Un’altra Italia, per un’Europa sociale e dei diritti: il voto degli italiani all’estero

Come hanno votato le italiane e gli italiani all’estero? I dati, mentre scrivo, sono “ufficiosi e provvisori” ma mancano comunque poche circoscrizioni e qualche considerazione può essere fatta. 

La prima: è un’altra Italia quella che abita, lavora e cresce all’estero. Con poche eccezioni sono le forze progressiste di sinistra a aver ricevuto maggiori consensi elettorali. 

Il PD è il primo partito votato in diciassette dei ventisette paesi dell’UE, con uno share di voti che vanno da oltre il 25% a punte che toccano il 38.18% in Svezia, il 35% in Belgio, il 33% nel Lussemburgo, il 32% in Francia e il 34.4% nei Paesi Bassi (qui però il PD perde oltre 7 punti percentuali rispetto al 2019).

In Finlandia e in Austria al PD (rispettivamente con il 24.3 e il 26.7% dei voti) è preferito Alleanza Verdi e Sinistra (con il 26.6 e il 29.8 dei voti). Questo partito si afferma come il secondo per preferenze in vari paesi, tra i quali Svezia (qui Fratelli d’Italia arriva solo all’8% circa dei voti), Belgio e Paesi Bassi (con Forza Italia fermo al 7.4%).

La seconda osservazione: la destra che vince è quella dei Fratelli d’Italia (la Lega è praticamente sempre lontana dal 5% dei voti, con l’eccezione della Polonia dove si ferma proprio al 5%). E quando Fratelli d’Italia vince, in pochi paesi raggiunge – o supera – la soglia del 30%: è il caso di Romania (37%), Croazia (32%) e Bulgaria (30.3%). In Spagna – dove il partito dell’estrema destra spagnolo Vox e “amico” della Meloni ha ottenuto il 9.6% dei voti – Fratelli d’Italia raggiunge il 29.5% e nell’Ungheria di Orbán, il partito della Meloni ottiene il 27.7% dei voti.

La terza osservazione: Forza Italia è per lo più “ininfluente”, un po’ come la Lega. Ad esempio, anche là dove nelle precedenti elezioni Europee la Lega aveva ottenuto buoni risultati, il successo è perduto:  il 31% del 2019 in Ungheria è oggi un 8.53% e il 18.3% conseguito in Francia ormai quattro anni fa vale oggi il 3.9%. L’unico paese dove il partito di Salvini “tiene” un po’ è la Bulgaria, con il 14%. Poco successo per il Movimento 5Stelle che anche nei “casi” migliori, come in Germania, si ferma al 9.4%.

Infine, quando si considerano tutte le sezioni estere (2’255) non si vede un’Italia degli italiani e delle italiane all’estero “spacca in due”, un po’ a destra e un po’ sinistra. È invece un’Italia tutta molto e chiaramente sbilanciata verso l’ala progressista, antifascista e dei diritti per tutti e tutte.

I voti cumulativi di tutte le sezioni all’estero andati al PD sono stati oltre 32mila e cinquecento, ovvero il 30% del totale dei voti, che se uniti a quei 18’525 (il 17.3%) ottenuti da Alleanza Verdi e Sinistra e ai poco più di 8mila (il 7.8%) dei voti per i 5Stelle ci dicono che oltre la metà dei e delle connazionali residenti all’estero si sono espressi per un’Europa che metta al centro le persone, il lavoro, la giustizia sociale e ambientale, che non si tiri indietro sui diritti individuali, che difenda la libertà di scelta delle donne su maternità e aborto, che sia inclusiva di tutti e tutte, valorizzando e rispettando le differenze.

A Fratelli d’Italia sono andati 19’954 voti (18.5%), a Forza Italia l’equivalente del 4.9% dei voti totali e alla Lega il 3.7%. Dunque, la “loro” Europa, quella degli stati nazionali, chiusa e nazionalista, piace molto poco a chi vive all’estero.

Forse tutti quelli che hanno lasciato l’Italia l’hanno fatto per disinteresse o disamore nei confronti della loro terra? Forse chi ha lasciato l’Italia vi è stato “costretto” per motivi occupazionali? Forse sono tutti giovani, mossi da spirito di avventura? No. Siamo in tanti, giovani e meno giovani, in Europa, ad aver scelto, per forturna liberamente, di fare un’esperienza di vita – lunga o corta – all’estero, in un altro paese. Abbiamo colto un’opportunità, certo. Ma pronti a mettersi in gioco. Non è sempre una passeggiata, vivere all’estero! Dall’incontro con quell’alterità – bella ma che a volte un po’ spaventa e richiede adattamento – nasce apertura, voglia di ascoltarsi e ascoltare, collaborare, progettare e costruire un’Europa di pace, sociale e “umana”.

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Questo blog nasce dall’incontro di tre persone emigrate volontariamente in età adulta dall’Italia in Svizzera e che in questo Paese hanno realizzato esperienze diverse in vari ambiti lavorativi e culturali. 

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