A Bruxelles, tre europarlamentari e tanti giovani della bolla europea: ma l’occasione è persa

Quando la domanda di apertura del dibattito è stata per chiedere il giorno di nascita degli europarlamentari eletti, quando la seconda domanda è stata sulla ricandidatura dei presenti…ecco quando ho sentito questo, ho pensato che la serata non avrebbe promesso nulla di buono. E infatti, per larga parte, quello che si prospettava nella mia mente come un dibattito serio e approfondito sulle posizioni dei diversi partiti europei è stata l’ennesima occasione per una passerella nazionale. Di neanche alto profilo, a dire il vero. Eppure le premesse c’erano tutte: europarlamentari appartenenti a diverse famiglie europee, un giornalista ambizioso e un pubblico fatto principalmente di giovani belli e ben vestiti, showcase migliore della “bolla europea”. 

E invece, al di là di qualche accenno in stile “le riforme europee che vorrei” – più federalista, più pacifista, più impegnata a combattere l’evasione fiscale, attenta alla transizione economica ma non succube del Green Deal, riformata o riformista – poco altro si è detto. Non un accenno ai valori (ancora attuali?) dei padri fondatori. Non una riflessione morale su cosa significhi essere cittadini europei oggi e sulla solidarietà europea. Non uno sguardo al ruolo dell’EU per la costruzione del nostro futuro di fronte al fenomeno del cambiamento climatico, delle migrazioni, della mala-sanità, della disoccupazione e del fatto che le pensioni per i nostri figli forse non ci saranno. Ma non è stata tutta colpa degli europarlamentari, va detto. Nessuno li ha incalzati…

Ha dominato il presente, il qui e ora, la guerra in Ucraina e le spese militari, la politica comune sulla difesa, la riforma dell’intelligenza artificiale. È mancata completamente qualsiasi progettualità e visione: dove vuole andare l’UE (non solo da qui a 3 mesi quando ci saranno le elezioni); che ruolo possono giocare i giovani; che spazio potrà trovare la mobilità e cosa significa essere cittadini europei oggi.

Ho lasciato il dibattito con un gran amaro in bocca. Un’occasione sprecata. Un evento che è stato utile per spiegare come si vota e dove ma dove non c’è stato spazio – o interesse – per riflettere sul perché votare.

Mi consola solo un poco che alla domanda del moderatore rivolta al pubblico “sapete chi è lo Spitzenkandidat?”, in parecchi abbiano alzato la mano in segno di conferma. Almeno le basi sembrano esserci nell’acritica bolla europea …

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Questo blog nasce dall’incontro di tre persone emigrate volontariamente in età adulta dall’Italia in Svizzera e che in questo Paese hanno realizzato esperienze diverse in vari ambiti lavorativi e culturali. 

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