Arte, diversità e pace

La storia dell’umanità è segnata dal bisogno di indagarne le differenze e di attraversare quel velo di Maya che copre l’ignoto, per arrivare alla verità.E l’arte è da sempre un mezzo preferenziale per oltrepassare la cortina di preconcetti e studiare ciò che non è noto e dunque, spesso, diverso. L’idea di mettere nero su bianco questo pensiero l’ho avuta pochi giorni fa, quando sono stata contattata da un’amica pittrice; abita in Svizzera, dove sta organizzando una conferenza sull’impatto dell’arte per la salute individuale e collettivo. È un tema che mi affascina molto e di cui ho scritto anche altrove. Ma non è di questo che vorrei scrivere oggi.

Nel ricevere l’email da Stefania, questo il nome dell’artista, mi ha fatto tornare in mente quando, proprio poco prima dello scoppio della pandemia, visitai il suo atelier. Allora stava lavorando a un’altra mostra. L’aveva intitolata “Diversity” e era una collezione di opere d’arte fatta di “varie arti”, materiali, pesi e misure. Nelle opere di Stefania, insomma, corpi, forme e colori opposti erano accostasti intenzionalmente. Ho ancora ben presente l’immagine di me stessa di fronte a una tela gigante, alla quale era incollato un leggero gomitolo di lana; a fianco un’altra tela, sulla quale poggiava un pezzo di ferro. Sono certa di aver pensato a che strano effetto mi facesse vedere accostata tanta leggerezza a altrettanta pesantezza. Quelle opere, mi spiegava Stefania, erano fatte per far incontrate fragilità e oscurità e suscitare un’alchimia narrante “la storia di un amore ideale”.

È stato allora che mi è sembrato indubbiamente chiaro come l’arte ci offra la possibilità di fare esperienze di contrasti, chiaroscuri; ci mette in condizione di vedere le cose – nel caso dell’arte figurativa, ma anche di sentire, nel caso della musica, ecc.. – da diverse angolature; ci palesa diversità che forse che noi, da soli, ripudieremmo, diversità di cui avremmo paura, di cui non vorremmo parlare, guardare, toccare, avvicinare. L’arte ci permette di scoprire che non ci siamo solo noi al mondo, con le nostre vedute, preferenze e preconcetti. Ci sono anche gli altri. L’arte ci aiuta ad aprirci ai tanti modi nei quali si possono esprimere le diversità, siano esse fisiche o mentali: nel genio creativo dell’artista, le diversità possono coesistere e noi, che guardiamo quelle opere, possiamo accoglierle. Un disegno, una statuta, una musica: le arti stanno lì a ricordarci come solo con uno sguardo che si apra verso l’altro, che accetti le differenze, che cerchi di comprendere l’alieno, sia possibile lavorare alla costruzione di una società fondata su pace e rispetto reciproco.

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Questo blog nasce dall’incontro di tre persone emigrate volontariamente in età adulta dall’Italia in Svizzera e che in questo Paese hanno realizzato esperienze diverse in vari ambiti lavorativi e culturali. 

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