Giorno della memoria: contro l’antisemitismo di ieri e di oggi

 Il 27 gennaio ricorre il Giorno della memoria delle vittime dell’Olocausto.

Come sostiene Lidia Maksymowicz, sopravvissuta ad Auschwitz, “si sta addensando sull’Europa una nuvola nera fatta di odio razziale, etnico, religioso, di nazionalismi”.

Questa giornata deve perciò essere anche un momento di presa di coscienza rispetto a queste inquietanti ombre “di un passato che non passa”, fra le quali va annoverato anche il ritorno prepotente dell’antisemitismo.
Sconfinamenti ne ha parlato con Susanne Scholl, scrittrice, per molti anni corrispondente del servizio pubblico radiotelevisivo austriaco, attivista per i diritti umani.

La ripresa dell’antisemitismo è tristemente evidente. Quali sono le cause di questo fenomeno?

Per quanto riguarda l’Austria ma anche la Germania il fenomeno risale alla fine della Seconda guerra mondiale. In Austria la fine del nazismo è stata definita “l’ora zero”, un nuovo inizio in grado di cancellare con un colpo di spugna il nazismo, la guerra, il razzismo l’Olocausto, l’antisemitismo. In questo contesto l’Austria è stata indicata come “prima vittima di Hitler”, una visione distorta che ha permesso di evitare un confronto con gli orrori del nazismo e con le responsabilità di molti austriaci rispetto ad essi.

Questa è sostanzialmente la tesi del tuo ultimo saggio di cui abbiamo discusso insieme lo scorso luglio. Si intitolo – ricordiamolo – Schäm dich, Europa! (Vergognati, Europa!pubblicato da Edition Konturen.

Sì, infatti. Questa illusione di una loro magica scomparsa   con la fine della guerra ha permesso alle idee legate al nazismo di continuare a serpeggiare, a sopravvivere nella testa delle persone, a essere tramandate da una generazione all’altra, magari in modo un po’ attenuato e nascosto ma sostanzialmente inalterato. Con la situazione    provocata dalla pandemia, questa ideologia è ricomparsa nella sua interezza, in quanto molti hanno sentito il bisogno di ritrovare la sicurezza perduta affidandosi a un duce, a un Führer. Solo per alcuni questa triste fase della nostra storia è stata l’occasione   per una riflessione critica, molti, invece, hanno scelto di affidarsi a chi riflette e decide per loro, fornendo risposte semplicistiche a questioni complesse. Il complottismo ha risposto perfettamente a questa esigenza e ad esso si è accompagnata immancabilmente la ricerca di capri espiatori che, come in passato, vengono spesso individuati negli ebrei. C’è una bellissima canzone in cui il cantante Tom Lehrer sostiene che tanti gruppi umani si odiano l’uno con l’altro ma tutti insieme odiano gli ebrei. L’idea di un nuovo inizio che cancellerà il passato viene applicata anche nella situazione attuale; l’ex cancelliere austriaco Sebastian Kurz amava ripetere, quand’era ancora al potere, che, dopo la pandemia tutto sarebbe tornato come prima e questo atteggiamento, se davvero venisse adottato, impedirebbe di nuovo di fare i conti con tutte le storture, anche ideologiche, che si stanno attualmente manifestando.

Come giudichi l’atteggiamento di quei   No vax che equiparano la presunta persecuzione contro di loro a quella subita dagli ebrei?

Molti No vax  si proclamano in effetti vittime di una presunta dittatura che violerebbe la loro libertà di non vaccinarsi e ostentano simboli dell’oppressione nazista come la stella gialla, che gli ebrei erano costretti a indossare in epoca nazista, con la scritta “non vaccinato”. Questa strumentalizzazione dei simboli dell’Olocausto finisce per sminuire e ridicolizzare quello che gli ebrei hanno realmente subito e, di fatto, è funzionale alla propaganda neonazista. In Austria esiste poi il problema della Fpö, un partito rappresentato in Parlamento, il cui capo, Herbert Kikl, partecipa regolarmente alle manifestazioni NO vax, dichiarandosi pronto addirittura a “versare il sangue” per difendere, il “diritto a non vaccinarsi”. Viene in mente, nonostante la gravità del problema, la celebre espressione di Karl Marx secondo cui la storia si ripete due volte: la prima come tragedia, la seconda come farsa.

Memoriale delle vittime dell’Olocausto di Berlino

In che misura pensi che, in questa fase storica, le nuove forme di antisemitismo “infettino” anche i giovani?

