A Zurigo si vota per la Züri City Card

Il prossimo 15 maggio gli elettori della città di Zurigo saranno chiamati a votare sul finanziamento di 3,2 milioni di franchi necessari per introdurre la Züri City Card. Si tratta di un documento che verrà offerto a tutti coloro che vivono in città.

La Züri City Card si propone di offrire ai possessori un accesso semplificato e vantaggioso a tutte le informazioni, i servizi, le offerte culturali e per il tempo libero riguardanti la Città. Il documento non conterrà informazioni sulla nazionalità e sulla posizione delle straniere e degli stranieri riguardo al permesso di soggiorno.

Ne potranno quindi usufruire anche i sans papiers cioè le persone immigrate, legalmente o illegalmente in Svizzera. alla ricerca di migliori condizioni di vita e attualmente non in possesso di un permesso di soggiorno valido; si calcola che essi in città siano circa 10.000.

L’introduzione di questo documento rappresenterebbe un importante contributo per migliorare la convivenza civile e per rafforzare il legame con la città di tutti i suoi abitanti.

Il finanziamento è già stato approvato dalla maggioranza del Consiglio comunale   ma le opposizioni hanno raccolto le firme necessarie per sottoporre il provvedimento al giudizio degli elettori.

Di questa importante scadenza elettorale Sconfinamenti ha parlato con Sarah Bonavia che fa parte del direttivo dell’Associazione Züri City Card che ha progettato e sostenuto l’iniziativa nelle sue varie fasi.

Sarah, spiegaci i principi fondamentali che hanno indotto l’Associazione di cui fai parte a ideare e sostenere la Züri City-Card.

La nostra iniziativa si ispira al modello delle cosiddette Sanctuary Cities nordamericane che pongono in primo piano i diritti di tutti gli esseri umani, compresi i sans papiers.

Si tratta di creare un documento che faciliti l’accesso ai servizi della città a tutti coloro che ci vivono e che quindi offra qualche possibilità in più di usufruirne anche a chi non è in possesso di un permesso di soggiorno regolare.

Oggetto del referendum è la messa a disposizione   di un credito con i fondi cittadini per coprire   i costi della prima fase della realizzazione del progetto che farebbe di Zurigo la prima città santuario europea al cui modello sono interessate anche altre città svizzere ed europee.

Inizialmente sembrava che le autorità cittadine che ora hanno approvato e sostenuto il progetto fossero scettiche al riguardo.

Le idee innovative sono sempre accolte con scetticismo e questo è avvenuto inizialmente anche in questo caso. In seguito, lo Stadtrat, l’organo di governo della Città, ha chiesto due pareri giuridici a esperti dell’Università di Zurigo, ottenendo la conferma che la Züri City Card   risulta conforme al diritto cantonale e federale anche se è stato ribadito che   non può essere considerata un documento di identità.

È importante sottolineare che della Züri City Card potranno usufruire anche i cittadini svizzeri e coloro che possiedono un permesso di soggiorno valido che anzi saranno i primi a cui verrà offerta prima di valutare concretamente come estenderla ai sans papiers. Concederla esclusivamente a questi ultimi sarebbe un modo per stigmatizzarli.

La carta dovrà sostituire una serie di documenti attualmente utilizzati per i servizi della città; iscrizione agli asili, attività sportive, culturali e ricreative.

Insomma, sarebbe uno strumento utile per tutti gli abitanti della città.

Certo, dopo i due-tre anni necessari per implementare il progetto, la carta diventerà uno strumento utile per tutti oltre a rappresentare un segno di solidarietà e di appartenenza alla città. È anche prevista la possibilità che tramite la City Card si possano ottenere sconti in vari ambiti grazie ai partner commerciali che vorranno aderire al progetto.

Quindi la campagna per il voto favorevole al prossimo referendum sottolinea anche questi scopi pratici.

Certo, non ci possiamo aspettare un voto favorevole facendo leva solo sull’idealismo delle elettrici e degli elettori ma occorre mettere in risalto i vantaggi che potranno derivarne per l’intera cittadinanza

Non c’è il pericolo che chi non possiede un permesso di soggiorno valido esiti a chiedere il nuovo documento per paura di essere espulso?

