Parlo tedesco ma anche italiano

E’ un buon momento, questo, per l’italiano in Svizzera. Non solo un Presidente della Confederazione ticinese, Ignazio Cassis, che fa del plurilinguismo un tratto del proprio mandato, ma anche, negli ultimi mesi, la pubblicazione di diversi rapporti e articoli sulla situazione della lingua di Dante soprattutto oltralpe. Per citarne due tra i tanti: il rapporto “La posizione dell’Italiano in Svizzera: uno sguardo sul periodo 2012-2020 attraverso alcuni indicatori”, commissionato dal Forum per l’italiano in Svizzera all’Osservatorio linguistico della Svizzera italiana (OLSI) e al Dipartimento formazione e apprendimento (SUPSI-DFA), e poi un’intera edizione della Rivista dedicata alla nostra lingua. Anche la CORSI (Società cooperativa per la Radiotelevisione svizzera di lingua italiana), con il Forum, stanno promuovendo l’importanza della diffusione delle lingue nazionali oltre i caratteri territoriali, con un Convegno proprio dedicato all’italofonia e al ruolo del servizio pubblico dei media il prossimo 7 maggio a San Gallo.

Pubblicazioni come quelle citate e eventi dedicati all’italofonia sono naturalmente, ma non esclusivamente, rivolti a chi padroneggia la lingua italiana “dalla nascita”. In Svizzera, per quanto circa due terzi delle persone che dichiarano l’italiano come lingua principale nelle regioni francofona e germanofona abbia un passato migratorio, altri “parlanti italiano” hanno appreso la lingua di Dante per lavoro o interesse personale. Infatti l’italiano è una lingua che piace, soprattutto ai giovani, per i quali la conoscenza della lingua italiana è considerata un valore aggiunto: le nuove generazioni hanno, ad esempio, una grande ammirazione per la cultura italiana nelle sue innumerevoli declinazioni, dalla musica, alla pittura, alla letteratura e a tutte le forme d’arte, che sono estremamente apprezzate. Altrettanta passione è condivisa per il paesaggio italiano, per la cucina, non da ultimo.

E così, oltralpe, ancora oggi sono numerosi i luoghi di aggregazione per italofoni e per quanti desiderano migliorare le proprie capacità linguistiche, come ci conferma Ivan, che parla correntemente italiano, benché egli sia di lingua madre slovena. “Passano i tempi, si susseguono le generazioni. Cambiano i luoghi d’incontro, insomma, ma non la voglia di italianità – continua Ivan – Fino a poco tempo fa, un importante punto di incontro e riferimento a Zurigo era la Libreria italiana. Io mi ritrovo negli spazi dell’Associazione La Fabbrica di Zurigo. Devo dire che negli ultimi anni, si sente anche più italiano per le strade cittadine e non solo nei quartieri con alta presenza di italofoni o ristoranti italiani. Testimonianza, questa, che l’italiano è ormai uscito da un ghetto d’uso – quello legato alla migrazione degli anni Sessanta e Settanta”. 

Giunto in Svizzera nel 2010, Ivan ha vissuto precedentemente in diverse parti d’Europa, cercando sempre di apprendere la lingua locale, eppure portando l’italiano nel cuore. “Ho sempre lavorato in inglese, ho tanti colleghi germanofoni e francofoni. Là dove posso, cerco sempre di relazionarmi con il mio interlocutore usando la lingua locale. Sto migliorando il tedesco e sono in procinto di completare la richiesta per la cittadinanza elvetica. Al tempo stesso credo sia importante coltivare la lingua che potremmo definire del cuore. Essa veicola il nostro modo di essere e – per usare una parola tedesca – la nostra Weltanschauung, ovvero il modo in cui guardiamo il mondo. Mi stupisce e al tempo stesso mi piace poter parlare italiano anche in contesti inaspettati, come quella volta che ho chiamato un tecnico per riparare un guasto nel mio appartamento e, dopo aver iniziato a parlare in tedesco, siamo finiti col conversare in italiano, lingua che conoscevamo entrambi!!”

Ma l’inglese quindi? “L’utilizzo dell’inglese – conclude Ivan – utilissimo per facilitare la comunicazione in contesti internazionali, non dovrebbe offuscare le peculiari lingue locali e un suo utilizzo spasmodico rischia di appiattire, o comunque ridurre, le diversità linguistico-culturali di cui è ricca la Svizzera”.

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Questo blog nasce dall’incontro di tre persone emigrate volontariamente in età adulta dall’Italia in Svizzera e che in questo Paese hanno realizzato esperienze diverse in vari ambiti lavorativi e culturali. 

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