Che i mezzi di trasporto pubblici non siano propriamente un’eccellenza italiana penso sia una verità che molti sventurati utenti potrebbero confermare.
Il tema mi sta particolarmente a cuore in quanto bus, tram e treni fanno parte della mia esperienza quotidiana di non automobilista fra Italia e Svizzera.
Vi risparmierò impietosi confronti in materia fra i due Paesi di cui mi sono occupato in altre circostanze.
Mi limiterò a descrivere in modo semiserio (fa troppo caldo per pensose analisi!) la realtà di un fruitore di mezzi pubblici nella realtà urbana di Pisa che è quella che conosco meglio in Italia. Vorrei solo sottolineare che quando si fanno i raffronti fra i prezzi dei mezzi pubblici nei vari Paesi, bisognerebbe tener conto che anche il disagio e l’inefficienza hanno costi che andrebbero in qualche modo quantificati.
Non so se questa esperienza sia emblematica della realtà italiana ma temo che sia almeno in parte così.
Innanzitutto, all’inizio di una mia permanenza nella città toscana, mi procuro un adeguato numero di biglietti da “obliterare”, anche se l’azienda francese che da qualche anno si è assicurata la gestione dei trasporti pubblici in quasi tutta la Toscana ha introdotti metodi più moderni per accedere ai servizi. Accanto all’acquisto di qualche mezzo nuovo e all’introduzione del bianco ospedaliero dei bus in tutta la Toscana sono queste le novità più rilevanti introdotte dalla nuova gestione transalpina.
Già con questa prima operazione mi sento di appartenere ad un club esclusivo visto che l’uso del bus urbano non è propriamente un fenomeno di massa.
Gli utenti sono in prevalenza persone anziane, immigrati, qualche studente e qualche ignaro turista con destinazione obbligata.
Alle persone anziane l’azienda di trasporto sembra prestare una particolare attenzione visto che per salire su un bus cittadino bisogna effettuare una vera e propria scalata che al momento della discesa diventa un salto di circa un metro; si tratta indubbiamente di un accorgimento escogitato per conservare la prestanza atletica degli utenti di ogni età e al tempo stesso per favorire una loro selezione darwiniana. Al momento dell’atterraggio bisogna poi fare attenzione a non cadere nelle piccole voragini che caratterizzano le strade cittadine. Le fermate sono poi, con qualche lodevole eccezione, una vera e propria sfida climatica, specie sui lungarni dove, nonostante gli ampi marciapiedi, si è pensato bene di non piazzare pensiline che impedirebbero in questa stagione torrida di abbronzarsi adeguatamente e in altre stagioni di godere dei benefici del vento e della pioggia, I viaggi fra strade sconnesse e malfunzionamento delle sospensioni dei mezzi e, talvolta, condotte di guida spericolate sono particolarmente indicate, a causa dei continui sobbalzi di tipo tellurico, per chi soffre di mal di schiena.
Anche le operazioni di obliterazione con i mezzi in movimento richiedono grandi doti di equilibrio, richieste per altro anche a chi si siede rischiando continuamente di essere catapultato fuori dal proprio seggiolino. D’altra parte, questi continui sobbalzi impediscono meritoriamente al passeggero di dedicarsi ad attività individualistiche quali la consultazione del proprio smartphone o letture di qualsiasi tipo. In tal modo gli utenti possono invece praticare attività di socializzazione con i propri compagni di avventura con cui possono condividere conversazioni che hanno in genere come argomento principale lodi per l’efficienza e la comodità del trasporto urbano.
Bisogna dare atto che in genere i mezzi dispongono in estate di un efficiente sistema di aria condizionata, in genere apprezzabile tranne nei casi in cui i conducenti decidono di congelare la clientela.
L’azienda si preoccupa anche che gli utenti, specie se anziani, conducano una vita priva di eccessi e per questo sospende il sevizio diurno verso le 20, per permettere un adeguato riposo notturno. Si narra che nelle ore successive e addirittura fino alle 23 siano stati visti circolare isolati mezzi pubblici su percorsi complessi e inusuali che hanno probabilmente lo scopo di far conoscere a tutti la città by night più che di fornire un efficace servizio di trasporti serali.
I percorsi delle varie linee conducono tutti verso il centro per cui muoversi da una zona periferica all’altra risulta particolarmente complesso. Questo non tiene oltretutto conto dello sviluppo della città che ha visto inevitabilmente, nel corso degli anni, il decentramento di una serie di attività importanti verso zone periferiche raggiungibili facilmente solo in auto,
L’esperienza storico- artistica della città ha insegnato ai suoi pazienti abitanti che talvolta dalle cose storte nascono miracoli a cui del resto è dedicata una delle piazze più famose del mondo; chissà che non avvenga anche il miracolo di un trasporto pubblico più efficiente e comodo e maggiormente utilizzato in moda da sottrarre almeno un po’la città alla morsa del traffico motorizzato che la soffoca sempre più. Questo è del resto il circolo vizioso da spezzare non solo a Pisa; trasporti pubblici poco efficienti e scomodi e proprio per questo poco utilizzati.
Nessuna nega le difficoltà da affrontare in una città di per sé piccola ma frequentate da migliaia di studenti e da turisti e con una struttura urbana complessa soprattutto nella parte storica e oltretutto attraversata da un fiume,
Per superare questa situazione ci vorrebbe una volontà politica in questa direzione, adeguati investimenti pubblici, magari con fondi sottratti all’acquisto di armi e un cambiamento di mentalità dei cittadini, sollecitato anche da limitazioni non punitive dell’uso dei veicoli privati che deve essere accompagnato dall’introduzione di sevizi migliori. Questo almeno è il sogno a occhi aperti di un convinto utilizzatore di mezzi pubblici in una calda giornata estiva.
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