Europa e i giovani: costruire un futuro inclusivo e sostenibile, come?

L’Unione Europea dichiara di impegnarsi a valorizzare e coinvolgere attivamente i giovani nel processo decisionale e nel plasmare il futuro dell’Europa. Un importante tassello di questo impegno è rappresentato dalla Settimana Europea della Gioventù, un’occasione imperdibile per discutere argomenti rilevanti per i giovani, mostrare loro le opportunità offerte dall’UE e celebrare storie di successo. Il 2024 vedrà la celebrazione di questa settimana dal 12 al 19 aprile, un’opportunità per approfondire la partecipazione democratica dei giovani.

E speriamo la comunicazione di questa iniziativa sia migliorata, rispetto a quanto successo nel 2022 con l’Anno Europeo della Gioventù (EYY), di cui i soggetti interessati – i giovani – sapevano poco e hanno saputo solo all’ultimo momento, come ci ricorda Benedetta Scuderi, portavoce dei giovani dei Verdi Europei e co-fondatrice dei Giovani Verdi Italiani.

L’UE, come dicevamo, ha avviato diversi programmi che mirano a coinvolgere i giovani. Uno dei progetti chiave è il “Progetto 25 per cento”, che si propone di coinvolgere attivamente i giovani nel processo decisionale. L’attenzione ai giovani è stata anche centrale nella Conferenza sul Futuro dell’Europa, senza parlare poi del supporto che le istituzioni prestano a programmi di servizio civile e volontariato, tutte azioni volte ad affrontare quelle che sono le problematiche principali che la Commissione ha identificato affliggere i giovani: salute e preoccupazioni per l’ambiente, lavoro e mobilità in primis, come ci conferma Johanna Bernsel, portavoce della Commissione UE per l’Istruzione, la Cultura, i Giovani e lo Sport.

Dunque, le principali sfide che i giovani europei affrontano oggi includono la disoccupazione, l’accesso all’istruzione e le disuguaglianze sociali. L’UE ha implementato programmi concreti come Erasmus+ e il Corpo Europeo di Solidarietà per affrontare queste sfide. Le priorità future della Commissione includono il rafforzamento del Garanzia Giovani per assicurare opportunità di lavoro e formazione di qualità per tutti i giovani europei sotto i 30 anni.

Quindi l’UE fa abbastanza? Per Benedetta Scuderi e Marco Antonioli, Presidente del Servizio Civile Internazionale Italia, l’attenzione dell’Europa è alta ma si sono necessarie ulteriori strategie che possano coinvolgere i giovani disinteressati alla politica e i gruppi sottorappresentati, iniziative di democrazia deliberativa e il coinvolgimento diretto della società civile giovanile, che è radicato da alcuni anni a questa parte a livello locale e che per tanto può trovare sbocco, se ben incanalato e ascoltato, anche nelle aule di Bruxelles. Ruolo Attivo dei Giovani nell’UE:

Il 9 giugno prossimo andremo a votare per i nostri rappresentanti al Parlamento europeo. Lo stanno scrivendo e dicendo in molti: si tratta di elezioni “epocali”, che segneranno il futuro dell’UE a breve e lungo termine. Preoccupa l’ascesa dei partiti anti-europei o euroscettici. L’auspicio è che la quale che sia la formazione del Parlamento, quest’ultimo voglia impegnarsi a garantire un coinvolgimento continuo dei giovani attraverso meccanismi di partecipazione e iniziative specifiche, ma anche assicurandosi che le voci dei giovani siano ascoltate e rispettate e che le conseguenze delle politiche UE per le nuove generazioni siano misurate nonchè messe al centro dell’agire politico, come concludono Benedetta Scuderi e Marco Antonioli ai microfoni di Radio Mir.

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Questo blog nasce dall’incontro di tre persone emigrate volontariamente in età adulta dall’Italia in Svizzera e che in questo Paese hanno realizzato esperienze diverse in vari ambiti lavorativi e culturali. 

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