Abbiamo ascoltato parole, le abbiamo lette. Ci siamo divertiti, appassionati e commossi. Ecco qua, quali libri e podcast vorremmo condividere con voi…
ALICE: “Mi piacerebbe consigliare alcuni Pod-cast a chi, come me, ama inserirli nei complessi incastri di azioni e incombenze delle proprie giornate. Sono sempre una valida alternativa alla lettura, sia per informarsi e approfondire, sia per evadere. Ho selezionato i miei preferiti di questo ultimo anno. Sono tutti reperibili su Spotify”.
- STORIES di Cecilia Sala. Ho già parlato di questa giornalista nel mio ultimo articolo a proposito del suo libro “L’incendio” che raccoglie le storie di coraggio e protesta di tre generazioni di ventenni tra Iran, Ucraina e Afghanistan. Anche nel suo podcast, che esce ogni giorno, tratta spesso il tema dei grandi conflitti mondiali, soffermandosi su quelli in cui si reca di persona per raccogliere testimonianze dirette dei singoli coinvolti. Ma non mancano puntate sulla funambolica politica americana, sul tema effervescente dell’Intelligenza Artificiale e della gestione della crisi climatica da parte delle politiche europee.
- FUORI DA QUI di Simone Pieranni. Esce ogni sabato con una puntata di circa mezz’ora con uno sguardo “fuori dal solito sovranismo delle notizie”. Non riporta solo fatti, ma approfondimenti mirati con interventi e interviste di esperti.
- DISOBBEDISCO, L’ULTIMO VIAGGIO PER LA LIBERTÀ di Valentina Petrini. Una storia struggente e necessaria che ripercorre in cinque episodi il percorso travagliato di Sibilla Barbieri, malata terminale, per ottenere dallo Stato italiano il diritto al suicidio assistito. È un contributo importante per comprendere meglio le dinamiche socio-politiche e religiose che ruotano intorno al tema e delle lacune giudiziarie contro cui devono scontrarsi i malati che rivendicano la più sacra delle libertà, quella di morire con dignità.
- VOCE AI LIBRI di Silvia Nucini. Un podcast letterario, in cui la conduttrice intervista le autrici e gli autori con domande accattivanti e per niente scontate. Un approfondimento intelligente per gli amanti dei libri.
- SIGNORINE condotto da Serena Dandini. In cinque episodi ripercorre alcune tra le più importanti tappe del lavoro femminile, partendo da quel “Signorine” con cui venivano definite le segretarie e dattilografe nei documenti ufficiali, fino ad arrivare ai giorni nostri. Ogni puntata si focalizza su una professione, ricostruita attraverso le testimonianze delle ospiti e i materiali di diversi archivi, tra cui i documenti dell’Archivio storico di Intesa San Paolo.
- RAME di Annalisa Monfreda, che ogni settimana dialoga con un ospite diverso, soprattutto donne, seguendo il filo della sua storia economica. Un podcast che vuole sfatare il tabù dei soldi, avviando una rivoluzione culturale, che trasformi la finanza personale in un argomento di conversazioni audaci e liberatorie.
VALERIA “Tra i libri che ho letto di recente, segnalo volentieri due romanzi nei quali la propria storia famigliare e il bisogno di raccontare storie (o di raccontare la Storia) si intrecciano”.
- STIRPE E VERGOGNA di Michela Marzano (libro pubblicato nel 2021 da Rizzoli ma che ho letto solo quest’anno): racconta della dolorosa e scioccante scoperta da parte della filosofa e ex deputata PD dell’adesione del nonno al fascimo già dalla prima ora. Il romanzo, che alterna la ricerca di evidenze storiche del credo fascista del nonno e riflessioni sulla propria vita personale e intima, è un lungo viaggio a ritroso, tra diari e cimeli dimenticati in cantina, guidato dal tentativo di capire chi era davvero suo nonno Arturo. La scoperta del passato fascista del nonno è un’esperienza dolorosa per Marzano, ma anche un’occasione di crescita. Serve per rendersi conto che la Storia non è fatta solo di buoni e di cattivi, ma è fatta di persone complesse, con le loro contraddizioni. Nel leggere questo libro è facile trovarsi a riflettere sulla propria stessa identità, sul ruolo della sinistra nella società, sul fascimo che ancora permea la politica, sui conti del passato aperti e che riguardano in tanti, anche i meno sospettabili.
