Elezioni Comites a Lugano e Zurigo: ne parliamo con Paolo Cicale e Roberto Cammarano

I Comites sono organismi elettivi che rappresentano le esigenze dei degli italiani residenti all’estero  nei confronti  degli uffici diplomatici e consolari. Hanno diritto di voto tutti i cittadini italiani maggiorenni iscritti regolarmente all’A.I.R.E. che abbiano esplicitamente fatto richiesta di ricevere il plico elettorale entro il 3 novembre scorso. Ogni Circoscrizione consolare in cui risiedano almeno 3000 cittadini italiani elegge un proprio Comites.

Verranno conteggiati i voti che perverranno per posta alla rappresentanza diplomatica o consolare di appartenenza entro il 3 dicembre prossimo.

Abbiamo chiesto a Paolo Cicale, candidato nella lista Associazionismo solidale per l’elezione del Comites di Lugano, e a Roberto Cammarano, candidato per il Comites di Zurigo per la lista Il Ponte, di rispondere ad alcune domande per aiutarci a capire cosa sono i Comites e cosa si propone la lista che rappresentano.

Quali sono i motivi che ti hanno spinto a candidarti e quali le caratteristiche della lista in cui sei inserito?

Paolo: Frequento da un po’ di anni la realtà del Comites in Ticino, sono stato invitato come relatore in occasione di alcuni incontri pubblici. Adesso mi è stato chiesto di candidarmi con la lista Associazionismo solidale, ho accettato con spirito di servizio poiché sono convinto che essere attivo in una comunità sia il compito di ogni cittadino. Mi interessa poter fare questa esperienza, ritengo sia un’opportunità di conoscenza e una possibilità di partecipare attivamente allo sviluppo sociale, culturale e civile della nostra comunità nella realtà ticinese. La Lista Associazionismo solidale rappresenta gran parte delle associazioni italiane in Ticino e le associazioni, così come i candidati, hanno conoscenza del territorio e agiscono tutti come volontari in uno spirito di servizio che caratterizza lo spessore e il valore di ogni candidato.

Roberto: Da anni, nelle associazioni culturali e politiche di cui faccio parte, discutiamo di quelle che sono le forme della rappresentanza degli italiani all’estero, spesso in termini molto critici. Tuttavia ogni tipo di cambiamento e di critica deve essere accompagnato dallo sforzo di mettere in atto il cambiamento che ci si auspica.
I Comites, negli ultimi anni sono stati poco rappresentativi e non hanno inciso minimamente sulla vita della comunità italiana in Svizzera. Questo spesso indipendentemente dalle persone che ne hanno fatto parte. A Zurigo, per esempio, l’impegno dei membri e la loro conoscenza della comunità erano validissimi.
In questi ultimi anni, di fronte a una forte ripresa dell’immigrazione e alle offensive della destra svizzera sulle politiche migratorie, è necessario che i Comites tornino ad essere un punto di riferimento della comunità e che siano capaci di innescare un circolo virtuoso di collaborazioni con l’associazionismo, con i patronati e con le istituzioni svizzere. Nella lista “il Ponte”, che racchiude persone con idee politiche e storie diverse, è sicuramente ben rappresentata la comunità italiana che si impegna nel sociale. 

Queste elezioni del Comites – come d’altra parte le precedenti – sono caratterizzate da una bassissima partecipazione da parte degli elettori; quali sono le cause di questa disaffezione e cosa si può fare per arginarla? 

Paolo: Oggi la disaffezione al voto e alla partecipazione politica riguarda, purtroppo, anche altri momenti elettorali. Per quanto riguarda questa votazione, è importante sottolineare che per votare bisogna iscriversi a differenza delle altre votazioni dove gli elettori ricevono direttamente a casa il materiale di voto.  Per assicurare una maggiore partecipazione, non solo elettorale, dei cittadini italiani residenti nella mia Circoscrizione (e non solo), credo che sia fondamentale conoscersi, incontrarsi di più, creare eventi culturali e soprattutto ascoltare e poi mettersi a servizio di chi chiede aiuto…quindi “essere presenti”. Questo potrà rafforzare la funzione e l’importanza del Comites per poi avere una maggiore presenza alle prossime votazioni e alla vita del Comites.

