Alcuni giorni fa, durante una lezione d’italiano con studenti di livello avanzato, è nata una discussione animata e profonda sul tema della ricchezza. Avevamo letto in classe un brano di Alberto Moravia, tratto da Racconti surrealistici e satirici, in cui un improbabile extraterrestre inviato dalla Luna doveva scrivere un rapporto di osservazione sulla specie umana. L’ironia e gli equivoci sono alla base di questo racconto, in cui attraverso uno sguardo completamente estraneo alle dinamiche sociali e al sistema economico e culturale del pianeta Terra, emerge un quadro confuso e critico degli esseri umani, divisi in due “razze” ben distinte: i ricchi e i poveri, contraddistinte da comportamenti, gusti e inclinazioni opposte e, secondo il nostro inviato lunare, innate. C’è evidentemente dietro all’ironia e all’originalità del pretesto narrativo una forte critica sociale dell’autore che riconosce nei soldi la causa prima di ogni disuguaglianza e ingiustizia sociale.
Che i soldi permettano alle persone vite agiate, privilegi e molta più serenità è un fatto indiscusso, ma ho voluto provare a spostare la riflessione su un piano più filosofico-esistenziale, ponendo agli studenti questa domanda: che cosa definisce, secondo voi, una persona “ricca”, al di là della disponibilità di denaro?
Le risposte sono state tutte molto interessanti, alcune inconsuete e mi hanno fatto riflettere molto, nei giorni successivi, al valore che diamo a una vita, a ciò che spesso do per scontato o dimentico di possedere, mentre per molti rappresenta un traguardo inestimabile.
Innanzitutto la salute, intesa come un insieme di fattori fisici e psicologici che ci permettono di condurre una vita dignitosa senza limitazioni o sofferenze. Del resto, proprio in questi giorni la triste notizia che il Re d’Inghilterra Carlo è malato di cancro, dimostra la tesi sul valore indiscusso della salute, anche per chi possiede un Regno. Un valore che trascuriamo, soprattutto nel mondo occidentale, seguendo uno stile di vita sempre più frenetico e sordo a qualunque segnale che il nostro corpo tenta di comunicare e che ci porta a “riparare” sempre a posteriori, agendo massicciamente e con sistematicità con soluzioni prevalentemente medicinali.
Sarebbe interessante spostare la prospettiva partendo proprio dalla presa di coscienza che la salute è ricchezza, da proteggere e investire bene, esattamente come il denaro, puntando alla preservazione nel lungo periodo piuttosto che alla cura d’emergenza.
Un altro fattore che a detta del mio sondaggio in classe definisce per molti una vita ricca è la presenza di relazioni sane e profonde. Che si tratti di rapporti amorosi o coniugali, piuttosto che amicali, tutti sembrano concordare sulla famosa citazione tratta dal film cult “Into the wild”: La felicità è reale solo se condivisa. Ma attenzione, a questo elemento, molto spesso dato per scontato quando non ci si ritrova a dover gestire anni di solitudine non scelta, si lega un altro valore molto citato, che consiste nel raggiungimento di un equilibrio interiore tale da permetterci di stare bene con le persone senza disprezzare i momenti da soli, fondamentali per ascoltarsi, godere del silenzio e del tempo per riflettere, fare bilanci, prendere decisioni.
Insomma una persona molto ricca sa stare insieme agli altri con la stessa serenità ed equilibrio con cui sa stare da solo con se stessa.
La riflessione ha poi preso inclinazioni politiche e sociali con uno studente che ha evidenziato l’importanza del contesto in cui si vive, inteso come la somma di diritti universali rispettati, libertà di opinione e possibilità di formarsi e lavorare (anche in questo caso, condizioni apparentemente scontate per noi, ma non per le donne in Afghanistan, tanto per fare un esempio). Senza contare la stabilità politica di un Paese e l’assenza di conflitti in atto.
Anche le condizioni climatiche in cui si vive, per alcuni, rappresentano un valore fondamentale per valutare la propria ricchezza. Ambienti con climi estremi aumentano inevitabilmente i pericoli e i disagi, alzano il rischio di contrarre malattie, quindi vanno a intaccare il valore della salute e aumentano anche le probabilità di perdere quel poco che si possiede o doverlo abbandonare, per esempio in caso di siccità estreme o inondazioni.
Infine, una delle risposte più poetiche che ho ricevuto è stata: per me una persona ricca è circondata di bellezza, intesa in maniera molto personale. In pratica identificare il proprio concetto di bellezza e circondarsene, che sia nella natura, nella musica, nell’arte, nella letteratura o nella moda. Riuscire a capire cosa percepiamo bello e inseguirlo, nei limiti delle nostre possibilità, arricchisce la vita.
Insomma a pensarci bene c’è un ampio margine di miglioramento nelle vite di tutti noi e penso che questo piccolo esercizio possa aiutare a definire meglio quali valori arricchiscono le nostre vite e come possiamo perseguirli date le nostre possibilità e condizioni economiche di partenza.
Ognuno poi può inserire i propri e questo è il bello, rispetto all’unico elemento di valutazione rappresentato dal denaro, per quanto ribadisco fondamentale per determinare le basi di una vita dignitosa. Ma siamo così sicuri che basti? Provate a pensare alle persone più serene e in pace con se stesse che conoscete. Sono tutte estremamente facoltose?
Io, per esempio, ho aggiunto alla lista dei miei studenti il viaggiare, che per me, malata di Wanderlust, è una priorità assoluta proprio perché mi migliora, arricchendomi di prospettive, sguardi nuovi e tanta meraviglia.
E la vostra ricchezza dove risiede? Dove la cercate? Dove l’avete trovata?