
Non li hai solo tu, possiamo notarli anche nei nostri amici animali.
Ad esempio, un gesto o una parola, che scatenano in loro, una reazione.
Quando dico ai miei cani “chi c’è”, cosa che di solito faccio quando sta per rientrare in casa un altro membro della famiglia , loro iniziano a saltellare e scodinzolare pronti a far festa.
La cosa divertente, è che quando al telefono dico al mio interlocutore “che c’è” loro, per assonanza, confondono le due parole e iniziano i loro riti di scodinzolamenti e guaiti.
Questo tipo di ancoraggi, detti anche condizionamenti, si possono creare così come sciogliere.
Se per crearne, occorre ripetere più volte lo stimolo e la risposta che desideriamo ottenere, per scioglierli occorre invece trovare una soluzione alternativa e desiderata. Anche in questo caso, è necessario ripeterli più volte.
Ad esempio, io da bambina adoravo il film Dumbo, (ancoraggio positivo). Poi alle medie hanno iniziato a chiamarmi così per via delle mie orecchie importanti (ancoraggio negativo).
Con il tempo, ho imparato ad apprezzare le mie mirabolanti orecchie. Se oggi mi chiamano ancora con quel nome, sorrido.
In caso di traumi più importanti invece, ti suggerisco di sentire in ogni caso uno specialista.
Può sembrare strano, o almeno, a me lo è sembrato quando ho imparato queste cose.
Mi sembrava troppo semplice per essere davvero efficace. Tuttavia ricordiamoci che il nostro cervello è sensibile a ciò che immagina vividamente, come se lo stesse vivendo realmente.
Quindi per scegliere un ancoraggio, ti suggerisco di cercare nei tuoi ricordi. In quella volta che avevi fatto bene, che eri fiero e soddisfatto di te.
Non a caso, ho voluto chiamare questa s-malattia “ascoltati”.

Scegli quel gesto, quella canzone, quella parola che ti riporta a quelle sensazioni. Fatti aiutare dalla tua memoria, chiudi gli occhi e ascolta le tue sensazioni.
Questo renderà la tua ancora molto forte.
Tuttavia, sono sicura che ti è capitato di affrontare dei momenti critici senza alcuno strumento… Eppure ne sei venuto fuori.
Quindi come prepararsi a un periodo difficile prima che questo si verifichi?
Altra domanda.
Prossima s-malattia.
Ti auguro uno strepitoso proseguimento di settimana e non dimenticare:
A volte basta solo un primo passo per cambiare il mondo,
ma per rivoluzionarlo davvero, non può restare il solo.