Roberto: Tra coloro con cui sono venuto a contatto nel corso di queste settimane, tanti ignorano completamente l’esistenza dei Comites e il loro funzionamento. Quasi nessuno poi era a conoscenza delle votazioni per il rinnovo. Subito dopo le elezioni sarà necessario fare una riflessione politica seria sull’indifferenza di una buona parte di elettorato rispetto a un organismo come i Comites e in maniera generale sul disinteresse verso ogni tipo di impegno sociale e politico della comunità italiana all’estero. Per inciso, chi si è trasferito in Svizzera negli anni ‘60 e ‘70 sa quanto la partecipazione alla vita sociale tramite associazioni come le Colonie Libere sia stata un aspetto fondamentale dell’esperienza migratoria e un sostegno prezioso per tanti. Detto questo, al momento preferisco concentrarmi però su come i Comites possano essere migliorati. Sicuramente uno dei primi passi che i nuovi consigli dei Comites dovranno fare sarà quello di mettere in piedi una campagna informativa, su quello che i Comites sono e sui loro scopi. Ad oggi essi restano infatti l’unica forma istituzionale di rappresentanza delle comunità italiane all’estero. Un’altra tema importante è quello dell’accesso al voto. Evidentemente l’inversione dell’opzione, cioè la necessità di registrarsi ha tenuto tanti lontani dal voto. Se l’iscrizione al voto è una modalità che ritengo giusta, essa rende però necessaria una informazione che va ben oltre la semplice mail inviata dal consolato. Si potrebbe per esempio creare una lista elettorale permanente a cui è possibile iscriversi. Ma queste sono proposte politiche che andranno discusse dal Parlamento.

In che modo un organismo come il Comites può favorire un migliore inserimento dei cittadini italiani all’interno della realtà svizzera?

Paolo: Costruendo ponti. Favorendo l’inclusione nella consapevolezza di tutte le difficoltà non solo per chi deve essere accolto ma anche per chi deve e vuole accogliere. Valorizzando le differenze. Rispettando quanto espresso nella legge che disciplina i Comitati degli italiani all’estero.

Roberto: Scuola, lavoro, fiscalità, pensioni, vita sociale e salute rappresentano a volte per chi si trasferisce in Svizzera un groviglio inestricabile. Ci sono molti modi in cui il Comites può aiutare i cittadini italiani sia nei rapporti con le istituzioni italiane che nell’inserimento nel tessuto sociale svizzero. I servizi già esistenti sono tanti e il Comites deve essere in grado di indirizzare i connazionali a coloro che li erogano: servizi comunali e cantonali, associazioni, enti, patronati. Inoltre dovrebbero supportare e stimolare le associazioni a mettere in piedi servizi informativi, legali e di supporto. Per un annetto, per esempio, con la Fabbrica di Zurigo abbiamo avuto uno sportello informativo per italiani in Svizzera. Un’esperienza molto bella ma basata completamente sul lavoro volontario. Anche nelle scelte dei progetti da finanziare i Comites dovrebbero privilegiare quelli che forniscono valore in termini di sostegno concreto ai cittadini in difficoltà, o semplicemente alle prese con un sistema che non conoscono. 

Un’ultima domanda: perché votarti?

Paolo: Abito in Canton Ticino da circa venti anni e ritengo di essere sufficientemente integrato e sensibile ai bisogni del territorio per poter contribuire agli obiettivi del Comites.

Roberto: Invito naturalmente tutti quelli che si sono iscritti a votare, ma anche, tutti gli italiani residenti in Svizzera, dal giorno dopo il voto, ad essere vigili e partecipativi. Il Comites e tutte le organizzazioni che si impegnano sul territorio possono crescere solo grazie alla partecipazione e al senso di comunità.

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Questo blog nasce dall’incontro di tre persone emigrate volontariamente in età adulta dall’Italia in Svizzera e che in questo Paese hanno realizzato esperienze diverse in vari ambiti lavorativi e culturali. 

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