Lista delle S-malattie consigliate #5

Buongiorno, come stai? Com’è andata la tua settimana? Piena di cose da fare e sperimentare?

Oggi, come avevo anticipato, ti voglio parlare della recidazione.

Anche stavolta, ho utilizzato per definire questa s-malattia una cosiddetta “parola macedonia” o neologismo sincratico.

Questa volta però, le due parole che ho scelto sono Recidere e Azione.

Se la tantitudine, mi porta a fare tante cose diverse fra loro e ad avanzare accompagnata, per così dire, dalle onde, delle esperienze che vivo.

Questa s-malattia, al contrario, mi insegna quanto è importante saper DECIDERE.

E decidere, come diceva il mio coach Davide Simonetti, significa recidere.

Ovvero scegliere una cosa, una soltanto, agendo con più forza e determinazione, tagliando fuori ciò che non serve.

Anche perché, seppur poche, le 24 ore della giornata, sono le uniche che ho.

Quindi è stato fondamentale per me, imparare a viverle al meglio.
Troppo spesso sono incappata nell’errore di voler far tutto, non riuscendo poi di fatto, a concludere niente.

Confesso che ho sempre fatto fatica a dire “no”, mi sembrava brutto, come se stessi facendo qualcosa di sbagliato.

Poi un bel giorno, la vita mi ha dato una lezione che ha cambiato ogni cosa. In quel periodo lavoravo per un ristorante ticinese. Il proprietario, uomo brillante, di 70 anni, amante della natura e con uno spiccato pollice verde, mi disse “vedi Ilaria, è semplice prendersi cura dei fiori, basta togliere le foglie e i boccioli appassiti, per permettere alla pianta di crearne di nuovi.”

Avevo dei fiori, veramente appassiti, nella mia vita personale in quel periodo.
Quella frase mi ha fatto capire che la parola “fine” non doveva per forza essere un male. Ma semplicemente, qualcosa di necessario, perché senza quel passaggio, non mi sarei mai data l’opportunità di far nascere nulla di nuovo.

Ad oggi, se penso a quante volte la paura del nuovo mi ha frenata, mi viene da sorridere.
“Chi lascia la via vecchia per la nuova, sa quel che lascia, e non sa quel che trova…” mi hanno sempre detto i miei.

Una mamma ed un papà, pieni di s-malattie anche loro, ma che amo profondamente, perchè so che hanno fatto tutto ciò che potevano, al meglio delle loro conoscenze.

Anche perché ero una bambina, vivace, testarda, indipendente e ribelle… Lo sono ancora.

Capisco bene, i loro motivi, e sorrido di quelle parole, seppur tanto limitanti, pronunciate, con tanto più amore di quanto, io probabilmente, potrò mai capire.

Non a caso ti dico a cuor leggero, che risceglierei la mia famiglia, ancora e ancora per altri 1000 anni.

A te è mai capitato di rimandare o posticipare una fine che era già scritta da tempo, dentro e fuori di te?
Dicendoti nella tua testa “lo faccio da così tanti anni, dopo cosa potrei fare?” Escludendo così delle meravigliose opportunità?

Ci tengo anche a precisare che, non tutto quello che si interrompe, deve essere necessariamente concluso in maniera definitiva.
Anche questo però, ho avuto sempre il piacere di scoprirlo dopo che ho abbandonato i miei “porti sicuri”.
Imparando che non tutto ha solo un inizio e una fine, ma che a volte, le cose, si possono anche evolvere o trasformare.

Ti va di raccontarmi, un aneddoto legato a una tua decisione? Che sia stata la decisione di restare o cambiare, perché in entrambi i casi, hai scelto una cosa recidendone un’altra.

Se ti va di raccontarti, scrivimi su redazione@sconfinamenti.info.

E come dico sempre…

A volte basta solo un primo passo per cambiare il mondo, ma per rivoluzionarlo davvero, non può restare il solo.

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