Lista delle S-malattie consigliate #19: Vulcano

Buongiorno, come stai? 

La scorsa settimana ci eravamo lasciati parlando del sacro fuoco che arde dentro di noi. 

Delle emozioni che ne scaturiscono e che fanno da guida, al raggiungimento dei nostri risultati.

Ma come trovare dunque, quella scintilla?

Come smettere di sprecare energie in cose che non sono realmente importanti?

Questa s-malattia serve proprio per individuare quel fuoco.

In quest’epoca digitale, dove siamo sommersi da stimoli e informazioni di ogni tipo, è davvero complicato capire quale sia il percorso adatto.

Finendo così, per non capire su cosa concentrare le energie. Pensando e ripensando alla decisione da prendere perché: “magari questo potrebbe piacermi di più, questo invece, sembra più facile, oppure ancora, in questo potrei riuscire meglio”.

Mi dispiace scriverlo, ma sono solo un sacco di inutili bugie!

I motivi per cui sostengo FEROCEMENTE questa affermazione sono due:

1 Le “emozioni”, che danno la forza e l’energia per portare avanti un progetto nel lungo termine, non si alimentano con la convenienza.

2 Quando trovi ciò che realmente senti tuo, ed il tuo perché, ti garantisco, che non te ne importerà proprio un bel niente, se ciò che hai scelto è facile, veloce o proficuo.

Non ti importerà nemmeno se sarai appoggiato o capito. Non ti chiederai nemmeno se ciò che stai facendo sia giusto o sbagliato per te.

Ciò che “senti” tuo, è tuo. Punto.

Ecco perché la s-malattia di oggi l’ho voluta chiamare “vulcano”.

Te la voglio raccontare attraverso una storia.

Le cose sono andate più o meno così:

Una sera dovevo fare formazione a Sara, una collaboratrice che era da poco in azienda.

Lei stava studiando per diventare infermiera e mi chiese come facevo ad affrontare le mie paure.

Premetto, che non sono mai stata un cuor di leone, allora cercai a mio modo, di spiegare ciò che provavo. “Ho paura anch’io, ma il motivo per cui faccio questo lavoro, è qualcosa di talmente profondo, che non riesco a farne a meno. La voglia di riuscire è più forte di tutte le insicurezze.”

Quando vidi il suo viso, un po’ perplesso, capì che la mia spiegazione non era stata molto esaustiva.

Cercai il modo per farle “provare” sulla sua pelle, ciò che sentivo. 

Così le chiesi “tu perché studi infermieristica?” 

Sara, senza pensarci due volte mi rispose “per aiutare le altre persone”.

Mmm forse non avevo scelto l’esempio più facile ma proseguii lo stesso. 

“Sara” le chiesi “sei proprio sicura che studi infermieristica SOLO per aiutare le altre persone?” Il suo viso tornò a farsi perplesso e restò in silenzio.

“Ok, proviamo così. Poniamo il caso che io mi sia graffiata a una mano. Tu cosa faresti?”

“Ti disinfetterei e ti metterei un cerotto!” Rispose tutta d’un fiato.

Sorridendo continuai “Ma dai Sara, un graffio minuscolo, a che serve un cerotto?” Sapevo già cosa mi avrebbe risposto. “Ma potrebbe fare infezione, disinfettante e cerotto ci vogliono!” Allora, fingendomi una bambina capricciosa contesto “Ma io il cerotto non lo voglio e tu sei anche brutta e cattiva.” Alla mia linguaccia scherzosa, la risposta da parte sua arrivò puntuale come il rintocco di un orologio Svizzero. “Va bene, sono brutta e cattiva, ma prima mi fai vedere la mano, ti disinfetto e ti metto il cerotto.”

Eureka! Mi fermo, sospiro e rifletto.

“Ora, scherzi a parte, ti rendi conto, che se fai tutto questo casino per un graffio invisibile, lo fai prima di tutto per te stessa? Sicuramente, è una carineria anche nei miei confronti, ma…”

Sara stava per ribattere e con calma, la invitai a lasciarmi finire.

“È vero, la mano è mia, il graffio anche. Ma io non ho REALMENTE bisogno, di quel cerotto… o almeno, non quanto ne hai tu…”

Quel minimo di silenzio, mi diede il tempo per proseguire “Non dico che tu non studi infermieristica per aiutare le persone. Tuttavia avresti potuto aiutarle facendo l’avvocato o l’insegnante. Ma l’infermiere, è il modo che tu, hai scelto per aiutarle. Quindi, lo fai perché quello è il modo che senti tuo. Tanto quanto il mio modo è quello di far capire, attraverso delle tecniche di memoria, che tutti possiamo migliorare e che non c’è limite alla mente umana. Avrei potuto scegliere di fare psicologia. Ma non sarei stata io…”

Ancora silenzio… poi il suo sguardo… Bingo.

Quando una decisione non parte dal diretto interessato, non c’è un reale beneficio.

Quanti dottori avvocati e maestri ci sono che hanno scelto questi studi per far contenti i genitori? Con che spirito vanno a lavorare? Come lo vivono?

Ecco perché per questa s-malattia ho scelto il nome “vulcano”.

Ciò che nasce da dentro, non segue regole o una logica. Quando una cosa la senti, per quanto puoi ignorarla o respingerla. Resterà sempre e comunque una parte di te.

Che tu lo voglia o meno.

Osho nel libro “Innamorarsi dell’amore” scrive:

“La tragedia dell’uomo è il suo tentativo di fare l’impossibile: cerca di obbligare il cuore a servire la mente, il che è assurdo.”

Quante volte abbiamo tentato di avere successo in una cosa, che pensavamo fosse “giusta”, per poi fallire miseramente?

Dati statistici presi dal libro “6 minuti al giorno per trovare la felicità” di Dominik Spenst riportano questi risultati:

L’88% delle persone che inizia l’anno con una lista di buoni propositi, alla fine, non ne ha portato a termine nemmeno uno. 

Il 95% delle persone che dicono di voler perdere peso, poi sperimentano il famoso effetto yo-yo, dove questi chili vanno e vengono di continuo.

Il 92% delle persone che provano a smettere di fumare non ci riescono.

Mi viene da pensare, che quelle decisioni, non fossero la risposta a un bisogno interno, così forte da superare le difficoltà.

Il fuoco è quello che ti fa sentire vivo, pieno di energia. In linea con ciò che hai dentro fin nelle viscere. Non fa dormire la notte e soprattutto, fa stramaledettamente paura.

Ti tira fuori lacrime, sudore e sangue… e tanta, ma davvero tanta gratitudine.

Perché sai di aver trovato il tuo posto nel mondo.

Per tutto il resto, esistono gli uffici di collocamento. 

Ma ti ricordo, che un cuore che vive, non può battere chiuso in una scatola.

Comunque, si tratta sempre e solo di scelte… le tue!

Qual è quell’attività che ti fa sentire pienamente in linea con te stesso?

Che ti da quel senso di frustrazione, paura, e gioia nello stesso momento?

Ma soprattutto, cosa stai aspettando?

Ricordati…

A volte basta solo un primo passo per cambiare il mondo, ma per rivoluzionarlo davvero, non può restare il solo.

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Questo blog nasce dall’incontro di tre persone emigrate volontariamente in età adulta dall’Italia in Svizzera e che in questo Paese hanno realizzato esperienze diverse in vari ambiti lavorativi e culturali. 

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