Libertà di stampa e pluralismo in Europa: una battaglia esistenziale

Mentre il mondo riceveva l’atroce notizia della restituzione del corpo di Victoria Roshchyna, giornalista ucraina barbaramente torturata e uccisa per aver documentato l’occupazione russa nel suo paese, Civil Liberties Union for Europe (Liberties) pubblicava il suo rapporto sulla libertà di stampa e sul pluralismo mediatico nell’Unione Europea. C’è poco da stare allegri: l’informazione libera è sotto attacco, con alcuni paesi che affrontano una vera e propria “battaglia esistenziale” per mantenere un’informazione libera e indipendente.

Il rapporto evidenzia come la concentrazione della proprietà dei media stia strangolando il pluralismo, anche in nazioni tradizionalmente considerate bastioni della libertà di stampa. Un esempio a noi vicino, che solleva preoccupazioni sulla commistione tra potere politico e controllo mediatico? Quello, in Italia, di Antonio Angelucci, deputato del partito di estrema destra Lega, che possiede diversi quotidiani, da Il Giornale, a Libero e Il Tempo.

Non solo. Il rapporto mostra anche come sia in crescita l’influenza dei governi sui media pubblici. Questo riguarda ad esempio la Slovacchia, dove la Radio e Televisione di Slovacchia (RTVS) è stata sostituita dalla Slovak Television and Radio (STVR), i cui membri sono eletti esclusivamente dal governo, eliminando voci indipendenti. 

Aumentano poi le minacce e gli attacchi contro i giornalisti, con 281 episodi registrati nel 2023 nei paesi membri e candidati dell’UE. Le giornaliste, in particolare, affrontano un volume sproporzionato di attacchi, soprattutto online come scrive anche POLITICO. Sempre per rimanere in Italia, ricordiamo i casi recenti che hanno evidenziato l’uso di spyware contro giornalisti: Ciro Pellegrino, giornalista investigativo di Fanpage, ha ricevuto un avviso da Apple riguardo a un attacco sofisticato al suo dispositivo, simile a quanto accaduto al direttore Francesco Cancellato. Questi episodi, scrive anche The Guardian, sollevano interrogativi sull’uso improprio di strumenti di sorveglianza da parte di attori statali. 

L’Unione Europea cosa fa? Per affrontare queste sfide, l’UE ha introdotto l’European Media Freedom Act (EMFA), entrato in vigore nel maggio 2024 e che mira a proteggere l’indipendenza editoriale, garantire la trasparenza della proprietà dei media e salvaguardare le fonti giornalistiche. Tuttavia, per Liberties questo non è sufficiente. Ad essere criticata è l’efficacia dell’EMFA, che affronta solo una parte delle minacce esistenti. Per European Movement – Join the movement!+1Shaping Europe’s digital future+1Shaping Europe’s digital future sono diversi i passi ancora da fare. Eccone alcuni: anzitutto le risorse destinate ai media tradizionali dovrebbero essere incrementate attraverso contributi provenienti dalle piattaforme online, e ai proprietari degli organi di stampa dovrebbe essere vietato l’accesso ai mercati pubblici al di fuori del settore dei media. Parallelamente, l’UE dovrebbe incentivare l’industria mediatica ad adottare misure di autoregolamentazione, dai codici di condotta a linee guida etiche, per garantire la qualità, l’accuratezza e l’imparzialità dell’informazione giornalistica.

E, come si legge dalla linea di indirizzo espressa nel documento “Ensuring Media Freedom And Media Pluralism In Europe: A Non-Negotiable” il regolamento europeo sulla libertà dei media dovrebbe garantire un finanziamento adeguato ai giornalisti indipendenti, al fine di prevenire che pressioni economiche limitino il loro lavoro e per proteggerli da interferenze esterne e intimidazioni. In questo senso, si legge nel documento, è fondamentale ampliare i requisiti di trasparenza per le decisioni rilevanti, introdurre norme sul ricambio di personale tra ruoli politici e mediatici, e proteggere contro la rimozione ingiustificata di contenuti online. Non da ultimo, è necessario che l’UE aumenti il proprio sostegno finanziario alle organizzazioni attivamente impegnate nel fact-checking e continuare a promuovere lo sviluppo di iniziative e strumenti di verifica dei fatti, utili per identificare e contrastare la disinformazione.

Quale conclusione? Certamente, anche noi ci uniamo alle voci di coloro che vedono nella libertà di stampa e nel pluralismo mediatico elementi fondamentali per la democrazia. Le recenti tendenze in Europa, caratterizzate da concentrazione dei media, interferenze governative e minacce ai giornalisti, rappresentano una seria minaccia. Dunque auspichiamo che l’UE e i suoi Stati membri rafforzino le misure per proteggere un’informazione libera e indipendente. Essere informati in modo imparziale e accurato è un nostro diritto.

Valeria Camia

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Questo blog nasce dall’incontro di tre persone emigrate volontariamente in età adulta dall’Italia in Svizzera e che in questo Paese hanno realizzato esperienze diverse in vari ambiti lavorativi e culturali. 

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