Identità: i nostri ruoli e il riconoscimento dell’altro

Per il ciclo “identità”, Paolo Cicale, filosofo, ha intervistato Bruno Balestra, oggi Formatore e Meditatore penale nei conflitti nell’ambito della Giustizia ripartiva, già Procuratore pubblico (dal 1992 al 2002) e Procuratore generale (dal 2002 al 2010) in Canton Ticino.

“Quando ai bambini facciamo vedere le immagini del panettiere, insegnami loro a riconoscere le persone per quello che fanno. Nella società abbiamo più ruoli che ci identificano. Ma la domanda è, perché assumiamo certi ruoli?”

Quali ruoli ci hanno maggior soddisfazione e quali ruoli fatichiamo a lasciare e leghiamo indissolubilmente alla nostra identità?

Passando da un ruolo all’altro, rappresentiamo uno spettacolo: per quale fine? Quale filo comune lega noi ai nostri ruoli, che gli altri ci riconoscono e e dove sta la nostra libertà di scelta?

“Gli interrogativi sulla giustizia mi hanno accompagnato come docente di diritto, avvocato, magistrato, formatore, e soprattutto come uomo – spiega Balestra – Esplorare l’animo umano e il modo in cui ognuno costruisce la propria storia e la propria visione del mondo su cui basa le proprie scelte, offre una prospettiva diversa rispetto a modelli astratti imposti dall’alto. Assumere un’ottica più complessa attraverso prospettive differenti permette di cercare insieme di volta in volta la scelta migliore. Acquisire la consapevolezza che la nostra ragione giustifica scelte nate da emozioni accresce la nostra capacità di agire consapevolmente, cioè rispondere più abilmente in qualsiasi tipo di relazione, che inevitabilmente si intreccia con altre”.

Ascolta qui l’intervista

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Questo blog nasce dall’incontro di tre persone emigrate volontariamente in età adulta dall’Italia in Svizzera e che in questo Paese hanno realizzato esperienze diverse in vari ambiti lavorativi e culturali. 

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