Il mio impegno per un mondo più equo: in Nicaragua con il Ticino nel cuore

Incontro Annalia Bodeo un giorno di agosto. Lei in Nicaragua e io in Belgio. Ci parliamo tramite Skype quando da me è quasi tardo pomeriggio e nel Paese dell’America Centrale è mattina presto. Capelli raccolti, sguardo di chi ha toccato con mano realtà segnate da povertà e disparità, Annalia mi saluta con un caldo sorriso. «Non ti preoccupare, non mi hai affatto fatto fare una levataccia» – mi rassicura – «Noi, qui, ci alziamo normalmente a quest’ora per prepararci a seguire le varie attività pianificate e per rispondere prontamente agli imprevisti, che non mancano mai». 

Nata in una famiglia legata a una tradizione umanitaria, ha 26 anni, una forte passione per le lingue – come ripete più volte durante la nostra chiacchierata – e idee ben chiare: impegnarsi in prima persona nella promozione dei diritti umani, la pace nel mondo, la cooperazione internazionale e umanitaria.

Un progetto personale e professionale che ha iniziato a insinuarsi nel cuore e nella mente di Annalia durante gli anni degli studi universitari e che è poi maturato più recentemente durante le varie e numerose attività sul campo: «Sin da piccola» – mi racconta – «la mia famiglia mi ha resa molto attenta alle discriminazioni di genere e alle diseguaglianze nord-sud. Così, a conclusione del Bachelor in Antropologia e Geografia, che ho svolto presso l’Università di Neuchâtel, è stato naturale, per me, cercare di mettere in pratica, in contesti concreti, le conoscenze teoriche acquisite durante gli studi. Dove andare? Dato che era mio desiderio imparare bene lo spagnolo, ho colto l’opportunità di partire per El Salvador, dove ho soggiornato per sei mesi come volontaria per il programma del Servizio Civile Internazionale per la pace».

Conclusa l’esperienza di volontariato, Annalia torna in Europa, ma non si ferma in Svizzera. Infatti, intraprende un Master in Azione Umanitaria Internazionale all’interno del programma Erasmus Mundus dell’Unione Europea: il primo semestre lo trascorre a Bilbao, in Spagna, poi vola in Svezia per specializzarsi all’Università di Uppsala in costruzione della pace e risoluzione conflitti; infine conclude gli studi in India. Lì, in quella realtà così interessante ma al tempo stesso così eterogenea e complessa, Annalia scrive la propria tesi di laurea sulla dignità delle donne sopravvissute al traffico sessuale. Da quel momento, i temi della parità di genere, accanto alle tematiche più generali legate alla cooperazione, diventano, per così dire, “punti guida” dell’operare di Annalia, perché «se vogliamo lavorare per garantire migliori condizioni di vita alle donne, è necessario che esse siano direttamente coinvolte nelle decisioni e anche nelle posizioni chiavi di organizzazioni, istituzioni e comunità locali».

Dinamica di riflessione sul tema di genere presso una comunità rurale. Dip. Matagalpa, Nicaragua, 06.2022. Foto: Ludovic.

Concluso il Master, Annalia vince il posto di stagista presso l’Ambasciata svizzera in Ecuador – «un’esperienza molto formativa, che mi ha permesso di vedere in prima persona come funziona una rappresentanza diplomatica e quali compiti svolge», ricorda Annalia. Concluso lo stage, il Centro America chiama di nuovo la giovane, dove svolge la funzione di consulente volontaria per la Croce Rossa Salvadoregna in un progetto volto alla redazione di una guida di assistenza e aiuto per le persone vittime di violenza. Durante quest’esperienza Annalia si candida per una posizione aperta come cooperante di INTERTEAM in Nicaragua (in questo Paese Comundo lavora in alleanza con INTERTEAM per contribuire a migliorare la sicurezza alimentare e il reddito delle famiglie vulnerabili).

«La mia attuale funzione mi offre di vivere in constante dialogo e godere appieno di relazioni di scambio con altre persone e con diverse culture. Tutto ciò è molto arricchente sul piano personale e utile per la mia crescita professionale. Qui, non mi occupo di “urgenze” ma sono impegnata a seguire progetti a lungo termine e come essi possano garantire pari opportunità e uguaglianza di genere. Questo mi permette di affinare la metodologia di lavoro e, ad esempio, migliorare le mie capacità di raccolta dati, osservazione e analisi, di condurre workshops. Lavoro con diverse organizzazioni non governative – che si impegnano per una miglior sicurezza alimentare e generazione di reddito – e comunità rurali, aiutandole nella stesura di progetti e valutare i risultati», chiarisce Annalia.

Attualmente la giovane sta svolgendo un importante lavoro di analisi dei dati raccolti nei mesi passati, durante le uscite e gli incontri con le comunità locali del corridoio secco, non sempre facilmente raggiungibili: «Sono comunità dove di frequente mancano gli uomini di giovane età, che emigrano, e chi rimane (anziani, donne e bambini) si trova confrontato con problemi piuttosto impellenti, come la carenza dell’acqua e quindi la siccità. Il mio compito è cercare di ascoltare la realtà ed i bisogni di queste comunità per quanto riguarda la convivenza pacifica tra uomini e donne e le pari opportunità e lavorare per trovare soluzioni realizzabili e concrete». 

Tanti stimoli, quindi, ma le difficoltà non mancano. In particolare, Annalia ricorda che non è sempre facile anche perché le risorse finanziarie e umane in questa regione sono spesso limitate e si cerca di fare il massimo con il poco di cui si dispone.

Chiedo ad Annalia, come battuta finale, se le manchi la Svizzera e quando pensa di farvi ritorno. «A Natale», mi risponde subito. Poi aggiunge: «D’altra parte credo che ognuno di noi debba assumersi le proprie responsabilità e fare la propria parte per un mondo più giusto e combattere le discriminazioni. In due posti allo stesso momento non si può stare. Io ho scelto quest’anno di essere qui, in una regione economicamente in difficoltà e che nelle sue zone rurali ha bisogno di aiuto, ma che è abitato da persone contagiosamente allegre, che strappano sempre un sorriso a me e ai colleghi del mio team. E questo lo trovo molto speciale e bello».

Annalia Bodeo

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Questo blog nasce dall’incontro di tre persone emigrate volontariamente in età adulta dall’Italia in Svizzera e che in questo Paese hanno realizzato esperienze diverse in vari ambiti lavorativi e culturali. 

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