Il bidoncino del latte: perché un altro libro sulla Resistenza

Di libri, romanzati e storiografici, sulla Resistenza italiana contro il nazifascismo ne sono stati scritti tanti. E ci auguriamo molti altri ne saranno scritti.

Ma “Il bidoncino del latte” è non è solo la Storia di un Uomo, dei suoi soldati morti in nome degli ideali partigiani e della Resistenza. “Il bidoncino del latte” è la Storia di un Uomo che sceglie, per rimanere fedele in quanto crede. È la Storia di un Uomo e delle sue montagne, tra le sue montagne. È la Storia di un Uomo che non vuole dimenticare.

Come scrive nella prefazione al romanzo Mario Spezia Presidente Associazione Nazionale Partigiani Cristiani di Piacenza, «Il romanzo “Il bidoncino del latte” scritto da Federico Camia esprime con grande efficacia tutta la sua passione per la montagna e per le vicende che hanno portato, attraverso la Resistenza, alla costruzione della nuova Italia.
Dopo i disastri causati dal ventennio fascista e dalla guerra e culminati dopo l’8 settembre 1943 con la lotta di Liberazione in opposizione al governo fantoccio della Repubblica di Salò, la parte migliore della gioventù italiana e la stragrande maggioranza dei nostri militari si è ribellata alle costrizioni ed alle angherie degli occupanti nazisti, combattendo sulle montagne.
Lo scritto, in modo efficace e snello, riesce a riassumere, attraverso la vicenda di un gruppo di partigiani
caduti in gran parte in una imboscata, tutte le angosce, le preoccupazioni e la vita, fatta di episodi mai
casuali, di questi giovani e del proprio comandante che, per tutta l’esistenza, si porta dietro il peso di una
decisione che solo nella realtà dei fatti può essere compresa.
La strenua volontà del protagonista di ritornare, dopo anni, sulla scena degli avvenimenti per posizionare
una stele a ricordo, è li a dimostrare che solo con segni visibili ed immortali si possono rendere sempiterni fatti così importanti che con il passare del tempo possono sbiadire se non, addirittura, essere negati.
Tutto il racconto è poi propedeutico nel far emergere la necessità di tramandare ai posteri queste gloriose imprese, non fini a se stesse, attraverso la riproposizione degli eventi nelle scuole, perché le generazioni a venire abbiano la percezione di quanto sia necessario che ognuno di noi, assumendosi le proprie responsabilità nei confronti dell’intera comunità, debba contribuire al raggiungimento della libertà, della democrazia e del bene comune: anche oggi.»

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