9 aprile: quarta giornata europea della lana

Si celebra oggi la Giornata Europea della lana, un invito a riflettere al lavoro a maglia e all’uncinetto, un’attività che fa bene all’ambiente e a noi, per i suoi effetti calmanti e contro lo stress, per la sua capacità di aumentare la concentrazione e di fornire un senso di realizzazione e benessere. La scienza medica ci crede e infatti investe nei progetti di lanaterapia.

Nel mondo frenetico di oggi, dove lo stress e le distrazioni sembrano essere all’ordine del giorno, trovare modi per rilassarsi e riconnettersi con se stessi è diventato essenziale per il benessere mentale. Una delle molte attività che offrono un rifugio dalla frenesia della vita moderna è lavorare la lana (anche attraverso ciò che può essere recuperato e riutilizzato). Si tratta di una pratica antica, che ora sappiamo offrire numerosi benefici per la salute mentale e il benessere emotivo. Non sono solo belle parole o opinioni, ma lo dice la scienza.

Da uno studio condotto dalla Fondazione Ircss Istituto Neurologico Carlo Besta di Milano, ad esempio, emerge che «l’attività di knitting (lavoro a maglia e all’uncinetto) fa bene al cervello, ferma i pensieri intrusivi, aumenta il livello di attenzione verso un’attività specifica e, nel caso delle pazienti oncologiche, le rende più concentrate durante il colloquio con gli oncologi, nel momento in cui è necessario fare scelte dirimenti che incidono sulla propria salute».

Non è un caso, allora, che sia un medioco oncologo, Alberto Costa, il presidente della Fondazione EWE (European Wool Exchange), la quale si propone di incoraggiare lo scambio di informazioni, conoscenze e competenze legate all’uso della lana europea nei settori della salute e sociale. Stiamo parlando di lavoro a maglia terapeutico. Ma non solo. Perchè la Fondazione EWE vuole anche sostenere un’economia per la lana che sia circolare e che colleghi gli utenti finali alle pecore, agli allevatori e alle origini dei prodotti di cui godono.

E quale miglior occasione per enfatizzare l’importanza di ridurre lo spreco della lana, incentivarne il recupero e sottolinearne anche il legame tra lavoro a lana e benessere psico-fisico, se non attraverso una giornata interamente dedicata alla lana, appunto?

La Giornata Europea della lana si celebra da 4 anni, grazie alla promozione da parte di EWE: quest’anno cade oggi, il 9 aprile.

(video credits: EWE Foundation)

Facendo un po’ di ricerca sul web, non è difficile imbattersi in diverse caratteristiche benefiche del lavorare la lana. Una di queste ha a che fare con la ripetizione costante dei movimenti delle mani: ciò può avere un effetto calmante sulla mente, perchè il ritmo regolare aiuta a rallentare il flusso dei pensieri e a creare uno spazio per la calma interiore. Lavorare la lana non offre solo un’opportunità per esprimere la propria creatività attraverso la scelta di colori, texture e schemi – e ciò può aumentare l’autostima e il senso di realizzazione personale – ma può anche fungere da catalizzatore per la connessione sociale e la costruzione di comunità. Anche tra i malati.

Da alcuni anni infatti si parla di lanaterapia, ovvero di come lavorare la lana in contesti di cura aiuti tanto i singoli pazienti a comprendere lo stato della propria malattia e salute (anche aderendo meglio alle cure) quanto la relazione tra curante e malato, dunque migliorando “la comprensione delle esigenze del paziente e a una cura più personalizzata e mirata”, come si legge sul sito di Gomitolorosa, che è una no-profit italiana “pioniera” nel portare la lanaterapia nelle sale d’attesa di ospedali e strutture sanitarie, per il trattamento di pazienti oncologici. L’attività di lavorare con la lana può avere effetti calmanti, ridurre lo stress, aumentare la concentrazione e fornire un senso di realizzazione e benessere.

  • LO SAPEVI CHE? In Italia, ogni anno, circa 6,5 milioni di pecore producono almeno 1,5 kg di lana ciascuna, per un totale di circa 10/12 milioni di kg di lana nel 2019. Tuttavia, l’80% di questa lana viene esportata come lana “sucida”, senza pulizia o lavaggio, principalmente in India, Cina e sud est Europa, dove viene mescolata con fibre sintetiche per la produzione di tappeti. Solo il 10/15% viene utilizzato internamente. Ciò significa che potrebbe esserci uno spreco del 5/10% della lana, che potrebbe essere bruciata, interrata o trattata come rifiuto speciale. Anche se solo il 10% della lana venisse sprecato, ciò rappresenterebbe oltre 1 milione di chili sprecati ogni anno in Italia. Questa lana potrebbe essere trasformata in gomitoli e utilizzata per lavori a maglia, offrendo beneficio alle pazienti oncologiche.

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Questo blog nasce dall’incontro di tre persone emigrate volontariamente in età adulta dall’Italia in Svizzera e che in questo Paese hanno realizzato esperienze diverse in vari ambiti lavorativi e culturali. 

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