C’è amianto vicino a casa mia: la mia denuncia

Poco lontanto da casa, nelle Fiandre, sul “confine” con la Regione Bruxelles-Capitale, c’è un campetto di calcio, scorre un piccolo rivolo d’acqua, c’è una pista ciclabile che si estende tra campi coltivati a patate o mais. Ora lì si trova anche uno spazio di forse un paio di metri, delimitato da un nastro rosso e bianco, accompagnato da un cartello che ritrae una figura umana con il torace “segnato”. E una scritta. ASBEST. Amianto.

Come è possibile? Non l’ho sognato. E non dormo più la notte.

I dati EUROSTAT ci dicono che nel 2021, l’UE ha registrato quasi 2,400 decessi evitabili per mesotelioma, che è un tipo di cancro legato all’esposizione all’amianto. Ignari di essere stati vicini a questo pericolossissimo minerale – i sintomi dell’esposizione tendono a svilupparsi gradualmente nel tempo e in genere si manifestano solo diversi decenni dopo il contatto con l’amianto – 518 persone sono decedute in Italia per mesotelioma, 400 in Germania, 329 in Francia, per fare qualche esempio. In Belgio sono stati 104.

Con 13 530 casi tra il 2013 e il 2021, il mesotelioma è stato il secondo tipo di tumore professionale più comune dopo il tumore al polmone (13 944). Nell’UE, alcuni stati hanno vietato l’uso dell’amianto già negli anni ’90 ma solo nel 2005 è stato emanato un divieto europeo di utilizzo dell’amianto nei prodotti venduti tra gli stati membri. Da allora, le misure di salvaguardia dell’UE sull’amianto sono state introdotte attraverso varie direttive sull’inquinamento ambientale, sulla sicurezza chimica, sulla protezione dei lavoratori e sui prodotti di consumo. Il Parlamento europeo aveva chiesto già nel 2021 alla Commissione di presentare una proposta di direttiva quadro per stabilire i requisiti minimi per le strategie nazionali di rimozione dell’amianto e nel giugno del 2023 il Parlamento europeo assieme ai Paesi dell’UE hanno raggiunto un accordo politico sull’aggiornamento della Direttiva UE sull’amianto sul lavoro, abbassando di dieci volte i limiti di amianto e stabilendo nuovi metodi di misurazione – ma le cose sembra stiano andando a rilento se, ancora a gennaio di quest’anno, i sindacati europei hanno avuto bisogno di inviare una lettera alla Commissione europea affinché fossero mantenute le promesse sulla lotta contro i tumori legati all’amianto, introducendo una legislazione sullo screening e la registrazione della presenza di amianto negli edifici europei.

Per decenni, l’amianto è stato considerato come un materiale miracoloso, resistente al fuoco e all’usura, ampiamente utilizzato nell’edilizia e in numerose industrie. Tuttavia, già dagli anni ’30 erano emersi, da studi scientifici, i pericoli legati all’inalazione delle fibre di amianto. Ad esempio, Anthony Joseph Lanza, medico che lavorava nel Nuovo Messico, aveva evidenziato chiaramente il legame tra l’esposizione all’amianto e gravi malattie polmonari.

Pur consapevoli di quanto la scienza metteva in evidenza, i profitti hanno dettato per anni le politiche industriali con diverse aziende che hanno continuato ad attuare una complessa strategia di occultamento, ad esempio presentando i pericoli dell’esposizione all’amianto come un fatto raro e controllabile con semplici precauzioni, creando un falso senso di sicurezza. È risaputo anche che in varie occasioni i dati vennero manipolati per presentare un quadro più rassicurante e minimizzando l’impatto sulla salute di milioni di lavoratori ma anche cittadini le cui case erano rivestite di amianto. I numeri fanno rabbrividire: uno studio pubblicato su “British Journal of Cancer” ha stimato nel 1999 che nei successivi 30-35 anni i casi di mesotelioma fra gli uomini, nella sola Europa occidentale, sarebbero stati circa 250.000, con il picco dell’incidenza fra il 2015 e il 2020. A questa cifra va sommata quella relativa ai tumori polmonari e alle asbestosi: si giunge così a quasi 400.000 morti dovuti all’utilizzo dell’amianto e a norme per la sicurezza sul lavoro non attuate. E secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) sono 90.000 i decessi ogni anno fra i lavoratori in tutto il mondo per malattie asbesto-correlate.

Oggi sappiamo della pericolosità dell’amianto. Le aziende e i governi sono a conoscenza dei rischi. Sulla carta, ufficialmente e per lo meno nell’UE, è sancito l’impegno a proteggere i cittadini.

E allora cosa ci fa quella mini discarica a cielo aperto, tra Leuven e Bruxelles, in una zona frequentata da bambini, giovani e famiglie?

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Questo blog nasce dall’incontro di tre persone emigrate volontariamente in età adulta dall’Italia in Svizzera e che in questo Paese hanno realizzato esperienze diverse in vari ambiti lavorativi e culturali. 

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