Lista delle S-malattie consigliate #51: La promessa

Ciao come stai?

Ti sei ripreso da quella sensazione di aria sferzante sul corpo, che ti attraversa non appena si è aperto il portellone di quell’aereo a 4000 metri da terra? Sì, settimana scorsa parlavamo di “nomi” o meglio, del modo in cui noi chiamiamo le cose. Di come le descrizioni nella nostra testa ci condizionano molto di più della realtà stessa. Come fare allora, a non cadere nel tranello, così minuziosamente progettato dal nostro cervello per proteggerci e realizzare la vita che vogliamo?

Con le promesse.

Mi spiego meglio, grazie all’aiuto di una frase di un autore che non conosco.

“Decidi che vita vuoi avere. Impara a dire no, a tutto ciò che non riguarda quella cosa.”

Questo patto, ha la forma più limpida, sincera ed esaustiva, che possiamo fare a noi stessi. Io ad esempio avevo giurato a me stessa che avrei continuato questa rubrica fino ad arrivare al cinquantaduesimo articolo e… Ci sto arrivando. Dopodiché trasformerò questo “progetto” in un’altra cosa… Ma continua pure a leggere. I dettagli di questo li scoprirai, nel prossimo articolo.

Questo accordo può essere applicato in tutti i contesti, ma non comprende tutte quelle meravigliose e colorate sfaccettature che la vita ci offre. Ad esempio, proviamo a pensare al lavoro. Non sempre si può iniziare subito con la carriera desiderata, perché magari, si stanno finendo gli studi. Allo stesso modo, può anche capitare che mentre si attende di terminare il percorso scolastico ci si imbatta in un lavoro che ci fa aprire la mente e sognare a dismisura. Ed è qui che le promesse diventano più articolate e anche più interessanti. Tutto dipende dal “metro di misura” che utilizziamo per valutare se la nostra esistenza ci appaga o meno. Ad esempio, c’è chi valuta la qualità della sua vita alta quanto il suo conto in banca. Oppure, chi in base alla qualità e quantità delle relazioni e conoscenze che ha. Chi ancora, per sentirsi pienamente appagato, ha bisogno obiettivi ambiziosi.

Ognuno fa le sue valutazioni, in base a ciò che conta realmente per se stesso. In linea di massima vanno tutte bene, se il raggiungimento di tali traguardi, non va a discapito di altre aree altrettanto importanti.

Per esempio: Quante persone in nome della carriera trascurano la famiglia? Quanti invece, per togliersi alcuni “sfizi” finiscono per indebitarsi? Oppure, quanti ancora, per portare avanti una relazione, sopportano situazioni deleterie, nella speranza che un giorno cambieranno le cose?

Questo è il momento d’iniziare a farsi delle promesse serie, che possono cambiare realmente l’esistenza di una persona. Rendiamoci conto che per ogni decisione che prendiamo, ci sono delle altre aree, della nostra vita, che ne vengono influenzate. È praticamente impossibile aumentare l’intensità di una cosa, senza cambiare anche il resto.

Aumento di profitto = aumento di lavoro = meno tempo per se stessi o per la famiglia.

Lo stesso vale all’inverso: Più tempo libero = meno lavoro = minor guadagno.

Ovviamente, ci sono anche delle varianti interessanti, come Più tempo libero = meno ore di lavoro = incarico di maggior responsabilità = più stress.

Oppure ancora: Più tempo libero = meno ore di lavoro = incarico di maggior responsabilità = meno stress = maggior tempo dedicato per imparare a gestire meglio le cose.

Come noterete, ogni cosa porta con sé delle conseguenze. Le promesse servono per stabilire con noi stessi, quali conseguenze siamo disposti ad accettare, per avere poi un risultato più soddisfacente. Allo stesso modo, ci servono anche per valutare se “il gioco ne vale la candela”. Ovviamente questo comporta un doppio passaggio.

Prima una fase d’indagine, con delle domande e poi la promessa vera e propria. Ha senso la mia vita con X, ma senza Y? Quanto sono disposta a sacrificare Y per avere X? Sono disposta ad accettare X nei termini in cui non mi priva di Y più di Z.

Ti riporto qui sotto un esempio pratico di come si può applicare questa formula.

Ha senso nella mia vita, uno stipendio cospicuo(X), se devo togliere molto tempo alla mia famiglia(Y)?

  • Risposta: No.

Quanto sono disposta a sacrificare il tempo con la mia famiglia(Y), per guadagnare(X)?

  • Risposta: Mattina e pomeriggio, purché dalla cena in poi io possa stare con i miei affetti.

Sono disposta a lavorare anche tutto il giorno(X), anche se mi limita il tempo che passo in famiglia(Y), ma non oltre l’orario di cena(Z).

Queste cose, proprio perché all’apparenza “banali” vengono date per scontate. Quando invece per riuscire a vivere una vita piena e soddisfacente, penso sia onesto e leale, verso se stessi e gli altri, prima di compiere qualsiasi tipo di decisione, chiedersi 

“Sono disposto a pagare il prezzo che questa decisione mi chiede?”

Ah sicuro, immagino ci siano una miriade di persone che potrebbero sostenere di riuscire a fare entrambe le cose.

Io ho scelto X ma senza rinunciare a Y. Non ho alcun dubbi… Ma vorrei anche chiedere loro. Il risultato X che ti eri prefisso, l’hai raggiunto?  O sei stato semplicemente bravo a raccontarti l’ennesima favoletta? Che pagherai anche a caro prezzo, poiché le favole sono belle, sicuro. Ma quando poi si tirano le somme la sera, prima di addormentarsi, nel letto con se stessi.

Penso sia sano e anche assolutamente sacro rendersi conto di cosa si è realmente realizzato e quali sono ancora le possibili aree di miglioramento. Ti auguro di tutto cuore di riuscire a fare questi conti da solo. Anche perché, se non sei tu che prendi coscienza di come e cosa migliorare, per raggiungere ciò che desideri.

Sarà poi la vita, con il suo caro oste, a passare per chiedere il conto. Ciò che viene trascurato, prima o poi salta a galla. Ora hai delle nuove consapevolezze… Perché aspettare?

Ci troviamo settimana prossima con quello che sarà l’ultimo articolo di questa rubrica. Ancora non ho scelto il nome di quella nuova, me ne rimbalzano in testa troppi. Ma ti prometto che ti dirò in cosa intendo trasformare questa rubrica. Ma fino ad allora, ci tengo a salutarti alla solita maniera.

Ricordandoti che…

A volte basta solo un primo passo per cambiare il mondo,  ma per rivoluzionarlo davvero, non può restare da solo.

Ora hai uno strumento in più. USALO!

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Questo blog nasce dall’incontro di tre persone emigrate volontariamente in età adulta dall’Italia in Svizzera e che in questo Paese hanno realizzato esperienze diverse in vari ambiti lavorativi e culturali. 

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