In treno, con altri 1000: per non dimenticare, in nome dei diritti fondamentali

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Alcuni momenti nella storia rimangono impressi nella memoria collettiva, non solo per il loro peso cupo, ma per le lezioni durature che offrono alle generazioni future. Uno di questi momenti si è svolto nella primavera del 2008, quando la Federazione Internazionale dei Combattenti della Resistenza (FIR) e l’allora “Institut des Veterans” (IV) del Belgio organizzarono un evento simbolico di grande significato: l’incontro internazionale giovanile intitolato “Treno dei Mille” al Memoriale del Campo di Concentramento di Buchenwald.

Avevo poco più di vent’anni anni all’epoca, troppo impegnata e concentrata nei miei studi (divertente pensare che fossero studi di Scienze politiche e che mi stessi occupando della nascita dell’Europa unita). Mi godevo la mia vita spensierata. Sebbene nella mia famiglia gli ideali antifascisti siano ben radicati; benché alcuni membri della mia famiglia (penso alla mia nonna paterna) abbiano vissuto in prima persona rappresaglie naziste, e un parente sia stato deportato in un campo di lavoro forzato in Grecia… ecco, nonostante tutto ciò, a casa non si è mai parlato troppo del periodo nazi-fascista. Ci ho pensato recentemente, a questo silenzio. E provo un grande rammarico. Chi le aveva vissute sulla propria pelle, quelle atrocità nazi-fasciste, non le raccontava, e in effetti io non chiedevo nulla. Per rispetto del dolore degli altri e dei ricordi che forse erano troppo dolorosi da condividere, tenevo le domande per me stessa. Ho visitato un campo di concentramento. Era quello di Dachau e frequentavo, credo, la fine della scuola media. Comunque, ricordo bene e rivivo ancora oggi quella sensazione di estraneità, dolore e shock provata in quel luogo. Poi la vita ha preso il sopravvento con vari impegni presenti e progetti futuri; quel passato atroce è diventato parte della Storia.

Quindi, nel 2008, se qualcuno mi avesse chiesto di mettere da parte la mia vita frenetica ma priva di vitali preoccupazioni e salire su un treno per ripercorrere il cammino disumano di dolore (e morte) vissuto anche da miei coetanei, oltre sessant’anni anni prima, cosa avrei risposto? Ora direi senza dubbio “sì, ci sono. Count me in”, ma allora? Non ne sono certa. In ogni caso, l’evento mi era completamente sconosciuto, purtroppo.

Eppure (per fortuna!) molti giovani sono stati raggiunti dal richiamo di quel viaggio, “il Treno dei Mille”, e hanno scelto di riunirsi a Bruxelles. Si sono seduti su “quel treno”, intraprendendo il tragitto verso Weimar, in Germania, evocando il dolosoro percorso dei treni di deportazione che portavano circa mille persone alla volta da Bruxelles verso i campi di sterminio nazisti. Era, l’ho già scritto, il 2008: giovani da tutta Europa poterono visitare i campi di concentramento di Buchenwald e Mittelbau-Dora. Lì – leggo dalle testimonianza -incontrarono sopravvissuti e testimoni del terrore nazi-fascista.

Negli anni successivi, sono stati organizzati altri incontri giovanili, altri Treni dei Mille. Poi la pandemia ha messo in pausa i piani. Fino a quest’anno. Ad aprile infatti l’eredità dei Treni dei Mille sarà celebrata nuovamente a Buchenwald, grazie agli sforzi congiunti dell’Istituto del Patrimonio Belga di Guerra (WHI), della FIR e dell’IKBD. Ancora una volta, un evento riunirà giovani europei per riflettere sul passato, onorare la memoria delle vittime e rafforzare l’importanza della solidarietà transnazionale contro le forze dell’odio e dell’intolleranza.

Pochi giorni fa abbiamo sentito il presidente degli Stati Uniti Trump ritirarsi da vari accordi internazionali e collaborazioni, mettendo gli interessi nazionali al di sopra anche del rispetto dei diritti umani – la foto di immigrati caricati in catene su un aereo militare statunitense per essere rispediti nel paese di origine parla da sè. In Germania, le prossime elezioni non prefigurano nulla di buono, con i successi previsti del partito neofascista AfD, mentre in Austria il partito di estrema destra ha già ottenuto grandi successi. In altre parti d’Europa il populismo è in crescita, i politici anti-immigrazione sono più popolari che mai, la democrazia, la libertà, la pace e l’uguaglianza, i valori antifascisti sono sotto minaccia.

In questo contesto, non uno, ma molti eventi come il Treno dei Mille sarebbero necessari. Da Brussels, da Milano, da ogni parte dell’Europa dei padri fondatori, dall’Europa dei nuovi arrivati. Per ricordarci – giovani e meno giovani – che la dignità umana e i diritti fondamentali sono già crollati una volta, eppure non siamo immuni dalla possibilità che atrocità simili si verifichino ancora. Per ricordarci della verità storica e della necessità di prevenire tali orrori in futuro. Per ricordarci che possiamo – anzi, dovremmo – mettere da parte piani di svago o impegni per un weekend di viaggio nel passato, che non vogliamo torni.

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Questo blog nasce dall’incontro di tre persone emigrate volontariamente in età adulta dall’Italia in Svizzera e che in questo Paese hanno realizzato esperienze diverse in vari ambiti lavorativi e culturali. 

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