Donne e musica classica: parlami di pianiste

Nel 1971 – lo stesso anno in cui le donne svizzere ottenevano il diritto di voto e di eleggibilità a livello federale – sulle pagine di ArtNews la storica dell’arte Linda Nochlin publicò Why There Have Been No Great Women Artists? (“Perché non ci sono state grandi artiste?”).

Questa domanda me l’ha posta, più o meno in simili termini, anche mio figlio, che ha 7 anni. Mi ha chiesto, a voler essere precisi, di fargli il nome di qualche pianista o compositrice di musica classica. Ho saputo citare solo Beatrice Venezi. Mio figlio è rimasto piuttosto stupito del fatto che non avessi altri esempi. “Le donne non sanno suonare il piano?”, ha domandato. In questa sua domanda e in quella sua perplessità, ho ritrovato tutta la terribile attualità della riflessione di Linda Nochlin: il talento (la passione, l’interesse) può fiorire solo all’interno di un contesto sociale che offra opportunità di crescita – e che non discrimini. E invece… in un articolo pubblicato da Il Guardian nel 2018, si legge che su quasi mille e cinquecento concerti di musica classica e contemporanea rappresentati sui palchi teatrali più prestigiosi del mondo, solamente 76 contenevano brani composti da una donna, e la percentuale dei lavori composti da una artista donna non supererebbe il 3%.  E secondo lo studio “Orchestrating Impartiality” del 2000, le opportunità per le donne di essere assunte come orchestrali crescono del 25% là dove l’audizione di svolge in modalità “cieca”, ovvero quando le performance avvengono dietro un pannello per impedire alle commissioni di vedere il genere dell’artista ed esserne influenzato!

Nel giorno della festa della donna, e ripensando alla domanda di mio figlio, ho fatto un po’ di ricerca. Grazie a Daniela Domenici e al suo libro “Note di donne, musiciste italiane dal 1542 al 1883”, quest’oggi parlerò al mio bimbo: della compositrice tardo rinascimentale Maddalena Casulana e di Maddalena Sirmen, che visse tra il XVIII e il XIX secolo e divenne una violinista e compositrice nota in tutta Europa; racconterò anche che Wolfgang Mozart aveva una sorella, Maria Anna, musicista di talento e con la quale si esibiva nelle diverse corti d’Europa; mentre saltando di alcuni secoli fino ai nostri giorni, ho scoperto che nel Regno Unito vive Tansy Davies la quale ha scritto opere per la London Symphony Orchestra, la BBC Symphony Orchestra e la BBC Scottish Symphony Orchestra; e pochi anni fa, nel 2011, il Grammy Award nella categoria “miglior opera lirica” è stato vinto dalla finlandese Kaija Saariaho. E poi, con un pensiero alle persone sotto attacco in Ucraina, ricorderò anche Anastasiya Petryshak, violinista italo-ucraina, classe ’94 e che oggi vive in Svizzera. Anastasiya ha raccontato di recente com’è nato il suo amore per la musica classica, la frase è la seguente – e mi è piaciuta molto: “Un giorno, mentre passeggiavo per strada, vidi un violinista suonare le Quattro stagioni di Vivaldi e fu per me una vera e propria folgorazione. Non più tardi dell’indomani, insistetti perché mia mamma mi iscrivesse a una scuola di violino“.

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Questo blog nasce dall’incontro di tre persone emigrate volontariamente in età adulta dall’Italia in Svizzera e che in questo Paese hanno realizzato esperienze diverse in vari ambiti lavorativi e culturali. 

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