Turismo lento

Il miglioramento della situazione pandemica e gli allentamenti graduali ma, si spera, definitivi delle restrizioni che essa ha imposto, ci consentono di riprendere a spostarci anche per trascorrere il nostro tempo libero e le nostre vacanze. È auspicabile che questo avvenga con prudenza e con una maggiore consapevolezza della necessità ma anche del piacere di un rapporto più armonioso con l’ambiente.

Il cosiddetto turismo lento o slow tourism potrebbe rispondere a queste esigenze;  

si tratta di una nuova concezione del tempo libero, del viaggio e delle vacanze che mette al centro una valorizzazione dell’esperienza turistica come scoperta del territorio, all’insegna del pieno rispetto delle culture locali e dell’ambiente naturale.

Il turismo lento è già praticato da anni da coloro che vogliono rifuggire dalle forme più devastanti e superficiali del turismo di massa. 

Comprende il trekking, il cicloturismo, i cammini, le osservazioni non invasive della natura, come il birdwatching, e varie forme di escursioni fluviali e acquatiche, offrendo una gamma di possibilità per tutti i gusti e per tutte le età. Si presta inoltre sia a brevi escursioni che a vacanze lunghe.

L’ alloggio è previsto in strutture quali agriturismi, bed and breakfast e nei cosiddetti alberghi diffusi.

 Quest’ultima forma di ricettività, ormai estesa a tutta Europa, fu concepita a partire dalla ricostruzione delle zone del Friuli devastate dal terremoto del 1976 e prevede l’utilizzo di abitazioni ristrutturate in borghi in gran parte abbandonati, che possono essere in tal modo rivitalizzati senza stravolgerne la natura e l’identità.

A tutto questo naturalmente si accompagnano perfettamente esperienze enogastronomiche legate ai prodotti e alla cucina dei vari territori che sono oltretutto un aspetto culturale importante.

La lentezza è dunque vista come un valore, un “lusso” che la pandemia ci ha costretto in parte a riscoprire ma che dovrebbe diventare una scelta consapevole di riappropriazione di un rapporto più profondo con la natura, con gli altri e, in definitiva, con noi stessi.

Paesi come l’Italia e la Svizzera hanno tutte le caratteristiche ambientali per promuovere lo slow tourism che potrebbe inoltre attenuare l’impatto devastante della crisi in atto sull’intero comparto turistico dei due paesi.

Si tratta in definitiva di un aspetto dell’auspicabile incremento della cosiddetta economia verde, in grado di essere eco-compatibile ma al tempo stesso di creare nuove forme di occupazione.

Naturalmente nessuno pensa che dovremo rinunciare per sempre a esperienze anche in paesi lontani ma. quando potremo riprendere   a fare anche questo tipo di viaggi. forse avremo imparato a essere più attenti e rispettosi degli ambienti e delle persone con cui verremo in contatto.

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Questo blog nasce dall’incontro di tre persone emigrate volontariamente in età adulta dall’Italia in Svizzera e che in questo Paese hanno realizzato esperienze diverse in vari ambiti lavorativi e culturali. 

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