Armi da fuoco tra i civili negli USA: la cultura delle armi e l’impatto del Covid-19

di Alessia Cicala

Gli Stati Uniti sono il Paese ad alto reddito con il più alto numero di morti per arma da fuoco e con il più elevato rapporto tra popolazione e possesso di armi. Delle 29.445 morti violente avvenute nel 2020, 23.224 si sono verificate per mezzo di armi da fuoco piccole e leggere. Lo stesso tipo di decessi in tutta Europa, compresa la Russia, sono stati 3.277 nel 2020, praticamente un settimo di quelli americani.

Stando ai dati forniti dal Gun Violence Archive, nei soli primi quattro mesi del 2023 si sono verificate ben 185 sparatorie di massa (mass shootings), con 251 morti e 734 feriti. Tra il 2013 e il 2022 il numero di stragi è cresciuto fino a triplicare. Secondo quanto riportato dai CDC, la maggior parte delle vittime degli omicidi di massa sono bianche, minori e di sesso femminile, mentre il 95,6% degli autori è di sesso maschile e il 52,14% è caucasico. In generale, in più della metà dei casi delle morte violente legate alle armi da fuoco si è trattato di suicidi, mentre gli omicidi sono circa 4 casi su 10. Gli uomini rappresentano l’86% dei morti e l’87% dei feriti. I tassi di omicidio sono più alti tra i giovani tra i 15 e i 34 anni delle comunità afroamericane, indio-americane, native dell’Alaska e ispaniche (39%), mentre quelli di suicidio coinvolgono maggiormente gli adulti caucasici o nativi dell’Alaska di età pari o superiore a 75 anni (42%).

L’acquisto di armi piccole e leggere da parte dei civili è cresciuto durante la pandemia da Covid-19, e non è una sorpresa: storicamente, le vendite di armi tendono ad aumentare nei momenti di crisi, anche dopo le sparatorie in luogo pubblico (secondo un sondaggio condotto dal Pew Research Center, il 67% degli statunitensi cita la sicurezza personale e la protezione della propria proprietà, casa o famiglia come ragione principale del possesso di armi). Non a caso i negozi di armi sono stati qualificati dall’amministrazione Trump tra le attività essenziali. Nel marzo 2020 l’FBI ha effettuato 39,6 milioni di background check (controlli preventivi sull’acquisto di armi nei negozi), il numero più alto dal 1998. Mentre il tasso dei suicidi è rimasto piuttosto stabile, quello degli omicidi è aumentato in tutte le fasce d’età, per entrambi i sessi e in tutte le divisioni di censimento, ma con una particolare correlazione con il livello di povertà e una maggiore intensità nei tratti di censimento a maggioranza nera.

Gli Stati Uniti sono uno degli unici tre Paesi al mondo, insieme a Guatemala e Messico, in cui detenere armi è un diritto garantito dalla costituzione. Il secondo emendamento recita: “Essendo necessaria alla sicurezza di uno Stato libero una milizia ben organizzata, il diritto del popolo di detenere e portare ami non potrà essere violato”. Tale disposizione è stata interpretata dalla Corte Suprema non solo come la necessità per la popolazione di arruolarsi in milizie per la difesa da minacce esterne, ma come diritto individuale al porto d’armi per la legittima difesa. I principi generali definiti a livello federale sono pochi, come il divieto di possesso di armi da fuoco per i minori di 18 anni e il divieto d’acquisto per i latitanti, i condannati a reati con pena superiore a un anno e per coloro che sono stati ricoverati involontariamente in un istituto psichiatrico. Nella maggior parte dei singoli Stati non è richiesta la registrazione delle armi da fuoco (solo il distretto di Columbia e le Hawaii prevedono la registrazione di tutti i tipi di arma da fuoco; in alcuni Stati la registrazione è addirittura vietata). Nel 2020 gli Stati maggiormente colpiti dalla violenza armata sono stati il Mississippi e la Louisiana (33,9 e 29,1 morti ogni 100mila abitanti), mentre quelli in cui sono verificate meno morti violente per arma da fuoco sono il Massachusetts e le Hawaii (3,4 e 4,8 morti ogni 100mila abitanti). I background check dell’FBI riguardano solo la vendita nei negozi, mentre la vendita online e nelle fiere è completamente priva di controlli.

Se il controllo non viene completato entro tre giorni, la vendita può procedere senza ulteriori indagini. Alcuni autori di stragi di massa, come Adam Lanza (responsabile del massacro alla scuola elementare Sandy Hook nel 2012), non sono stati affatto sottoposti a controlli in quanto hanno ottenuto le armi dai loro familiari; altri, come Cho Seung-hui (autore del massacro alla Virginia Tech nel 2007), sono riusciti ad acquistare legalmente armi nonostante non fossero idonei (due anni prima della strage il giudice aveva dichiarato che Seung-hui era affetto da disturbi mentali).

L’articolo è stato pubblicato nel numero di “IRIAD Review. Studi sulla pace e sui conflitti” (giugno 2023)

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