Conferenza climatica di Baku: un esito deludente

La conferenza sul clima di Baku si è conclusa con un risultato ritenuto del tutto insoddisfacente dalle organizzazioni impegnate nella lotta contro il riscaldamento climatico e dai Paesi del cosiddetto Sud globale che ne subiscono in primo luogo le conseguenze. Il risultato principale raggiunto in extremis nelle prime ore del 24 novembre è un faticoso accordo sulla finanza climatica, cioè lo stanziamento della somma destinata a sostenere i Paesi poveri per affrontare la crisi climatica; questi Paesi avevano chiesto uno stanziamento di 1300 miliardi di dollari all’anno almeno fino alla metà del prossimo decennio. L’accordo prevede invece solo 300 miliardi di dollari all’anno.

Lo stanziamento dei 1300 miliardi viene mantenuto come vago obiettivo ideale da raggiungere entro il 2035 senza indicare con chiarezza la fonte di questo eventuale ulteriore finanziamento.

Riguardo poi all’impegno per la transizione energetica e il progressivo abbandono dei combustibili fossili, più volte proclamato a partire dall’accordo di Parigi del 2015, non sono stati presi   impegni precisi.

È mancata soprattutto la volontà politica di raggiungere risultati più concreti e le stesse Conferenze climatiche, come ha commentato anche Al Gore, non si mostrano strumenti idonei a questo scopo.

Di seguito pubblichiamo il Comunicato stampa di Alliance Sud sugli esiti della Conferenza tradotto dall’originale tedesco a cura della Redazione.

 La conferenza sui cambiamenti climatici (Cop 29) si è conclusa a Baku all’alba del 24 novembre. Il risultato dei negoziati è un’amara delusione. 

 (….)

Già la situazione di partenza da un punto di vista geopolitico era difficile e la Presidenza azerbaigiana si è mostrata poco efficace nel trovare mediazioni fra le diverse posizioni. L’approccio restrittivo dei Paesi industrializzati in materia di finanziamenti ha colpito soprattutto i Paesi più poveri e i piccoli Stati insulari, la cui esistenza è già minacciata dalla crisi climatica.

La fiducia verso il Nord globale vacilla. I Paesi ricchi come la Svizzera perdono ancor più influenza e credibilità di fronte al Sud globale.

Il finanziamento climatico è particolarmente necessario per raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni fissati dall’accordo di Parigi. L’anno scorso a Dubai la comunità internazionale ha deciso di dare il via a una transizione energetica con il progressivo  abbandono dei combustibili fossili. A Baku i Paesi partecipanti non sono riusciti  a concretizzare questo obiettivo.

Delia Berner, esperta di politica climatica internazionale di Alliance Sud dichiara:

  • Il governo federale deve indicare in modo credibile in che modo la Svizzera intenda accrescere nel lungo termine il proprio finanziamento climatico. Sono necessarie nuove fonti di finanziamento secondo il principio per cui chi inquina paga perché il nostro Paese possa accrescere il suo equo contributo al contrasto della crisi climatica e alla sua gestione nel Sud globale. A questo scopo devono essere prontamente elaborati i necessari adattamenti legislativi.
  • Il meccanismo di mercato dell’accordo di Parigi è posto di fronte a un avvenire incerto. La concretizzazione del dei primi progetti di compensazione in Tailandia e in Ghana fa  emergere una serie di contraddizioni già evidenziate da Alliance Sud.
  • https://www.alliancesud.ch/de/co2-kompensation-ghana-haelt-nicht-was-sie-verspricht

Bettina Dürr, esperta climatica di Azione Quaresimale presente a Baku spiega:

  • In molti Paesi in via di sviluppo le comunità colpite dal cambiamento climatico fanno affidamento su di un sostegno finanziario. Noi costatiamo attualmente che nelle Filippine i tifoni divengono più frequenti e più distruttivi. Le popolazioni colpite non sono all’origine della crisi climatica e non sono in grado di assumere i costi delle sue conseguenze. Ecco perché il sostegno all’adattamento climatico e il risarcimento dei danni provocati dalla crisi climatica devono essere erogati in forma di contributi a fondo perduto. Al contrario i Paesi industrializzati hanno rifiutato di includere i danni climatici nell’obiettivo del finanziamento.

Christina Aebischer, esperta di adattamento climatico di Helvetas, osservatrice a Baku afferma:

  • L’adattamento deve essere un impegno sociale e solidale finanziato con fondi pubblici. L’inadeguatezza dei nuovi obiettivi di finanziamento in generale e per l’adattamento in particolare, oltre alla definizione molto vaga delle fonti possibili per l’erogazione dei finanziamenti attenuano questa realtà e compromettono l’attuazione rapida delle necessarie e urgenti misure.

David Knecht, esperto di clima e di questioni energetiche di Azione quaresimale aggiunge

  • La COP 29 è una sconfitta per la transizione energetica. La Comunità internazionale non è riuscita a fare progressi in materia di abbandono dei combustibili fossili decisa l’anno scorso. I nuovi obiettivi climatici delle singole nazioni devono subito indicare chiaramente come perseguire questo obiettivo. Mi aspetto che la Svizzera assuma in materia un ruolo di avanguardia,

 

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Questo blog nasce dall’incontro di tre persone emigrate volontariamente in età adulta dall’Italia in Svizzera e che in questo Paese hanno realizzato esperienze diverse in vari ambiti lavorativi e culturali. 

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