- L’ETÀ FRAGILE di Donatella Di Pietrantonio (2023, Einaudi): nel romanzo, all’ombra del mondo rurale e patriarcale, pericoloso e violento (ma non all’apparenza), le generazioni di giovani donne crescono cercando di fare i conti con un’eredità pesante e quando le atrocità si abbattono su di loro, c’è chi emigra e chi reagisce cercando di dimenticare e nascondere il dolore. E’ questo che fa Lucia, la protagonista del romanzo, la quale preferisce rimuovere i ricordi di un evento traumatico che ha vissuto da bambina. Tuttavia, il passato ritorna e Lucia è costretta a fare i conti con quello che fu evento sconvolgente e cambiò la la vita di due bambine per sempre. E questo “guardare” in faccia il passato avviene proprio quanto Amanda, la figlia di Lucia, torna a casa dalla Milano in cui è andata a vivere e studiare un attimo prima che il lockdown. Amanda, come Lucia, chiudono le porte al mondo, recando sulle spalle e negli occhi un segreto che si fa ogni giorno più grave e pesante. L’età fragile è un romanzo che esplora i temi della violenza, della memoria e del rapporto tra le donne e la società e che da voce a un passato oscuro, ma anche a un presente sempre meno fragile. Insomma, un bel romanzo, scritto con uno stile leggero e piacevole da leggere. Anche se non posso dargli un voto pieno: il cattivo è sempre l’altro, lo sconosciuto, il non-noto.. e questo, a dirla tutta, mi ha un po’ infastidita.
ALESSANDRO: “Due libri per capire le cause profonde della crisi climatica che è il risultato di una
complessiva crisi di civiltà.”
La crisi climatica in cui siamo ormai immersi, con conseguenze sulla vita di tutti i giorni, è il
prodotto della crisi di un modello di sviluppo e di civiltà. Se vogliamo indagare in modo approfondito le cause di questa policrisi non possiamo prescindere dalla lettura delle opere di Amitav Gosh, da molti considerato il maggiore scrittore indiano in lingua inglese, degno aspirante all’assegnazione del Nobel per la letteratura per l’insieme della sua produzione.
- LA GRANDE CECITÀ (ed. italiana Neri Pozza 2017).
Ghosh all’inizio del XXI secolo si rende conto che le isole Sundarban, l’arcipelago situato fra il
mare e le pianure del Bengala, subiscono un continuo arretramento della linea costiera che
sottrae terre coltivabili e in prospettiva provocherà la progressiva scomparsa di territori
densamente abitati. Causa di questo drammatico fenomeno è il riscaldamento climatico che qui
come altrove minaccia la sopravvivenza stessa di intere popolazioni.
A partire dall’osservazione di questo fenomeno, Ghosh riflette sulla la sostanziale incapacità
della cultura in generale e della letteratura in particolare, al di fuori di una produzione
saggistica rivolta a un pubblico limitato, di descrivere un fenomeno centrale della nostra civiltà.
La massima responsabilità di questa afasia risiede, a giudizio di Ghosh, nel fatto che la cultura
dominante è espressione del modo dominante di produzione delle merci e ne riproduce
l’immaginario e i desideri.
Di conseguenza, anche la letteratura, in quanto espressione di questa cultura, si rivela
incapace di raccontare il cambiamento climatico, perché questo obbligherebbe a mettere in
discussione i fondamenti di un intero modello di civiltà. La responsabilità di uscire da questo labirinto spetta a tutti gli intellettuali e in particolare agli scrittori; senza questa presa di coscienza collettiva “questa nostra epoca, così fiera della propria consapevolezza, verrà definita l’epoca della Grande Cecità”. Lo stesso Ghosh , in gran parte a della propria cospicua e godibilissima produzione narrativa ha costantemente cercato, con pregevoli risultati artistici, di dare una risposta ai problemi posti dalla propria riflessione teorica. - LA MALEDIZIONE DELLA NOCE MOSCATA (ed. italiana Neri Pozza 2022)
Ghosh prende lo spunto dall’eccidio compiuto nel 1621 dai colonialisti olandesi ai danni degli
abitanti di Selamon, un villaggio delle isole Banda, un arcipelago di piccole isole fra l’Oceano
Indiano e il Pacifico, in quel tempo luogo esclusivo della coltivazione della noce moscata di cui
le potenze coloniali ambivano a conquistare il monopolio. Proprio questa sete di dominio
commerciale innescò il massacro che nel racconto di Ghosh assurge a paradigma del dominio
dell’uomo sull’uomo e dello sfruttamento indiscriminato della natura tipico del colonialismo,
fenomeno storico in cui l’autore individua, prima ancora che nel capitalismo, l’origine della crisi
attuale.
Noi ci fermiamo un po’ in attesa di ritrovarci tutte e tutti dopo le feste, BUON 2024!