Il plagio nell’era social: dalla sentenza in Belgio al caso Meta

Dal Belgio arriva la notizia del plagio ai danni di un pittore nelle Fiandre da parte di un artista cinese, condannato a pagare 650mila euro di multa. Intanto però Meta interrompe il fact-checking, spianando la strada a idee distorte, travisate e anche copiate?

Immaginiamo questa scena: siamo in una classe di una scuola elementare, un gruppo di bambini e la maestra guardano i disegni che ciascuno di loro ha abbozzato. Tra le “opere”, una colpisce particolarmente. Raffigura un giardino vivace pieno di animali fantastici: un’ape con le ali dell’arcobaleno, una tartaruga con una corona di fiori. Tutti sono colpiti da questo disegno così originale, tutti tranne una bambina che si arrabbia: “È una mia idea, quella di colorare animali immaginari. Sono stata io a disegnare per prima una libellula con le ali dell’arcobaleno….qui,sul “mio” disegno!”. 

Questo scenario immaginario mette in luce, in modo – lo riconosco – un po’ semplificato, un problema che si presenta anche nel mondo degli adulti e che è certamente controverso: il plagio, ovvero l’atto di presentare il lavoro di qualcun altro come proprio. 

In Belgio un pittore locale ha finalmente ottenuto un risarcimento di 650mila euro da parte di un artista cinese che aveva “rubato” il suo modus operandi e imitato le opere “belga”. Chirstian Silvain, che vive e lavora nel piccolo villaggio di Kluisbergen, Fiandre Orientali, ha finalmente vinto una causa di lunga durata contro Ye Yongqing, che da anni copia le tele del pittore belga, vendendole anche a importanti gallerie e collezionisti privati, tra cui quelle di Rupert Murdoch e Bill Gates. Un recente articolo pubblicato dal quotidiano fiammingo DeMorgen ripercorre la storia di Silvain e l’impatto del plagio sulla sua carriera ma apre anche a riflessioni ulteriori di natura etica, ponendo domande che vanno oltre quello che possono essere, concretamente, regole e punizioni. Se un pittore prende in prestito lo stile dei cieli vorticosi di Van Gogh o imita le ninfee di Monet, è un omaggio o un furto? In alcuni casi la linea di demarcazione tra ispirazione e imitazione è sfuocata.

Al mio arrivo in un’università inglese tra le prime notizie che mi furono impartite c’era proprio quella sul plagiarism, l’utilizzo di idee, parole o lavori creativi di qualcun altro senza darne il giusto credito. Era stato detto molto esplicitamente quanto il plagio fosse una cosa seria che avrebbe comportato anche, qualora fosse stato scoperto, l’espulsione dal corso frequentato.

Sono passati vent’anni dai miei studi e la tecnologia ha reso più facile non solo copiare ma anche l’individuazione dell’imitazione. Ma per quanto ancora?

La decisione di multare Ye Yongqing per plagio giunge pochi giorni dopo che Meta ha annunciato di voler interrompere il suo programma di fact-checking di terze parti su piattaforme come Facebook e Instagram, sostituendolo con un sistema di “Community Notes” guidato dalla comunità. Sebbene i meccanismi di fact-checking siano progettati per verificare l’accuratezza dei contenuti piuttosto che per individuare le copie non accreditate, e quindi la decisione di Meta abbia un impatto meno diretto sul plagio, essa riflette comunque una diminuzione dell’impegno verso l’accuratezza e il rigore. Questo cambiamento può aprire la strada a lavori mal eseguiti, in cui la verità e la proprietà delle idee sono distorte o travisate. Come nel caso del plagio.

Seguici

Cerca nel blog

Cerca

Chi siamo

Questo blog nasce dall’incontro di tre persone emigrate volontariamente in età adulta dall’Italia in Svizzera e che in questo Paese hanno realizzato esperienze diverse in vari ambiti lavorativi e culturali. 

Ultimi post

Deportation

Hanno fatto il giro del mondo le immagini raccapriccianti diffuse dal governo degli Stati Uniti di migranti non in possesso di un regolare permesso di

Leggi Tutto »