Noi: Millennial, che abbiamo nostalgia

Recentemente, mi è stato chiesto di raccontare la mia vita da Millennial.  Per chi non lo sapesse, i Millennial sono coloro nati tra il 1981 e il 1996. Io rientro nella categoria giusto giusto per 2 anni… Infatti, mi considero piuttosto “borderline”. Ad esempio, non posso proprio definirmi un’esperta nativa digitale. Il computer a casa mia è arrivato tardi, così come il cellulare prima, e la connessione ai social, dopo. Ricordo che ho iniziato a usare Skype solo quando studiavo in Inghilterra e chiamare “dal fisso” mamma e papà costava troppo…

Però, sono cresciuta condividendo diversi tratti “da millenial”. Siamo sognatori. Appassionati del conoscere, viaggiatori(con la mente e, fisicamente, tra Paesi e luoghi). Ci chiamano, e a ragione, la generazione Erasmus. Oppure i “wannabe”, ovvero imprenditori di noi stessi, impazienti di diventare padroni del mondo. 

Siamo stati i primi a normalizzare l’uscita dai propri confini mentali, culturali e geografici. I primi a conoscere gente da ogni parte del globo e usare lingue diverse, non solo a studiarle, come hanno fatto i nostri genitori. I primi (forse anche) a pensare che il mondo fosse “a portata di mano”. Siamo diventi grandi guardando sempre avanti e poco indietro. Da soli, alla ricerca dell’indipendenza.

Che ne è stato dei sogni e delle ambizioni della mia generazione? A quasi quarant’anni si può provare a fare un bilancio. Mentre ogni giorno scopriamo fenomeni di 15 anni capaci di imprese incredibili, che usano Internet come se fosse una continuazione di se stessi…noi, Millennial, i social li usiamo ancora come strumenti per connetterci al mondo, senza aver davvero capito che sono loro a controllare noi e il ‘nostro’ mondo. Interpretiamo  – mediamente, s’intende – i social network come fonti informative a cui fornisce una fiducia e autorità… Siamo sempre connessi, ma – diciamocelo – abbiamo difficoltà a stare al passo con la velocità con la quale il mondo digitale si sta muovendo.

Disillusi o impauriti, ci rifugiamo sempre più nel passato. E d’altra parte è proprio passato ciò che i social e il web ci portano a vedere – oltre che offrirci una visione parziale e tendenziosa della realtà, cosa che sappiamo ma ignoriamo per lo più!

I social ci tengono legati al passato e così viviamo in una nostalgia perenne… Altro che wannabe proiettati al futuro….

Avete presente la funzione di Facebook che ci mostra oggi cosa facevamo nella stessa data alcuni anni fa, quando si era più giovani? Oppure i filmati dei magnifici anni Novanta, che circolano, spopolando, tra gli over 35? Anche su Instagram è tutto un imbattersi in episodi “di vita” visti milioni di volte. E Disney+ ci ripropone continuamente i classici cartoni animati che vedevamo da bambine… È la vittoria della retromania – come ha ben argomentato una giornalista del Domani: siamo circondati da reboot, remake, revival, sequel dei sequel dei sequel di qualsiasi cosa.

E così, nostalgici del passato, i Millennial – cresciuti – rivivono un sentimento che fu dei loro genitori, e forse dei genitori dei genitori, e magari anche dei genitori dei genitori dei genitori, e così via. La nostalgia.

Chissà, se i giovani d’oggi, quelli della Generazione Z, nati tra il 1995 e il 2010, mobile-centric e orientati al digitale, quando saranno adulti, avranno nostalgia del passato – il presente di oggi?

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Questo blog nasce dall’incontro di tre persone emigrate volontariamente in età adulta dall’Italia in Svizzera e che in questo Paese hanno realizzato esperienze diverse in vari ambiti lavorativi e culturali. 

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