Molti giovani sono impegnati su altri fronti, in primo luogo quello legato alle questioni climatiche e individuano quindi altre responsabilità rispetto alla situazione in cui ci troviamo anche se, ovviamente, non possono essere immuni dal complottismo e dall’antisemitismo diffuso nella società. Lo smarrimento generale è particolarmente presente fra i  giovani che non ricevono un orientamento preciso da parte degli adulti. Ma sono fiduciosa che fra loro maturi una nuova consapevolezza.

Un grosso problema è costituito dall’atteggiamento di molti verso Israele: le legittime critiche verso alcuni aspetti della sua politica lasciano spazio ad atteggiamenti di vero e proprio antisemitismo.

Concordo pienamente. Anch’io sono molto critica verso taluni aspetti della politica attuale di Israele ma non posso accettare che dietro la critica alcuni celino il proprio antisemitismo, arrivando addirittura a negare il diritto all’esistenza dello Stato di Israele. Purtroppo, queste tesi aberranti trovano spazio anche fra chi si ritiene democratico e progressista.

Paradossalmente questo atteggiamento rende più difficile rivolgere critiche legittime alla politica israeliana.

Certo, anche a livello personale mi rifiuto di continuare una discussione quando l’interlocutore sostanzialmente arriva a mettere in discussione che Israele abbia diritto a esistere. Anche in alcune frange del mondo islamico sono diffuse tendenze antisemite o in questo caso sarebbe meglio definirle antigiudaiche, quando si tratta di arabi, visto che sono anch’essi semiti. Comunque, non bisogna generalizzare; non tutti gli islamici condividono questa particolare forma di razzismo e anzi spesso anch’essi sono additati come capri espiatori nelle fasi di crisi come l’attuale.

Lo stesso Saviano, di origine ebraica per parte di madre, pur non lesinando critiche, anche nel suo ultimo libro, alla politica di Israele, subisce attacchi, sostanzialmente perché ne difende l’esistenza.

Saviano conferma la propria intelligenza e proprio per questo risulta scomodo anche in queste prese di posizione. Verso lo Stato ebraico si finisce per non usare gli stessi criteri che si usano verso gli altri Stati, quasi che gli ebrei dovessero dimostrare qualcosa in più rispetto agli altri. In Italia molti pensano di aver diritto di criticare gli ebrei in quanto tali anche perché, tanto per cambiare, non si sono fatti i conti con l’antisemitismo imperante durante il regime fascista. Si ripete lo stesso meccanismo di rimozione che abbiamo visto in Austria.

La tendenza a considerare la caduta del fascismo come un nuovo inizio e a negare ogni responsabilità rispetto agli orrori della dittatura è in effetti molto presente anche in Italia. L’Italia non ha fatto sufficientemente i conti con il fascismo ma anche con il proprio colonialismo, in cui pure si possono ravvisare i semi del razzismo e dell’intolleranza fascista.

Come ho potuto constatare negli anni trascorsi in Italia, il fascismo, anche nel dopoguerra, non è mai stato considerato un fenomeno criminale; movimenti e partiti di chiara ispirazione neofascista hanno continuato indisturbati a fare politica.

Anche i media hanno la loro responsabilità; partiti e movimenti che non hanno mai reciso le loro radici fasciste possono aspirare a governare il Paese senza che venga loro chiesto di renderne conto.

Mussolini in fondo, rispetto Hitler è sempre stato considerato, a torto, abbastanza innocuo.

Che fare dunque per modificare questa inquietante realtà?

Non bisogna mai stancarsi di parlare e ancora parlare, se necessario urlare per ricordare quello che molti vorrebbero dimenticare.

Insomma, bisogna dimostrare la stessa tenacia dimostrata ogni giorno dalle Omas gegen Rechts, il movimento di cui sei una delle fondatrici.

Omas gegen Rechts (Nonne contro la destra) è un movimento nato nel 2017 che ha conosciuto un forte sviluppo in Austria e in Germania.

Seguici

Cerca nel blog

Cerca

Chi siamo

Questo blog nasce dall’incontro di tre persone emigrate volontariamente in età adulta dall’Italia in Svizzera e che in questo Paese hanno realizzato esperienze diverse in vari ambiti lavorativi e culturali. 

Ultimi post

Terrorismo

Il termine terrorismo deriva dal verbo latino terrere che significa “intimorire, incutere paura”. Nel linguaggio politico moderno entrò in uso per indicare una determinata fase della Rivoluzione francese.

Leggi Tutto »