Dispersi ai confini e dentro l’Europa

Ventottomila. Tante sono state le morti che dal 2014 ad oggi si sono consumate ai confini dell’Europa, sommando quelle avvenute nel Mediterraneo e nell’Atlantico; ma anche nei Balcani, nelle Alpi, nel Canale della Manica, nel fiume Bidaso o ai piedi dei Pirenei. Il numero di quanti hanno trovato la morte nella disperata ricerca di raggiungere la civilizzata Europa, fuggendo dal proprio Paese d’origine, sale a quarantanovemila dal 1993. Morti senza volto. Corpi senza sepoltura.

Ma anche chi ce la fa non sempre ha un nome. Una casa. Diritti. Accesso alla salute e alla giustizia. Scappati senza documenti o privati di questi durante il viaggio, chi arriva in Europa è un sans papier, dunque, non esiste. Finché non viene regolarizzato. Ma questo può richiedere tempo. Mesi. Anni – e senza documenti, la libertà di movimento e in sicurezza è negata, così come lo è il diritto di godere dei propri diritti fondamentali.

Per chiamare l’Unione Europea alle proprie responsabilità sulle politiche migratorie, per chiedere misure concrete a sostegno dei diritti umani dei migranti, riconoscendo e denunciando le cause che costringono le persone a migrare e, infine, per favorire un più veloce processo di regolarizzazione di quanti si sono rifugiati in Europa, oltre una ventina di organizzazioni europee hanno organizzato nei giorni scorsi un’azione di protesta che si è conclusa a Bruxelles sabato 1 ottobre.

Si sono unite ai promotori dell’evento, nel motto Rights.No Deaths (Diritti.Non una morte in più per migrare) un centinaio di persone. Tante le bandiere, voci e lingue, spagnolo, francese, inglese, italiano; giovani e meno giovani, raccolti nella piazza Luxemburg di fronte al Parlamentarium (il centro visitatori del Parlamento europeo, situato presso la sede di Bruxelles del Parlamento), hanno condiviso l’intento di consolidare la rete internazionale di denuncia e affermato la propria solidarietà con migranti e rifugiati.

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Questo blog nasce dall’incontro di tre persone emigrate volontariamente in età adulta dall’Italia in Svizzera e che in questo Paese hanno realizzato esperienze diverse in vari ambiti lavorativi e culturali. 

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