Lista delle S-malattie consigliate #16: Rinominite

Buongiorno, o forse dovrei dire “addio, è stato bello conoscerti”.

Come cambierebbero le cose, se ci rendessimo conto che ogni istante della nostra vita potrebbe essere l’ultimo?


Passato, futuro.

Due parole, due opzioni, che condizionano “infinitamente” il nostro vivere.

Ma se ci rendessimo conto, e vivessimo pienamente, la nostra reale condizione di “esseri umani”, quindi “mortali”, continueremmo a comportarci nella stessa maniera?

Io non credo proprio.

Ecco perché oggi ti voglio parlare della “rinominite”.
La capacità di “cambiare” nome alle cose.
Per introdurre questo argomento, quale opera migliore, di Romeo e Giulietta di William Shakespeare?

Ne trascrivo qui una parte.

Atto secondo – Scena Seconda – Giardino dei Capuleti

GIULIETTA 

È solo il tuo nome che m’è nemico, e tu sei te stesso
anche senza chiamarti Montecchi. Cos’è Montecchi?
Non è una mano, un piede, un braccio, un volto,
o qualunque parte di un uomo. Prendi un altro nome!
Cos’è un nome? Ciò che chiamiamo rosa,
con qualsiasi altro nome avrebbe lo stesso profumo,
così Romeo, se non si chiamasse più Romeo,
conserverebbe quella cara perfezione che possiede
anche senza quel nome. Romeo, getta via il tuo nome,
e al suo posto, che non è parte di te, prendi tutta me stessa.

Da questo estratto, si può capire, quanta importanza, fosse attribuita a un nome, già nel 1600.

Il nome, definisce l’identità.

Questo lo sanno bene le mamme, quando invece di dire “aspetto un bambino”, dichiarano al mondo “Sta per arrivare Sophie”. 

Ecco come un nome, può cambiare ogni cosa.
Iniziando così, a rivolgersi al pancione, chiamando il piccolo per nome.

Non a caso, per ogni essere umano, il suono del proprio nome, è il più dolce.
Peccato non rendersi conto, che non sono solo le persone ad avere dei nomi. Li hanno anche le emozioni, le situazioni, gli oggetti.

Vediamone alcuni esempi.

Se noi invece di dire “sono triste” dicessimo “mi sento emotivamente poco incline all’ilarità” come cambierebbe il nostro stato d’animo?

Siamo proprio sicuri che entrambe le frasi, abbiano lo stesso peso sul petto?

Se invece di dire “non sono in grado, o all’altezza, di fare questa cosa” dicessimo “devo ancora imparare bene come si fa”, oppure, “non lo so ancora fare”.

Come cambierebbe la prospettiva?

 Le parole hanno un enorme , ma che dico ENORME, no no, così non si capisce, intendevo  ENORME PESO.

Ora vi voglio parlare di due “nomi” molto cari e assai vincolanti, nella vita di ogni persona.

Sono “passato” e “futuro”.

Quante volte, ti è capitato di rinunciare a una cosa, perché in passato non era andata come speravi? Abbandonando, magari, anche  qualcosa che per te era importante?

Io ne sono un esempio perfetto, con la scrittura… 

Quante volte, la paura di ciò che “potrebbe accadere”, quindi, la proiezione di una paura futura, ti ha mantenuto incollato, a una vita che non ti piaceva?

Ecco come, qui, può venire in soccorso la rinominite.

“Cambiare” completamente un nome è poco utile.

 Cambiare la “tristezza” in “gioia sfrenata” certo, non aiuterà a farci sentire meglio.

Anche se il cervello, di primo acchito, non percepisce l’ironia e prende molto sul serio il nostro dialogo interno.

Per anni, mi sono proibita di scrivere, non me ne sentivo all’altezza.

Finché invece di guardare i miei errori passati, come un limite, ho iniziato a ringraziare per la lezione appresa.

Ecco perché ho rinominato la “cartella” del mio passato come “esperienza”.

Alla fine, un “esperto” di un determinato settore, è colui che ha fatto “esperienza” in quel contesto.

E per fare “esperienza”, non esiste formula magica che ci esoneri dall’errore.

Ne esiste solo una, ma, per capirne la ricchezza e farne tesoro.

Nello stesso modo, ho smesso di guardare al futuro come un’incognita, imparando a chiedermi ogni giorno “Cosa vuoi fare realmente? Cosa è importante per te?”

Ricordarmi che “36” non è solo il numero di anni che anagraficamente ho, ma è anche il numero di anni che ho già speso e che non torneranno più. * 

Questo mi ha fatto aprire gli occhi. 

Mi sono chiesta se volessi realmente andare avanti nello stesso modo. 
Oppure lasciar perdere  ansie e paure, per andare nell’unica direzione veramente importante per me. Quella dei miei desideri.

Ed è così che ho cambiato il nome anche alla cartella “futuro”.

Se rinominassi anche tu i “file” della tua vita, continueresti a fare ciò che hai sempre fatto o prenderesti in considerazione nuove vie?

Se ti va di raccontarmi la tua storia, scrivila nei commenti qui sotto.

E ricorda…

A volte basta solo un primo passo per cambiare il mondo, ma per rivoluzionarlo davvero, non può restare il solo.

* Ho già trattato questo argomento nel mio articolo “bianco” lo puoi leggere qui.
https://sconfinamenti.info/lista-delle-s-malattie-consigliate-6/

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Questo blog nasce dall’incontro di tre persone emigrate volontariamente in età adulta dall’Italia in Svizzera e che in questo Paese hanno realizzato esperienze diverse in vari ambiti lavorativi e culturali. 

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