Se una notte d’estate un elettore…

Rosatellum è il nome che viene dato nel gergo politico italiano a una delle leggi elettorali più astruse del mondo. Eppure, è un nome gentile che fa pensare a un vinello leggero, particolarmente adatto alla stagione calda. “Chissà- pensavo fra me e me in una calda serata di questa assurda estate preelettorale- forse chi ha battezzato la legge in questo modo voleva inebriare con un’idea frizzante un elettorato stanco di un’offerta politica non particolarmente…potabile”.

Poi invece ho realizzato che quest’uso maccheronico del latino, degno di uno studente di quarta ginnasio mal orientato nelle sue scelte scolastiche, ha dei non illustri precedenti nella politica italiana. Mattarellum, Porcellum…e via col latinorum di una classe politica capace di sfornare leggi elettorali con un ritmo tale che, se si trattasse di un prodotto con una qualche utilità economica, provocherebbe sicuramente un’impennata del Pil.

Ecco, forse la chiave di tanto malriposto amore per la lingua dei nostri avi sta proprio nel latinorum di renziana memoria (nel senso di Renzo Tramaglino, ovviamente!) che nasconde dietro una penosa parodia della lingua di Cicerone il brutto pasticcio di una legge che sembra fatta apposta per rendere meno incisivo possibile il voto di ognuno di noi. Ma andiamo con ordine. Quest’anno non voterò nella Circoscrizione europea a cui sono iscritto ma farò valere il mio diritto di optare per il voto in Italia. Il voto degli italiani all’estero, nelle varie circoscrizioni in cui è suddiviso l’orbe terracqueo, prevede il buon vecchio sistema proporzionale che non costringe le forze politiche ad artificiose alleanze e concede addirittura all’elettore l’inebriante libertà di esprimere le proprie preferenze fra le candidature del partito prescelto.

Tuttavia, anche il voto degli italiani all’estero necessiterebbe di una profonda riforma che tutte le forze politiche dicono di volere ma che rimandano sempre a domani.

Sconfinamenti ha del resto già segnalato l’urgenza di questa riforma.https://sconfinamenti.info/voto-estero-una-riforma-necessaria/

Inoltre il taglio dei parlamentari, eseguito con la raffinata precisione di un colpo d’accetta, ha colpito spietatamente anche i collegi esteri; per quanto riguarda la Circoscrizione Europa è ora prevista l’elezione   di   tre deputati e di un solo senatore che dovranno rappresentare gli interessi   degli italiani che vivono fra Lisbona e Vladivostok. Auguri ai quattro prescelti, ne avranno bisogno!

Ho dunque tempestivamente inviato al Consolato, negli strettissimi tempi previsti dalla legge,   la mia richiesta di esercitare il diritto di voto  sotto la Torre pendente e ho cominciato a occuparmi del famigerato Rosatellum, anche per riflettere sulle mie scelte.

L’originalità tutta italiana di questa legge elettorale consiste in un innaturale connubio fra sistema proporzionale e uninominale. Se decidi di votare per un partito piccolo che corre da solo, ti puoi tranquillamente scordare di eleggere un tuo rappresentante nel collegio uninominale.

Se invece scegli una coalizione e, al suo interno, un partito che ne fa parte, senza peraltro poter esprimere nessuna preferenza, devi accettare l’offerta multipack e votare automaticamente anche per il candidato uninominale comune. Tenendo conto che le cosiddette coalizioni sono in realtà cartelli acchiappavoti fra forze spesso disomogenee, come dimostrato dalle elezioni del 2018, ti potrebbe capitare ad esempio di votare un partito che non costruirebbe  centrali atomiche nemmeno su Marte  e contribuire a eleggere un candidato uninominale che invece le centrali le metterebbe anche in giardino… di casa tua ovviamente.

Naturalmente, secondo una tradizione consolidata, mentre la destra ha messo insieme un cartello elettorale unitario senza badare tanto per il sottile, Il centrosinistra o come lo vogliamo chiamare si è esercitato nell’attività che meglio conosce che è quella di dividersi, salvo poi gridare che la democrazia è in pericolo. Sarebbe come se in una partita di calcio, dopo che l’arbitro ha decretato un rigore contro la tua squadra, tu, come allenatore, facessi uscire dal campo il portiere sperando che comunque il tiro finisca fuori.

Chi ha concepito il Rosatellum considera evidentemente l’elettore quasi come un intruso la cui voce deve risuonare debolmente e che deve essere guidato e accompagnato nelle sue scelte dalla presunta saggezza dei segretari di partito a cui è affidata la composizione delle liste e in larga misura le possibilità di successo delle varie candidature. In questo modo oltretutto si seleziona una classe dirigente il cui unico “pregio” consiste nella fedeltà assoluta al segretario di partito di appartenenza a cui ogni candidato affida il proprio destino.

Queste considerazioni ironicamente sconsolate potrebbero far pensare che io sia in qualche modo attratto dalle sirene dell’antipolitica ma non è così e, per quanto forte possa essere la tentazione di non votare, esprimerò un mio voto un po’ arrabbiato per la povertà complessiva dell’offerta politica e per i maligni arzigogoli della legge elettorale.

Fatelo anche voi, votate per il vostro partito in modo che dalla vostra scheda trasudi un po`di rabbia e una sincera volontà di raddrizzare qualche stortura.

A proposito, gli oneri della doppia cittadinanza mi impongono anche di votare per le iniziative e i referendum previsti in Svizzera anch’essi per il 25 settembre che per la mia città di residenza, fra confederali, cantonali e cittadini ammontano in tutto a undici; in questo caso, per fortuna è richiesto di dire evangelicamente solo sì, sì o no, no.

 La democrazia, insomma, è bella anche se è impegnativa e spesso ti fa arrabbiare.   

 

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Questo blog nasce dall’incontro di tre persone emigrate volontariamente in età adulta dall’Italia in Svizzera e che in questo Paese hanno realizzato esperienze diverse in vari ambiti lavorativi e culturali. 

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