Elvetismi: l’italiano della Svizzera

Al turista italiano che si avventuri, magari per la prima volta, con la propria auto in territorio elvetico, verrà chiesto alla frontiera, di procurarsi una vignetta. Non è decisamente il caso che il Nostro si affretti ad acquistare una rivista umoristica illustrata, pensando magari che il doganiere abbia bisogno di distrarsi dalle lunghe ore di servizio; dovrà piuttosto mettere mano al portafoglio e sborsare 40 franchi svizzeri (al cambio attuale circa 36 euro) per procurarsi il bollo richiesto per circolare sulle autostrade svizzere.

In questo modo, superato lo shock per il   primo impatto pecuniario con la Svizzera, avrà ricevuto anche la prima lezione di italiano elvetico.

Il passo successivo del soggiorno svizzero sarà riservato a un pieno di benzina, di cui l’intrepido turista ha bisogno immediato, in quanto, a conoscenza del fatto che il prezioso carburante in Svizzera costa meno, ha rischiato di dover spingere a mano la sua auto fino al più vicino servisol, che poi sarebbe un distributore self-service; e con questo, insieme al carburante, è servito anche il secondo elvetismo. 

Il nostro amico ha bisogna di riposarsi da tante ore di guida e decide di fare una sosta nella bella Lugano, dove, seduto al tavolino di un locale del centro, può finalmente gustare un buon caffè, anzi un espresso, che da queste parti si comanda e non si ordina. La sua quiete è turbato da varie proposte di azione che campeggiano un po’ovunque in città, ma presto si tranquillizza, dopo aver compreso che questo ulteriore elvetismo non è una sollecitazione a svolgere attività faticose, ma un invito ad approfittare delle offerte speciali su alcuni prodotti

Un discorso a parte meritano le traduzioni un po’approssimative di diversi enti pubblici e privati che, naturalmente, devono fornire le loro indicazioni nelle quattro lingue nazionali.

Così può capitare di leggere l’invito ad allarmare i pompieri in caso di incendio, mentre sembrerebbe più ragionevole lasciare che i valorosi vigili del fuoco siano lasciati svolgere il loro rischioso lavoro senza ansie superflue e mantenendo quel necessario autocontrollo a cui invece vengono invitati tutti i fruitori di mezzi pubblici, per segnalare l’assenza di un controllo sistematico del titolo di viaggio.

Mettendo da parte questi evitabili infortuni legati a cattive traduzioni, bisogna riconoscere in generale piena dignità alle varianti dell’italiano utilizzate in Ticino e nei Grigioni italiani che sono il frutto di un contatto e di una convivenza con altre lingue nazionali e spesso anche delle particolarità dei linguaggi amministrativi e burocratici. Questo porta non solo a differenze lessicali ma anche ad alcune peculiarità grammaticali e sintattiche.

Di questo si occupa lo Svizzionariouna pubblicazione giunta alla terza edizione, curata da Sergio Savoia e Ettore Vitale che, con competenza e anche un briciolo di ironia, si addentrano in tutti i meandri dell’italiano elvetico

Questo prezioso lavoro di ricerca è stato utilizzato  dal vocabolario italiano Zingarelli che, ormai da anni,   ha recepito una serie e di termini indicandoli appunto come elvetismi.

Fra questi, oltre ai vocaboli  già citati, spicca, ad esempio, attinenza per indicare il luogo di origine di una persona che, per i detentori di doppia cittadinanza che non siano nati in Svizzera, indica non il luogo di nascita ma quello in cui hanno acquisito la cittadinanza svizzera.

Nel linguaggio burocratico, con riferimento ai permessi di soggiorno rilasciati agli stranieri, il domicilio indica un permesso di durata illimitata, mentre la dimora consente un soggiorno temporaneo e fuoco indica un nucleo familiare 

Chi vuol frequentare una scuola deve annunciarsi (iscriversi) sperando di ottenere sempre delle buone note(dei buoni voti). 

Se qualcuno poi promette di “farvi un telefono” non è in procinto di gratificarvi con un costoso e gradito regalo, ma vi annuncia semplicemente una sua prossima telefonata-

Se poi si parla di germanici non si fa riferimento ad antichi guerrieri ma, in genere, ai moderni abitanti della Repubblica federale tedesca mentre tedeschi sono   gli svizzeri tedeschi.

In conclusione, anche se per chi viene dall’Italia alcune particolarità dell’italiano elvetico appaiono curiose, un eventuale atteggiamento di superiorità deve piuttosto lasciare il posto all’accettazione di una legittima diversità linguistica.

Insomma, secondo un principio molto caro alla mentalità svizzera e che in questo caso è pienamente giustificato,” bisogna adattarsi”.

Comunque, chi arriva dall’Italia non deve temere di doversi iscrivere (o annunciare?) a un corso di lingua in quanto, a parte alcune iniziali incomprensioni, non esiste alcun reale problema di comunicazione.

Magari il turista italiano eviti, come pure talvolta accade, di rivolgersi a uno svizzero italofono complimentandosi perché, per essere uno svizzero, parla bene in italiano.

Seguici

Cerca nel blog

Cerca

Chi siamo

Questo blog nasce dall’incontro di tre persone emigrate volontariamente in età adulta dall’Italia in Svizzera e che in questo Paese hanno realizzato esperienze diverse in vari ambiti lavorativi e culturali. 

Ultimi post

“Acqua per la pace”

Questo è il significativo motto scelto dall’Onu per la giornata mondiale dell’acqua che ricorre ogni anno il 22 marzo per sensibilizzare l’opinione pubblica mondiale sull’uso

Leggi Tutto »