Lista delle S-malattie consigliate #31: identità

Buongiorno come stai?

Mi auguro che l’articolo di settimana scorsa, possa averti dato qualche spunto di riflessione.

Oggi voglio ragionare con te su come e cosa costituisce un’ identità.

Alla luce delle lettere che ho scritto, ho trovato questo testo che reputo molto idoneo al caso. Non ho trovato la fonte, ma te lo riporto comunque qui sotto.

QUATTRO UOMINI

Una notte d’inverno
al riparo dal vento
la tavola era preparata per uno,
ma quattro erano gli uomini
che mangiavano insieme.

 Ecco l’uomo che volevo essere,
sedeva pieno di onori,
e vicino a lui, alla sua destra,
l’uomo che vedono gli altri.

L’uomo che penso di essere
era seduto alla tavola
e l’uomo che sono veramente
aveva posto con gli altri.

 Erano sotto lo stesso tetto,
ma non si chiamavano fratello
tra loro non passava nemmeno
un segno di riconoscimento.

Immagino che ogni essere umano, abbia diverse sfaccettature.

Se dovessi analizzare insieme a te una persona specifica, al fine di definirne l’identità, penso che daremmo due responsi, completamente diversi, basati sulle nostre conoscenze ed esperienze personali.

Nel testo del neuroscienziato David Eagleman Il tuo cervello, la tua storia,, alla domanda “Chi sono io?”, segue questo trafiletto:

“Tutte le esperienze della vostra vita – dalle singole conversazioni alla cultura in generale – plasmano i più piccoli dettagli del vostro cervello. A livello neurale, ciò che voi siete dipende da dove siete stati. Il vostro cervello è un’ incessante, muta forma che riscrive costantemente la propria rete di neuroni interconnessi nel sistema nervoso. E dato che le vostre esperienze sono uniche, tali sono anche i vasti e dettagliati modelli della vostra rete neurale. Poiché essi continuano a modificare la vostra vita nella sua totalità, la vostra identità è un bersaglio in movimento, che non raggiunge mai un punto d’arrivo.”

Ogni esperienza e ancor di più, il nostro modo di vederla, va a modificare in maniera inequivocabile, ciò che noi siamo.

Allora, perché è così importante per una persona, mettere in chiaro, prima di tutto con se stessa, la sua identità?

Perché grazie a questa comprensione, l’individuo può essere più coerente con le proprie scelte e, di conseguenza, con le proprie azioni.

Non solo dal punto di vista del ruolo che ricopre a livello lavorativo, (giardiniere, segretario, scrittore ecc.), piuttosto che famigliare (figlio, zia, fratello, partner ecc), ma soprattutto, per il modo in cui decide di farlo e cosa rappresenta per lui.

Oggi non intendo concludere l’articolo con una risposta, bensì con una considerazione molto personale.

Il modo migliore per definire la propria identità, sta nel realizzare concretamente ciò che pensiamo possa renderci più felici e nel sentire, se ci riteniamo  davvero appagati in quel determinato contesto o meno

Detto sinceramente tra me e te, mai e poi mai avrei pensato che mi sarebbe piaciuto occuparmi della figlia della mia compagna. Tanto meno che sarei riuscita a creare un rapporto di dialogo, comprensione e complicità con lei. 

Solo vivendo la situazione, ho potuto capire veramente, se faceva o meno per me.

Al contrario, mai e poi mai avrei pensato di detestare tanto di lavorare in un laboratorio di gastronomia e pasta fresca, (per me rappresenta una noia abissale). Anche perché amo profondamente cucinare a casa per la mia famiglia.

Al fine di orientarci, verso un’identità più felice e appagante, puoi trovare qualche spunto utile qui.

E come dico sempre…

A volte basta solo un primo passo per cambiare il mondo,
ma per rivoluzionarlo davvero, non può restare il solo.
 

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Questo blog nasce dall’incontro di tre persone emigrate volontariamente in età adulta dall’Italia in Svizzera e che in questo Paese hanno realizzato esperienze diverse in vari ambiti lavorativi e culturali. 

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