 È uno dei tanti aspetti che dovranno essere approfonditi in caso di esito positivo del referendum. Sul modello di quanto avviene a New York si può ipotizzare che la Züri City Card venga emessa da un Ufficio apposito che avrà l’obbligo di mantenere i dati dei richiedenti riservati e non accessibili agli enti pubblici. Lo stesso avviene attualmente per l’attività della Spaz, (Sans Papiers Anlaufstelle Zürich), l’organizzazione operante a Zurigo per offrire consulenza e assistenza ai sans papiers, che esclude categoricamente  la possibilità di fornire dati sui propri assistiti alle autorità pubbliche.

Il buon esito del referendum, quindi, non concluderebbe l’iter per l’introduzione del nuovo documento.

No, ci sarebbero tantissime cose ancora da chiarire e approfondire e, al termine di tutto questo processo, chi vi si oppone potrebbe ancora richiedere un nuovo referendum per impedire l’entrata in vigore della carta. Un successo il 15 maggio comunque sarebbe   un passaggio decisivo   per il successo di tutta l’operazione. Questa forma parziale di cittadinanza comunale sarebbe un passo avanti verso il rispetto di diritti di base di tante persone che pure contribuiscono in modo determinante alla vita economica e sociale della città.

Ecco, se tutti i sans papiers venissero espulsi da un giorno all’altro, quali conseguenze ci sarebbero per l’economia cittadina?

Ci sarebbero pesanti ripercussioni nei sevizi domestici, nell’accudimento dei bambini piccoli e degli anziani, per le imprese di pulizia, nel settore dell’edilizia con gravi conseguenze quindi per la vita civile ed  economica della  Città. 

Dietro l’esistenza dei sans papiers si nasconde la realtà del lavoro nero, di una manodopera sottopagata, senza diritti e ricattabile.

Sì, è così e questo danneggia anche i bambini perché in questa realtà di sfruttamento entrambi i genitori devono spesso lavorare e non hanno  la possibilità né economica né giuridica  di usufruire dei servizi dei costosissimi asili zurighesi.

Un’iniziativa operazione come l’ “Opération  Papyrus” che a Ginevra ha permesso la regolarizzazione di circa 2000 irregolari a Zurigo sarebbe impossibile per l’ostilità delle autorità cantonali?

Non è detto che un progetto analogo non potrebbe avere successo anche a Zurigo  ma noi ci muoviamo su un terreno diverso, più immediato, per esempio per permettere ai sans papiers di iscrivere i  bambini negli asili cittadini, cosa che oggi non è possibile. La completa regolarizzazione potrebbe essere un passo successivo e andrebbe condotta a livello cantonale. Bisognerà poi tener conto che a Ginevra accanto ai sans papiers che sono stati regolarizzati ce ne sono stati altri che sono stati espulsi per il fatto stesso di essersi esposti chiedendo la regolarizzazione.

La Züri City Card potrebbe essere un prima passo in grado di facilitare una potenziale regolarizzazione.

La carta offrirebbe vantaggi anche per l’accesso ai servizi sanitari?

Su questo piano  sono già stati fatti passi avanti in quanto, a causa anche della crisi pandemica, I servizi sociali di Zurigo si sono attivati per assistere tutta la popolazione

Insomma, ci sono mille motivi ideali e pratici per votare sì il 15 maggio.

Certo, e anche con l’auspicabile vittoria al referendum l’Associazione Züri City Card dovrà continuare il proprio lavoro e sciogliere tutti i nodi per arrivare al successo definitivo del progetto.

Nel malaugurato caso di un insuccesso bisognerà invece ripensare tutto il progetto e eventualmente mettere in campo una campagna per la regolarizzazione dei sans papiers,

In ogni caso il nostro lavoro ha aperto la strada ad altre realtà cittadine svizzere che si muovono in sintonia con il nostro progetto.

Allora, il 15 maggio un sì al referendum per il finanziamento della Züri City Card e poi al lavoro per portare a termine questa importante iniziativa di coesione sociale.

La sidaca di Zurigo Corine Mauch con membri dell’Associazione promotrice (Foto di Ursula Markus)

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